
La Prima Estate, Air, St.Vincent e Calibro 35 illuminano il Giorno 2 del Festival
Air e St.Vincent: bellezza, eleganza e teatralità hanno un nome. Il duo francese, che torna in Italia per questa unica data a La Prima Estate, suona lo storico Moon Safari, album spartiacque della musica internazionale. Ad anticiparli la cantautrice americana, artista dai mille volti, amatissima da David Byrne e che con l'album "All Born Screaming" ha conquistato critica e platee. Prima di loro gli straordinari Calibro 35, preceduti da Prima Stanza A Destra e Le Nora. Il racconto dell'inviata

Non si può parlare degli Air senza raccontare Moon Safari, album in studio del gruppo francese pubblicato nel 1998. Pietra miliare della musica elettronica francese, l'album viene è e resta una delle pubblicazioni migliori degli artisti. Moon Safari è il protagonista anche a La Prima Estate, dove gli Air sono headliner insieme a St.Vincent nella serata di sabato 21 giugno
La Prima Estate, l'artista del giorno: St. Vincent, tra cantautorato e teatralità
Non solo un concerto, ma quasi un'esperienza mistica, vissuta attraverso le note e le melodie di uno degli album già classici della discografia internazionale: di Moon Safari abbiamo parlato proprio con Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel, creatori e cuore degli Air: in un'intervista a Sky Tg24 hanno raccontato che mai avrebbero immaginato che questa musica sarebbe diventata quasi un cult, e non solo per gli appassionati

L'idea di aver dato vita ad un French Touch, una sorta di corrente impressionista della musica elettronica, li rende felici e onorati, ma ancora quasi increduli di tutto quello che è accaduto negli anni. "Quando abbiamo iniziato abbiamo creduto su un tipo di musica che ancora non si faceva, ma era quello che piaceva a noi" ci hanno raccontato. Non avete mai avuto la paura di fallire? ho chiesto loro. La risposta di Godin e Dunckel è stata magistrale: "Abbiamo solo fatto quello che piaceva a noi. E nell'arte non si deve avere paura di sbagliare"

Il loro concerto è stato perfetto nei suoni, negli spazi, nei colori e nelle vibrazioni: vestiti di bianco e raccolti in uno spazio ben definito, quasi una casetta degli Air, Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel hanno iniziato lo show con La Femme D'Argent, tratto proprio dall'iconoco album Moon Safari

Il primo momento di apoteosi, però, si vive poco dopo, quando si sentono le prime note di Sexy Boy: l'inconfondibile melodia del brano, unita all'immagine del gorilla tra le stelle (immagine chiave di Moon Safari), ci riportano indietro nel tempo, ma contemporaneamente ci proiettano nel futuro. Incredibile come questa musica possa sembrare parte della storia passata ma anche e soprattutto di quella che verrà

Il bianco è il colore simbolo della scena, parte della scenografia stessa, e trasforma il concerto in un'esperienza di un altro pianeta. Bellissimo a dire poco

Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel nascono entrambi a Versailles, in Francia, ma si incontrano soltanto quando iniziano a frequentare il conservatorio di Parigi. Tra le loro influenze principali gli artisti Tomita, Jean-Michel Jarre e Vangelis, maghi dei sintetizzatori e del moog, il loro strumento preferito

Come ultima domanda, ho chiesto a Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel chi sono gli Air oggi: "Siamo un po' superstiziosi e preferiamo non pensare al futuro, ma guardiamo a ciò che abbiamo e che stiamo ancora facendo oggi, ovvero la nostra musica", mi hanno raccontato

Questi i brani del concerto a La Prima Estate: La Femme d'argent, Sexy Boy, All I Need, Kelly Watch The Stars, Talisman, Remember, Ce matin là, New Star In The Sky, Le Voyage De Pénélope, Venus, Cherry Blossom Girl, Run, Highschool Lover, Dirty Trip, Don't Be Light. La chiusura è stata affidata a Alone in Kyoto e Electronic Performers

Il concerto degli Air a La Prima Estate? Sicuramente sul podio dei migliori tre concerti in assoluto di tutte e quattro le edizioni del Festival, fino ad oggi

St.Vincent è la seconda headliner del Giorno 2 a La Prima Estate. Puntualissima, Annie Clark sale sul palco alle 20.40: il suo inizio sembra quasi una preghiera che diventa corale nel corso del concerto, in cui la cantautrice si descrive attraverso i suoi brani più identificativi (e non necessariamente più noti)

Accompagnata da una band che la segue in tutti i suoi concerti, St.Vincent riesce sempre a colpire nel segno, unendo una giusta dose di teatralità al cantautorato rock di cui lei è un'ottima esponente. L'aveva promesso che questo sarebbe stato uno show molto rock, l'aveva raccontato anche in un'intervista realizzata proprio con Sky Tg24 circa due settimane fa

