
Tra i più noti ci sono anoressia e bulimia ma i disturbi alimentari in realtà sono molti di più. Definiamo “nuovi” quelli che solo negli ultimi anni hanno ricevuto attenzione e che per tanti e tante sono ancora sconosciuti. Parlarne significa creare consapevolezza e prevenzione. Essere inclusi all’interno di una narrazione significa sentirsi rappresentati e rappresentate e comporta una maggiore probabilità di ri-conoscersi e magari anche di chiedere aiuto
Con la collaborazione di Animenta

Ha un legame con la “diet culture”, la cultura della dieta che, invece di spingere verso un’alimentazione consapevole volta a prendersi cura del proprio corpo, sfocia spesso in una ossessione disfunzionale.
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Il termine è stato coniato nel 2008 dal New York Times. Insieme alla drunkoressia si può sviluppare un controllo sul cibo ingerito e un’attenzione all’attività fisica con lo scopo di “compensare” l’elevata assunzione di alcolici.
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Il termine nasce dalle parole inglesi pregnancy e anorexia e indica un disturbo alimentare con esordio durante la gravidanza. I sintomi prevalenti sono una difficoltà nell’accettare il cambiamento del corpo, controllo delle calorie, un isolamento durante i pasti principali, sensazione di inadeguatezza fisica, distacco emotivo-affettivo dalla consapevolezza della gravidanza.
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È assente una distorsione dell’ immagine corporea e il timore di ingrassare. L’arfid è stato inserito nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) solo nel 2013 ed è molto spesso difficile da inquadrare a livello diagnostico perché i suoi sintomi possono essere riconducibili a diverse patologie: problemi di gestione dell'ansia, altri disturbi alimentari, disturbi dello spettro autistico. Spesso si sviluppano parallelamente problemi ossessivo compulsivi, rigidità sociali e neofobia (rifiuto di mangiare cibi nuovi o non familiari).
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Il termine deriva da “pica pica”, nome scientifico della gazza, uccello noto per la sua curiosità che lo spinge a raccogliere, ed eventualmente provare a mangiare, una elevata varietà di oggetti.

Le abbuffate si verificano dopo cena e portano a ingerire almeno il 25% delle calorie assunte durante la giornata. Gli episodi di alimentazione notturna si ripetono per almeno due volte a settimana e possono essere accompagnati da anoressia al mattino e/o mancanza di colazione, necessità urgente di mangiare tra la cena e l’inizio del sonno e/o durante la notte, insonnia, convinzione che si debba mangiare per potersi addormentare, umore depresso o peggiore durante la sera.

Si stima che in Italia almeno 60.000 persone soffrano di vigoressia. La fascia d’età maggiormente colpita è quella tra i 25 e i 35 anni, seguita da coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni. Questo DCA è molto diffuso tra coloro che praticano sport come il body building e può spingere chi ne è affetto a ricorrere a sostanze dannose come steroidi anabolizzanti pur di raggiungere la forma fisica desiderata.

Stando ai dati, solo il 6% delle persone affette da un DCA a livello mondiale è sottopeso (Fonte: ANAD.org). L’anoressia atipica, come la classica anoressia nervosa, comporta gravi danni alla salute fisica e psichica di chi ne è affetto.

Esistono innumerevoli tipologie di disturbi alimentari che provocano un grande dolore a chi ne soffre e sono spesso l'espressione di un disagio più profonda che non ha nulla a che fare con il cibo. Una narrazione inclusiva sui DCA permette a chi ne soffre di sentirsi rappresentato e apre a una validazione della sofferenza e della malattia, cose fondamentali per poter trovare il coraggio di chiedere aiuto e per essere creduti nel momento in cui lo si fa.
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