Generazione ansia, in Italia 3 milioni e mezzo di persone soffrono di disturbi alimentari

Cronaca
Emanuela Ambrosino

Emanuela Ambrosino

Siamo entrati nel Reparto di riabilitazione per i disturbi alimentari e di ansia dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano. Nel reparto acuti ci sono 19 posti letto dedicati alla salute mentale, in quello riabilitativo sono 19 per chi soffre dei disturbi del comportamento alimentare e poi c’è il Mac, la macro- attività ambulatoriale complessa, che segue 45 pazienti in day hospital. Politi: "I genitori devono chiedere aiuto ai primi segnali di disagio"

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In Italia le persone in cura per disturbi alimentari sono tre milioni e mezzo. I numeri sono raddoppiati negli ultimi anni. Siamo entrati nel Reparto di riabilitazione per i disturbi alimentari e di ansia dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano. Nel reparto acuti ci sono 19 posti letto dedicati alla salute mentale, in quello riabilitativo sono 19 per chi soffre dei disturbi del comportamento alimentare e poi c’è il Mac, la macro- attività ambulatoriale complessa, che segue 45 pazienti in day hospital.

Politi: “I genitori devono approfondire le relazioni con i figli"

Siamo entrati nel Reparto di riabilitazione per i disturbi alimentari e di ansia dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano. Nel reparto acuti ci sono 19 posti letto dedicati alla salute mentale, in quello riabilitativo sono 19 per chi soffre dei disturbi del comportamento alimentare e poi c’è il Mac, la macro- attività ambulatoriale complessa, che segue 45 pazienti in day hospital. Il primario di tutta la struttura è la dottoressa Ernestina Politi, a cui abbiamo rivolto alcune domande per capire come intercettare i disturbi e quando intervenire.

 

“I genitori devono approfondire le relazioni con i figli in modo da potere parlare con loro non appena vedono un segnale di difficoltà. E’ meglio affrontare una intemperanza dell’adolescenza e quindi confliggere, piuttosto che lasciare andare sperando che sia una problematica momentanea. L’adolescente accetta il conflitto, che è sano, e rende la crescita più semplice.”

 

“Anche i disturbi alimentari come quelli psichiatrici, insorgono sempre prima. Già dal primo anno di scuola media bisogna osservare i comportamenti non solo alimentari ma tutte le sfumature. Tra i campanelli di allarme ci sono l’ansia da prestazione, il ritiro sociale, l’uso smisurato di alcol e di cannabis, l’eccessivo rimuginio, i pensieri ossessivi. L’ansia è all’origine di più comportamenti disfunzionali di quanto si vede. C’è un’ansia che arriva dal mondo social con cui bisogna imparare a convivere. Inutile pensare che i ragazzi possano vivere senza cellulare, bisogna che abbiano gli strumenti per valutare la distanza con la vita reale. Gli adolescenti devono poterne parlare con i genitori.”

Disturbi alimentari, si allungano le liste di attesa

Al San Raffaele le liste di attesa vanno da 30 a 60 giorni in riabilitazione. Negli acuti può essere ridotta. I posti ormai sono sempre occupati. “Chiedere aiuto quanto prima è importante. I genitori possono rivolgersi ai medici di famiglia e ai pediatri di famiglia oppure possono fare una visita psichiatrica il prima possibile. Anche psicologi e nutrizionisti spesso ci inviano segnalazioni. Quando la situazione è grave, e non si tratta solo di sottopeso, il primo accesso è nel reparto acuti. Il ricovero dura 10 giorni. Poi il paziente a seconda della condizione clinica può entrare nel Mac con il day hospital oppure proseguire in ambulatorio. In un terzo delle pazienti purtroppo si cronicizza il problema, le altre guariscono ma ci vogliono almeno due anni.”

Il podcast "Generazione anZia"

"Generazione AnZia”, è il podcast di Sky tg24 che parla della Generazione Z e dell’ansia, una fusione tra due parole e due entità spesso, entrambe, non così riconosciute. In questo podcast, a cura di Emanuela Ambrosino e Marianna Bruschi, l’approccio è stato quello di partire dalle storie e di affiancare sempre un riscontro medico. Insieme al Centro Giovani Ponti degli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano abbiamo raccolto le voci di Mirna, Matteo, Greta e Aurora. Hanno vissuti diversi, età simili, livelli diversi di ansia. Nel podcast sentirete il loro racconto, le sensazioni, le paure, le difficoltà, ma anche il percorso di terapia che li ha aiutati a poter dire “sì, oggi sto bene”. Insieme a loro ci saranno Angelo Bertani, che dirige il centro Giovani Ponti ed è psichiatra esperto di disturbi psicopatologici dell’età giovanile, e la psicoterapeuta Maria Rosaria Femiano, che al Centro dirige i gruppi adolescenti e compiti evolutivi. Sono disponibili le prime due puntate della serie, su tutte le piattaforme audio e sul sito di Sky tg24.  

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