Giornata Mondiale Salute Mentale, parlarne è importante: le star che hanno rotto il tabù
Nel 1992 venne istituita la Giornata mondiale della salute mentale, un’occasione di sensibilizzazione sul tema promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità. Depressione, ansia, disturbi ossessivo-compulsivi e altre patologie della psiche non sono più tabù anche grazie alla forza d’animo di esponenti del mondo dello spettacolo, italiano e internazionale, che hanno rotto il silenzio: più se ne parla, più facile si affronta. Vediamo chi di loro ha deciso di parlare di salute mentale senza vergogna
Olivia Cooke, oggi star della serie The House of the Dragon, all’inizio della carriera, prima dei 20 anni, ha lavorato in produzioni come Bates Motel e Ready Player One. Al The Guardian ha ammesso di aver dovuto imparare a gestire episodi di forte ansia e depressione sviluppati all’epoca: giovane, lontana da casa e dagli affetti che in molti casi possono rappresentare una rete di sicurezza. Trasferitasi negli Stati Uniti attorno al 2016, nel 2019 ha deciso di tornare a vivere a Londra e al Guardian ha dichiarato che questa è stata una scelta risolutiva.
La modella e attrice Cara Delevingne ha iniziato a parlare apertamente del suo complesso malessere mentale diversi anni fa. In più occasioni, conversando con i media, ha descritto la rabbia provata da piccola quando veniva scambiata per un maschio a causa del suo look oppure il disagio di essere entrata “tardi” nell’età dello sviluppo rispetto a sue coetanee. Intraprendere una nuova carriera da attrice, dopo quella nella moda, sembra averla aiutata a trovare un equilibrio e uno scopo personale.
Cara Delevingne preoccupa amici e fan. Da giorni chiusa in casa
L’attore protagonista di Deadpool, Ryan Reynolds, oggi marito di Blake Lively e padre di tre figli, lotta da tempo con una forte ansia d’apparizione in pubblico. Durante un’intervista alla CBS Sunday, descrisse la successione di emozioni provate subito prima di essere chiamato dal conduttore di un talk: “Dietro le quinte penso ‘Appena salirò sul palco starò malissimo, potrei anche morire’. Poi invece l’ansia si trasforma in adrenalina e va tutto bene”, a dimostrazione del fatto che un problema mentale presenta sempre molte sfaccettature differenti.
Il cantante Ultimo ha dedicato un intero album al tema della salute mentale: Solo, uscito nel 2021, dove analizza l’universo interiore di una persona ponendo l’accento su solitudine e disperazione. A questo proposito, scrisse un lungo post su Instagram: “Oggi, soprattutto tra i miei coetanei, si tende a respingere il dolore ai margini di sé stessi, accettando una condizione di benessere mediocre”. Per il cantante, parte del problema è la continua “sovra-prestazione” alla quale si pensa di dover tendere: Il dolore e la solitudine non devono essere innominabili”.
L’estetica dei video e i testi dei brani di Billie Eilish sono sia un trattato sul malessere mentale sia un manifesto per la guarigione. Dismorfismo corporeo, depressione, sindrome di Tourette e disturbi durante la crescita sono argomenti di cui l’artista ha parlato più volte, ma solo per dimostrare che superare certi ostacoli è possibile. “Penso che ascoltare musica sia curativo – ha dichiarato al The Guardian – ma non credo che fare musica lo sia. La cosa principale è concentrarmi su quello che faccio e ricordarmi cosa sono riuscita a ottenere”.
Miley Cyrus è un’altra superstar internazionale che ha deciso di comunicare in maniera semplice e diretta l’importanza di curare la propria salute mentale. Dopo aver sofferto di depressione da giovane a causa dell’acne e aver vissuto dei periodi di forte stress per via della carriera e della vita sentimentale, la cantante ha attraversato un periodo di forte cambiamento e maturazione che l’ha aiutata a superare il periodo più nero. Ora, come sottolinea più volte nelle interviste, riesce a dormire più tranquillamente e soprattutto si sente a posto con sé stessa.
