Due milioni di euro per la salute mentale dei ragazzi, il bando della Fondazione Cariplo

Salute e Benessere

Fondazione Cariplo presenta la terza edizione del Bando Attenta-mente, portando le risorse complessivamente stanziate dal 2022 ad oggi a oltre 11 milioni di euro. L'obiettivo è costruire per minori e famiglie forme di supporto e cura tempestive, ben calibrate sul piano educativo, sociale e sanitario

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Due milioni di euro di budget per la salute mentale e il benessere psicologico ed emotivo dei ragazzi. La Fondazione Cariplo ha presentato stamani la terza edizione del Bando Attenta-mente, portando le risorse complessivamente stanziate dal 2022 ad oggi a oltre 11 milioni di euro. Il desiderio è garantire interventi diffusi e capillari, articolati e sistemici, in grado di generare valore per le traiettorie di vita di ragazzi e famiglie a rischio e in sofferenza, stimolando la partecipazione coordinata di attori del terzo settore, del mondo sanitario e della scuola. Il bando 2024, in continuità con le edizioni precedenti, ha l’obiettivo di intercettare precocemente situazioni di disagio emergente o sommerso e aumentare la capacità dei territori di costruire per minori e famiglie forme di supporto e cura tempestive, ben calibrate sul piano educativo, sociale e sanitario. Attenta-mente si rivolge a reti di soggetti non profit, privati e pubblici: terzo settore, servizi di neuropsichiatria, scuole, e tanti altri attori della comunità. Gli enti interessanti hanno tempo fino al 2 luglio 2024 per candidarsi. "Siamo consapevoli che, oltre a iniziative come questa, che punta a sostenere risposte verso chi si trova già in una fase acuta e difficile, dobbiamo, parallelamente, strutturare interventi che aiutino le nostre comunità e le famiglie a dare, ai ragazzi e ai bambini, opportunità per tornare a vivere relazioni arricchenti, le amicizie e momenti di serenità” . A parlare è Giovanni Azzone, il Presidente di Fondazione Cariplo.

Le prime due edizioni del bando

Le prime due edizioni di Attenta-mente Grazie alle prime due edizioni del bando sono già attivi 57 progetti in tutta la Lombardia e nelle province di Novara e VCO: oltre 750 gli attori coinvolti (terzo settore, neuropsichiatrie, consultori, scuole, comuni e università, per arrivare fino alle consulte giovanili, alle rappresentanze studentesche e al mondo dello sport), in campo a favore di bambini e ragazzi e delle loro famiglie. I progetti cercano di intercettare il sommerso di sofferenza emotiva e psicologica tramite strumenti digitali – app, numeri verdi, canali WhatsApp e profili Instagram dedicati – e azioni di prossimità negli spazi di vita quotidiana dei ragazzi. Per i disturbi “conclamati”, si affiancano i percorsi terapeutici con azioni di natura sociale, educativa e psicologica. E poi ancora: attività di formazione-sensibilizzazione agli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, istruttori sportivi, ma anche pediatri e medici di base…) per imparare a cogliere e gestire i segnali di difficoltà e i disturbi. E soprattutto poi dare voce e strumenti ai ragazzi, perché possano alzare la mano, raccontare, prendere in mano il loro progetto di vita. Dai dati di monitoraggio del Bando Attenta-mente presentati oggi al MEET emerge che sono più di 4mila i minori e le famiglie in condizioni di malessere intercettati e seguiti finora dai 34 progetti della prima edizione, oltre 12mila i bambini, ragazzi e genitori coinvolti in azioni di promozione del benessere, 5mila i professionisti interessati o formati, 100mila le persone raggiunte da azioni di informazione e sensibilizzazione.

