Femminicidio Martina Carbonaro, la procuratrice: "L'ex fidanzato ha agito con crudeltà"
CronacaLa procuratrice di Napoli Nord Anna Maria Lucchetta: "Bisogna che ognuno di noi educhi i nostri figli a che cos'è l'amore". A Casoria un flash mob di studenti e studentesse contro la violenza di genere. Il ministro Valditara: "Abbiamo inserito nelle nuove linee guida sull'educazione civica l'educazione a relazioni corrette nei rapporti uomo-donna e al rispetto della donna come obiettivo di apprendimento"
"Non chiedete quanti colpi di pietra sono stati dati e dove è stata colpita perché questo solo l'autopsia lo stabilirà, ma posso dire che Alessio Tucci ha agito con crudeltà". A dirlo questa mattina la procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta, in conferenza stampa per spiegare quanto fatto dalla procura e dai Carabinieri dalla scomparsa di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa il 26 maggio ad Afragola (Napoli), al terribile femminicidio. Si è svolta ieri nel carcere di Poggioreale di Napoli l’udienza di convalida del fermo per Alessio Tucci, l’ex fidanzato. I reati contestati al 19enne, che ha confessato, sono di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.
Dalle ricerche al ritrovamento del corpo
"Per le ricerche siamo partiti dall'ultima cella agganciata dal cellulare di Martina che
indicavano come posizione lo stadio Moccia. Abbiamo capito che era morta quando abbiamo ritrovato gli occhiali da vista della ragazzina", ha spiegato la procuratrice in conferenza stampa. "Anche le immagini delle telecamere di video sorveglianza sono state fondamentali perché il campo Moccia è vastissimo. Quando abbiamo ritrovato il corpo di Martina sotto dei rifiuti, abbiamo chiamato Tucci che era a casa della ragazzina. Una volta in caserma, davanti all'evidenza dei filmati, ha ammesso di averla uccisa colpendola varie volte con una pietra trovata sul posto. Un'altra aggravante che abbiamo contestato e' la relazione affettiva che era interrotta. Tucci ha ammesso di averla uccisa perché la ragazzina non voleva più proseguire la sua vita con lui".
La procuratrice: "Educare i nostri figli all'amore"
"Questa vicenda mi ha fatto ricordare lo stupro di Caivano avvenuto due anni fa. Anche in quell'occasione erano minorenni le vittime e minorenni e giovanissimi i carnefici. Che fortunatamente sono salve, ma lese nella loro intimità", ha detto ancora la procuratrice. "Quindi io voglio rinnovare l'invito che già feci all'epoca - continua - ben vengano tutte le disposizioni normative per prevenire e reprimere questi reati, ma alla luce di quello che sta accadendo bisogna mettere in campo iniziative a monte a livello sociale, nelle scuole, nelle famiglie: bisogna che ognuno di noi educhi i nostri figli a che cos'è l'amore. Voler bene - ha concluso - significa accoglienza e non possesso".
Un flash mob contro la violenza davanti alla scuola di Martina
Intanto ieri sera, davanti all'ingresso della scuola frequentata da Martina, a Casoria, si è svolto un flash mob, e diverse persone hanno espresso i loro pensieri alternandosi negli interventi. Soprattutto pensieri rivolti alla ragazza uccisa, ma anche messaggi "contro il patriarcato", la violenza "da condannare sempre, "l'amore vero da insegnare a scuola. "Oggi ci siamo alzate per dire basta!", ha urlato una studentessa. "Sorelle, gridate per voi stesse e per tutte le sorelle uccise", ha aggiunto un'altra amica di scuola. Ed è stato letto il testo di un tema scritto da un ragazzo, che in un passaggio diceva: "Credici quando diciamo non siamo tutti uguali. Ci sono ragazzi che credono nell'amore. Quello vero". Tra i partecipanti anche il sindaco di Casoria Raffaele Bene.

Valditara: "A scuola educazione al rispetto delle donne"
In queste ore di dolore e sgomento si torna a parlare di prevenzione della violenza di genere e di educazione affettiva nelle scuole. Intervistato dal Quotidiano Nazionale, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha affermato che a partire da settembre 2024 "abbiamo inserito, ed è la prima volta che accade, nelle nuove linee guida sull'educazione civica l'educazione a relazioni corrette nei rapporti uomo-donna e al rispetto nei confronti della donna come un vero e proprio obiettivo di apprendimento. Questo significa che si tratta di temi che devono essere affrontati e studiati al pari delle equazioni o delle poesie di D'Annunzio", spiega Valditara. "Abbiamo anche specificato che l'educazione può passare attraverso il protagonismo diretto dei ragazzi nelle forme del Peer Tutoring: durante queste lezioni possono raccontare le loro esperienze, parlare dei loro problemi, confrontarsi". Per il ministro, "adesso è necessario far funzionare quello che abbiamo previsto. Bisogna portare avanti un percorso di formazione degli insegnanti che si trovano ad affrontare nuove tematiche e concretizzare gli apprendimenti anche in modalità interdisciplinare. È necessario, inoltre, far capire ai ragazzi le conseguenze di quello che fanno: nel caso di Afragola", dice, "il giovane rischia l'ergastolo".
Giulia Bongiorno: "Serve formazione per le famiglie"
Nei giorni scorsi un gruppo di circa 90 penaliste ha redatto e firmato un appello contro il ddl femminicidio. Una posizione a cui si è opposta la presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, intervistata dal Corriere della Sera: "'Femminicidio' è una parola che "non si può né si deve cancellare: anzi, ho trovato profondamente sbagliata la raccolta firme delle giuriste contro il nuovo reato", ha dichiarato l'avvocata, aggiungendo che "oggi i ragazzi crescono più velocemente di un tempo e forse potrebbe essere utile anche valutare la possibilità di abbassare l'età dell'imputabilità da 14 a 12 anni". E sottolinea: "Oltre al piano legislativo, io sono per campagne a tappeto, quasi con vademecum per le ragazze per far capire a cosa devono stare attente: alla gelosia, all'ipercontrollo, ai divieti del partner, alla voce alzata, al famoso 'ultimo appuntamento'. Ma serve formazione anche per le famiglie, perché si impongano e non lascino i ragazzi in balìa di immagini, seduzioni, modelli che non hanno la maturità per filtrare". Poi aggiunge: "Serve un grande patto politico, istituzionale, generazionale. C'è in ballo la sicurezza di ogni donna, ma anche il futuro di un'intera generazione".