Teatrale, sì. Elegante, moltissimo. In alcuni momenti dello show, però, sembra eccedere nel suo personaggio, superando a tratti il confine tra l'essere e l'interpretare. Ma forse è anche questa la potenza di vivere con forza la musica che crei, proprio come fa St.Vincent

Nell'intervista di qualche settimane fa le avevo chiesto se ci sono dei brani che preferisce ad altri: "Certo che sì. Ma quando preparo le scalette del tour mi chiedo che storia voglio raccontare. Quindi provo a dare nuova vita alle canzoni, anche quelle del nuovo album, mettendole insieme ad alcuni classici che possono piacere a tutti. Bruce Springsteen dice sempre che un artista deve saper creare uno shock ma anche consolare con le persone con la musica, e credo sia una regola perfetta per tutti noi"

Cosa augura St.Vincent a chi la va a sentire dal vivo? “Libertà. La libertà di vivere ogni emozione: c’è chi verrà a sentirmi e vorrà scaricare della rabbia, o chi vorrà piangere. O magari c’è qualcuno che vedrà della bellezza nel mio show: ecco, a tutti auguro di trovare uno spazio, anche solo per un’ora e mezza, dove stare bene"

Tra i musicisti che suonano con St.Vincent ci sono Jason Falkner (chitarra, voce), Mark Guiliana (batteria), Rachel Eckroth (tastiere, voce) e Charlotte Kemp Muhl (basso, voce)

Annie Clark ha debuttato come St. Vincent nel 2007 con Marry Me, diventando rapidamente una delle figure più innovative e affascinanti della musica moderna. Tra i suoi album successivi ci sono Actor (2009), Strange Mercy (2011), e il suo quarto album omonimo, che ha vinto il Grammy nel 2014 come Miglior Album Alternativo. Nel 2017, il suo quinto album MASSEDUCTION ha portato St. Vincent nella top 10 delle classifiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito

Con Daddy’s Home del 2021, St. Vincent ha catturato il glamour post-sbornia e la grintosa atmosfera seppiata del centro di New York negli anni Settanta, ricevendo un'accoglienza entusiastica e vincendo il secondo Grammy per il Miglior Album Alternativo

Dopo un tour mondiale nel 2021-2022 che ha riaffermato St. Vincent come una delle forze principali della musica live, con esibizioni da headliner in luoghi iconici come l'Hollywood Bowl e il Radio City Music Hall, Clark ha iniziato a lavorare al suo settimo album: il primo interamente autoprodotto (dopo aver co-prodotto tutti i suoi precedenti lavori). All Born Screaming, uscito nel 2024, mostra St. Vincent nella sua veste più primitiva e autentica.

All Born Screaming, che ha ricevuto importanti riconoscimenti da pubblico e critica (e Grammy) è un equilibrio perfetto tra desolazione spirituale e accettazione estatica. "Se nasci urlando, è un ottimo segno," ha detto St.Vincent, "perché significa che stai respirando. Sei vivo. Mio Dio, è una gioia. E allo stesso tempo è una forma di protesta. In un certo senso, nasciamo tutti protestando. È spaventoso essere vivi, ma è anche un'estasi. È tutto."

I Calibro 35 non sono una band per sè, ma una vera esperienza. Protagonisti della seconda giornata del Festival, i musicisti e compositori hanno portato dal vivo anche alcuni dei brani dell'ultimo album, pubblicato lo scorso 6 giugno, Exploration. Articolato in undici tracce, di cui tre composizioni originali, è il nono album della band e arriva a due anni di distanza dal disco Nouvelles Aventures, ma soprattutto appresenta lo sviluppo del precedente EP Jazzploitation

“Diciotto anni dopo si torna a fare quello che facemmo nel primo disco, ossia prendere materiale altrui e farlo nostro. Dopo l’esperienza di Jazzploitation, che abbiamo definito una ‘rapina alla Calibro’, un’incursione nel mondo del jazz, continuiamo a confrontarci con alcuni ‘classiconi’”: queste le parole della band per parlare di Exploration. Il gruppo è nato a Milano quasi due decenni fa come progetto di ricerca sui suoni della golden age delle colonne sonore italiane

In un'intervista realizzata proprio con noi a La Prima Estate, i Calibro hanno descritto cosa significa essere una band libera, oggi: "Siamo musicisti, produttori, arrangiatori e facciamo quello che ci piace. Ora la vera libertà è la gestione del proprio tempo, cosa che non è così scontata. Noi, oggi, usiamo il nostro tempo secondo le nostre necessità, e va bene così” ci hanno detto

