Joan Thiele, al Safety Love: "Questo lavoro è il grande sogno della mia vita"
Musica ©IPA/FotogrammaL'artista di Desenzano del Garda sarà protagonista il 23 giugno a Pordenone di una serata che avrà come temi centrali la sicurezza e la salute sul lavoro. L'INTERVISTA
Salute e sicurezza del lavoro passano anche attraverso la musica. L'appuntamento è a Gorizia il 23 giugno 2025, a partire dalle ore 21, in Piazzale della Casa Rossa: è la serata della seconda edizione di Safety Love, che coniugherà, appunto, l'intrattenimento ai temi legati alla salute e sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è raccogliere firme di adesione alla Carta di Urbino. Sul palco si alterneranno dieci artisti, ognuno dei quali darà voce a uno dei principi elencati nella Carta di Urbino, decalogo elaborato dalla Fondazione Nazionale Sicurezza Rubes Triva e dall’Osservatorio “Olympus” dell’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, che ha come scopo quello di sollecitare una riflessione sulla tutela della salute, della sicurezza e del benessere di chi lavora. Il cast completo è formato da Anna Ferzetti, Ermal Meta, Francesca Michielin, Joan Thiele, Leo Gassmann, Levante, Mario Biondi, Piero Pelù, Serena Brancale e Settembre, tutti accompagnati dall’Orchestra Giovanile Filarmonici Friulani, diretta dal Maestro Marco Battigelli, con la direzione artistica di Massimo Bonelli. Il concerto verrà aperto dalla band SOS – Save Our Souls.
Joan 23 giugno 2025 sarai a Gorizia per la seconda edizione di Safety Love. C’è stato un momento nella tua storia in cui il concetto di sicurezza e salute, anche interiore, mentale, è diventato centrale? Nel caso come quel vissuto ti accompagnerà oggi su quel palco?
E' una tematica cui sto pensando molto in questo periodo, mi faccio una serie di domande. Il mio è un lavoro molto bello, partito da una passione e da una urgenza e sono grata che sia diventato la mia professione. Mi sveglio la mattina e sono felice di fare questo lavoro ed è il grande regalo della mia vita. Poi ci sono poi una serie di incombenze che non si immaginano quando da bambini si sogna che la musica diventi una professione.
Cosa comportano quelle che tu chiami incombenze?
E' impegnativo soprattutto in un ambiente come il music business italiano, che ha numerose dinamiche psicologiche. La salute connessa al proprio percorso professionale è un tema importante: personalmente ho avuto e ho spesso momenti di down a livello psicologico. Gli amici, la psicologa, avere tempo per me, avere coscienza del momento storico in cui viviamo è ciò che mi aiuta. La bellezza della musica in questo senso è che fa stare bene.
Quali sono le difficoltà incontrate nel tuo percorso in ottica Safety Love?
Ci son momenti in cui non vedo chiaramente il mio percorso, gli altri lo vedono ma io no ed è complicato, Poi ci son tante persone con cui lavoro, c’è un team che sta intorno alla me artista: ecco perché dico che crollare si può ma sempre in modo laterale. Bisogna evitare di farsi trasportare da strani pensieri, dall’idea che vada sempre tutto bene e sia tutto giusto anche quando non è così.
Stai facendo tanti live e sei in costante movimento. Recentemente su Instagram hai creato una playlist per viaggiare. Quali sono i pezzi per te immancabili?
Sono tornata completamente sotto ai Beatles e a John Lennon. Mio fratello lavora per il Fondo Archivio Beatles, un archivio privato italiano che sta nascendo ora a Milano dove c'è tantissimo materiale sui Fab Four: dischi, scratchbook, acetati insomma di tutto. É un luogo di cui approfitto per trovare ispirazione e dunque loro li sto riscoprendo. Un’altra cosa che sto facendo in questo periodo è riascoltare musica che amavo da adolescente e che mi riattiva quelle sensazioni che avevo da quindicenne come il mondo Jefferson Airplane o i Led Zeppelin per citare un paio di nomi.
C'è qualcosa che nei tuoi ultimi lavori è passato un po' sottotraccia?
Nel mio disco compare la mia migliore amica, Sara Tosoni, che è una cantante d’opera ed era mia compagna di classe al liceo. In questo disco ho preso l’audio di alcuni video di momenti significativi per me dal mio cellulare e li ho messi nell’album. Una sera fuori da un locale Sara cantava l’Ave Maria con particolari occhialini, ho preso un pezzettino di quel sonoro e l’ho messo in Cruz.
C'è un brano tuo che in qualche modo ti ha guarita eppure ancora oggi ti fa ancora un po’ male cantarlo?
Puta e Bacio sulla Fronte sono terapeutici per me. Io sono molto legata al femminile, c’è il tema ricorrente della puta e della santa, ruoli fittizi che, in qualche modo, che noi donne spesso vengono appiccati in società.
Cosa direbbe di te l’adolescente che eri se ti vedesse oggi?
Di romper meno le palle, di esser meno maniaca del controllo, di vivere un po’ di più distaccata cose ed esser più chill.
Nel tuo ultimo album giochi con riferimenti a colonne sonore italiane anni Sessanta e Settanta. Se la tua vita fosse un film dell’epoca, quale colonna sonora sceglieresti per questo momento della tua carriera?
La ragazza con la pistola: quel film è una mia super reference da sempre. In quel film Monica Vitti mi fa riflettere sull’evoluzione del personaggio, su come cambia come donna, sulle costruzioni sociali che spingono a esser in un dato modo, sulla grinta, la violenza e poi la pace.