Nel 2020, in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio e dell’uscita del singolo OK not to be Ok, Demi Lovato comunicò su Twitter il fatto di aver avuto pensieri suicidi e aver sofferto di depressione: "Sono la prova vivente che non bisogna mai cedere a quei pensieri”. Lovato, successivamente, ha spesso parlato pubblicamente dei suoi problemi con bulimia e disturbo bipolare. Oggi continua il percorso di cura, ed è un esempio del fatto che non bisogna smettere di provare a stare meglio.
Attore ed ex-wrestler, Dwayne Johnson è la dimostrazione che anche l’uomo in apparenza più virile può soffrire a causa del malessere psicologico e deve esprimersi se vuole cercare di guarire. "La lotta e il dolore sono reali", dichiarò in un’intervista del 2020 nella quale affermava di aver trascorso periodi in cui piangeva in continuazione. L’importante, come ripetono tutti coloro che hanno intrapreso un percorso di riabilitazione psicologica, è non sottovalutare la situazione e non avere paura di aprirsi.
Winona Ryder negli ultimi anni è tornata alla ribalta grazie al successo della serie Stranger Things e con questa anche la sua passata storia legata alla cleptomania e alla depressione. Di recente, Winona ha anche dichiarato chiaro e tondo di essere stufa di sentirsi stigmatizzata per via della sua spiccata sensibilità: “Avere questa qualità non è una cosa sbagliata. Ci sono stati momenti in cui ho lasciato che fosse una sensazione opprimente e vergognosa, ma bisogna superare questa visione e accettarsi".
“È ok non sentirsi ok”, ecco quale consapevolezza è riuscita a raggiungere la cantante e attrice Selena Gomez dopo che nel 2020 le è stato diagnosticato un disturbo bipolare. Il suo percorso di accettazione è passato anche attraverso l’allontanamento dai social network, che troppo spesso diventano un veicolo di messaggi sbagliati per le persone. L’inizio del miglioramento è arrivato con la diagnosi di bipolarità: conoscere il problema è il primo passo per affrontarlo.
Anche il rapper Marracash ha scritto per buttare fuori il malessere interiore accumulato. A proposito dei temi affrontati nell'album Persona del 2021 ha detto: “Non ho problemi a condividere quello che ho passato – parlando degli attacchi di panico di cui ha sofferto – perché mi rendo conto che per molti sono una specie di fratello maggiore”. “Viviamo in un mondo dove ci mostriamo per quello che non siamo. Ci sono state tantissime cose che mi hanno portato alla malattia, la mia missione è diventata scrivere di tutto questo”.
Neanche The Boss è stato immune ai problemi mentali che colpiscono gli interpreti dello spettacolo. Nella sua biografia, Born to Run (2009), ha rivelato: “Quando sono sul palco è l’unico momento nella mia esistenza in cui ho il controllo di quello che sta succedendo, delle mie emozioni e del mio stato d’animo”. Bruce, sempre nel libro, ha raccontato con sincerità la sua lunga battaglia contro la depressione: “Tendiamo sempre a cercare un motivo per spiegarla, ma la ragione non c’è. Se riesci a riconoscerla e a rilassarti, passerà”.
Brad Pitt, in una recentissima intervista a GQ, ha ammesso senza mezzi termini di aver sofferto, anche in età matura, di una forma lieve di depressione e dipendenza da alcol. La parte più difficile è stata ritrovare l'equilibrioo: “Mi sono sempre mosso con la corrente, alla deriva – ha affermato – solo dopo aver fatto i conti col malessere, cercando di accettare tutti gli aspetti di me stesso, sono stato in grado di catturare anche momenti di gioia".
The Mask, Ace Ventura, Il Grinch, Scemo e più scemo, The Truman Show, Bugiardo bugiardo… Quanti altri film cult hanno avuto la fortuna di avere l’attore Jim Carrey come protagonista? Tanti. Eppure, anche per lui, la fama ha avuto un prezzo altissimo. “Ho sofferto per anni di depressione – dichiarò in un’intervista al Corriere – e sono sempre stato onesto perché non è più la mia compagna costante, come un tempo. Ora non mi sento più affogare perché mi sono reso conto che è come la pioggia, ti bagna, ma non si posa abbastanza da sommergermi”.