Ed essere musicisti, oggi, è difficile? “Sì e no. Ovvero: c’è molto più spazio, c’è più accessibilità agli strumenti, cosa che nel passato non era così comune. Allo stesso tempo, però, se non si vuole prendere parte delle logiche degli stream e delle vendite, fare il musicista è piuttosto complicato” hanno raccontato accennando un sorriso

E sul metodo di creazione dei Calibro 35 nessuno di loro ha dubbi: “Registriamo liberi, senza metronomo, limitando al minimo le sovraincisioni per tenere l’immediatezza di quello che succede nella stanza. Alla fine escono anche tre pezzi nostri, frutto diretto di tutti gli stimoli che ci siamo dati. E siamo molto bravi a controllare l'ego di ciascuno di noi" hanno spiegato nella nostra intervista

"Ognuno di noi è un piccolo ricercatore, e poi mettiamo a disposizione dei Calibro 35 quello che abbiamo scoperto e raccolto. Ci confrontiamo molto e tra noi c’è una stima reciproca, anche musicale. Il fatto di essere una band oggi che resiste alle intemperie? Ci aiuta molto il fatto di essere una realtà strumentale, e non dobbiamo confrontarci su testi e parole. Quando entriamo in studio e vogliamo rompere il ghiaccio buttiamo giù delle idee e si va. Senza scrivere” hanno aggiunto alla nostra conversazione

Dopo la data a Lido di Camaiore per La Prima Estate, i Calibro 35 il 20 luglio saranno al Teatro Romano di Verona, poi il 28 luglio a Napoli, l’8 agosto a Locorotondo per il Locus Festival, il 4 settembre a Catania per Ricci Weekender e il 10 ottobre a Roma (Forte Trionfale). Tra novembre e dicembre ci saranno anche le prime date internazionali, tra cui Atene, Barcellona, Berlino, Parigi e Londra

Le Nora, nome d'arte di Eleonora Vella, cantautrice umbra classe 1993, è la giovane artista che apre la seconda giornata di musica a La Prima Estate. Le Nora è tra le voci vincitrici del contest organizzato al Detune di Milano. Di lei scrive: "Sette anni londinesi la portano a spaziare dall’hard rock al reggae, passando per progetti inediti underground suonati sui palchi di tutto lo UK e collaborazioni come autrice per i Tileyard studios di Mark Ronson"

Ma aggiunge anche queste caratteristiche: "Galeotto fu un viaggio in solitudine in Thailandia durante il quale nasce inaspettatamente Le Nora, il suo primo progetto solista in lingua madre. La voce è il suo mezzo creativo principale, l’energia inesauribile (o quasi) il suo motore più forte. Una vena pop e un’aorta sperimentale scandiscono il beat dei suoi brani che trasudano vita e sincerità, con l’irriverenza di chi non ha più voglia di mettere filtri ai sentimenti"

Tra le sue influenze musicali cita le seguenti artiste: Janis Joplin, Antonella Ruggiero, Gershwin, Battisti, Mrs Lauren Hill, Pink Floyd, Gorillaz, Billie Holiday, Chopin, Subsonica, Beyoncé. La sua prima pubblicazione, in assoluto, è stata la canzone UNO DUE TRE E 4

I Calibro 35 sono stati i protagonisti dell'appuntamento del sabato di Hangover: con Massimo Coppola la band composta da Tommaso Colliva, Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta e Fabio Rondanini, ha raccontato 18 anni di carriera e di come si è imposta per la maestria tecnica e un amore smodato per il groove, fra rigore esecutivo e libertà creativa

Nell'incontro che ha preceduto il loro concerto a La Prima Estate, i Calibro 35 hanno anche raccontato un aneddoto che li lega a Slash dei Guns N' Roses. Al termine della chiacchierata con Massimo Coppola, il gruppo ha parlato di musica e libertà anche con noi, spiegando come i Calibro siano concretamente un progetto indipendente, rimasto tale negli anni

Abbiamo parlato del significato di Exploration, titolo del loro ultimo album, e di cosa vuol dire continuare ad esplorare mondi diversi, per ciascuno dei componenti dei Calibro 35. “Fondamentale” mi hanno detto in coro. “Abbiamo anche approcci differenti, e quando arriviamo in studio per fare i Calibro, siamo i Calibro. Avere Tommaso Colliva, che non solo è musicista ma anche un produttore, è importantissimo: è il nostro orecchio esterno che ci aiuta a tenere gli occhi aperti su altre prospettive" hanno aggiunto alla conversazione

Nella seconda parte dello spazio Hangover c'è Taketo Gohara, produttore discografico, arrangiatore, compositore e sound designer giapponese che, da un po' di tempo cura la direzione artistica con il musicista Niccolò Fornabaio del Detune, locale milanese che ha ospitato un contest dedicato a giovani talenti della musica. I vincitori, in questi giorni, suonano proprio a La Prima Estate