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La ricerca

Una fotografia del problema Il sostegno ai progetti si è mosso in parallelo alla raccolta di dati e allo studio dei fenomeni in atto. Nel corso della mattinata Fondazione Cariplo ha infatti presentato il nuovo Quaderno “Neurosviluppo, salute mentale e benessere psicologico di bambini e adolescenti”, che contiene gli esiti di una ricerca basata sull’analisi degli accessi ai servizi sanitari in Lombardia avvenuti prima, durante e dopo la pandemia, dal 2015 al 2022. Lo studio include tutto l’ambito dei disturbi del neurosviluppo, quindi sia neurologici che psichiatrici. La ricerca è stata coordinata dall’Università di Pavia che ha attivato un team interdisciplinare di esperti provenienti anche da altre realtà (Università di Milano Bicocca e di Brescia, Fondazione IRCCS «Ca' Granda» Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Fondazione IRCCS Mondino, ASST Spedali Civili di Brescia e Regione Lombardia). Sono stati analizzati oltre 100 milioni di record anonimi di accessi al pronto soccorso, dimissioni dai reparti ospedalieri, prestazioni ambulatoriali, prescrizioni farmacologiche e percorsi di residenzialità terapeutica.I dati relativi al 2022 evidenziano che 137.444 bambini e ragazzi si sono rivolti al sistema sanitario regionale per disturbi neuropsichici di diversa gravità: 110 mila sono stati seguiti in ambulatorio, quasi 25mila in pronto soccorso, più di 17 mila assumono psicofarmaci, quasi 7mila sono stati ricoverati almeno una volta, oltre 500 hanno intrapreso un percorso in comunità terapeutica. Inoltre, nel 2022, il 51% di tutti i ricoveri per disturbi psichiatrici e il 79% di quelli per disturbi neurologici è avvenuta in reparti inappropriati, come pediatria e psichiatria adulti, invece che in posti letto di neuropsichiatria. Importanti criticità si riscontrano nella continuità di cura tra ospedale e territorio, perfino per situazioni a rischio di vita quali i comportamenti autolesivi e suicidari nonostante l’enorme sforzo in atto per garantire risposte: i dati dicono che il 74% di chi accede in Pronto Soccorso non ha contatti con gli ambulatori territoriali nello stesso anno. 

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Prevenzione

La ricerca restituisce una fotografia importante della domanda e risposta di cura, ma parziale, poiché è relativa a chi ha già un disturbo e riesce ad accedere ai servizi: mancano informazioni sulle liste d’attesa, su chi non ha ancora un disturbo conclamato ma ha una situazione a rischio elevato o difficoltà psicologiche, quindi l’analisi riguarda solo la punta dell’iceberg. La saturazione del Sistema e la maggiore complessità dei casi seguiti impediscono infatti la presa in carico (e la fotografia) della reale domanda. In questo contesto già sofferente e con risorse limitate, spiccano alcuni dati in crescita, che superano i trend già in aumento prima della pandemia: riguardano le femmine, gli adolescenti, i disturbi psichiatrici, gli agiti suicidari e il ricorso a psicofarmaci. Le femmine sorpassano i maschi per ricorso a farmaci, accessi al PS, ricoveri in ospedale e avvio di percorsi di residenzialità terapeutica. Aumentano inoltre i ragazzi con ideazione suicidaria o comportamento autolesivo/suicidario accolti per la prima volta in pronto soccorso o in reparto: passano da un andamento sostanzialmente stabile nel periodo pre-Covid (112 nel 2016 e 115 nel 2019) a 333 nel 2022 (+189%). L’impatto del COVID sulle nuove generazioni è appena cominciato, proseguirà per molti anni, e in particolare sulle popolazioni più vulnerabili come i minori di famiglie fragili (genitori con difficoltà socioeconomiche, con problemi di salute mentale), minori in contesti problematici e poveri di servizi, ma anche di origine straniera, bambini piccoli, bambine e ragazze. L’emergenza sugli adolescenti e sui disturbi psichiatrici comprime infatti le possibilità di intercettazione precoce e cura tempestiva dei più piccoli e delle problematiche neurologiche o di linguaggio e apprendimento.

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