Catherine Zeta-Jones ha dato dimostrazione di coraggio e determinazione quando diede la notizia che le era stata diagnosticata una forma di bipolarismo maniaco depressivo: rese pubblica la sua condizione spiegando di trovarsi da cinque giorni in cura in un centro di riabilitazione specializzato. Certe patologie possono svilupparsi a partire da un lutto, una rottura sentimentale importante, un trauma psicologico derivato dalla situazione professionale che si vive: tutto può contribuire e per questo bisogna tenere alta l’attenzione.
Quella dell’attore Stephen Fry è una storia di vita pazzesca: un’infanzia difficile, un’adolescenza segnata da alcuni errori e poi il riscatto con lo studio della letteratura inglese al Queen’s College, l’attivismo politico e una carriera come attore, autore e regista. A 37 anni, poi, la diagnosi di bipolarità e la decisione di parlarne pubblicamente fin da subito: "Voglio farlo per evitare i preconcetti” spiegò in un’intervista. “Se si informano le persone, capiranno che siamo proprio come loro, solo con qualcosa in più".
Negli ultimi anni tantissimi attori, attrici, cantanti e interpreti dello spettacolo hanno smesso di nascondere o dissimulare le difficoltà personali che bisogna affrontare in un lavoro che espone le persone ventiquattr’ore su ventiquattro. Tra i più giovani, Shawn Mendes ha avuto la prontezza di fermarsi prima di arrivare al punto di non ritorno. Il suo tour estivo, infatti, ha avuto una battuta d’arresto quando Shawn ha capito di doversi allontanare dal palco per prendersi cura di sé e ritornare, dopo, con più entusiasmo.
Della determinazione dei giovani Sangiovanni è l’esempio più luminoso. Diventato famoso in breve tempo, ha subito messo in chiaro che la cosa più importante per lui, per mantenersi con i piedi per terra e avere contatto con la realtà, è mettere la salute mentale sua e degli affetti al primo posto. “Ho iniziato a fare musica in un momento buio – ha raccontato – ho pensato che la musica mi salvasse, e l’ha fatto”. Il percorso è fatto di alti e bassi: “Tengo fissa una delle cose che mi ha insegnato il mio terapeuta: ogni sofferenza ha la sua dignità”.
Le nuove generazioni di attori e attrici sono, in un certo senso, “condannate” a rapportarsi con i social network, che sono un modo per comunicare, uno spazio dove i fan si profondono in complimenti e i detrattori attaccano verbalmente. Il modo per gestire questo tipo di pressione dipende da persona a persona. Tom Holland ha deciso di prendersi una pausa da post, tweet e storie Instagram sovra-stimolanti: “Mi lascio prendere, come una spirale, quindi è molto dannoso per la mia salute mentale. Ho deciso così di fare un passo indietro ed eliminare le app”.
Una strategia differente è quella adottata dalla nostra bravissima Matilda De Angelis, che utilizza i social come veicolo per parlare delle sue insicurezze e, così facendo, dimostrare la sua vera forza. Parlando di attacchi d’ansia, stress e condividendo foto senza filtri, con i segni dell’acne visibili sul volto, ha trovato la chiave per sensibilizzare rispetto all’ansia provocata dall’apparire sempre al top della forma: “Le nostre paure – ha scritto una volta – ci possono paralizzare o possono diventare una grande forza, sta a noi scegliere la strada”.
Chiudiamo la gallery nominando una patologia ancora sottovalutata: la depressione post-parto. Molte donne la nascondono o non si rendono conto di soffrirne e Adele è stata una di loro. Ha dichiarato di essersi resa conto di aver “perso qualcosa di sé” con la nascita del figlio Angelo: “Qualcosa che non tornerà più: la possibilità di poter essere e poter fare quello che vuoi quando vuoi”. Il messaggio per tutte coloro che stanno vivendo una difficoltà simile alla sua è non bisogna vergognarsene, bisogna reagire grazie all’aiuto di amici, familiari e professionisti.
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