La Prima Estate, l'artista del giorno: St. Vincent, tra cantautorato e teatralità
Musica Foto di Fabio PaleariDi lei non c’è molto da dire, perché più che raccontarla bisogna viverla, e vederla dal vivo. St.Vincent è straordinaria quando si ascolta con le cuffie, ma quando si ha l’opportunità di sentire un suo concerto è tutta un’altra storia. O meglio: si sente tutta la sua essenza di cantautrice, musicista e performer. L’abbiamo rivista a La Prima Estate, il racconto dell’inviata
Interpretare e vivere un brano: St. Vincent
C’è una sottile linea rossa che distingue un interprete da un artista: è la passione con cui vive le cose, ogni cosa. Annie Clark, in arte St. Vincent, arde di passione per quello che fa. Si sente nelle sue canzoni e si vede soprattutto quando è sul palco, tanto da sembrare a volte anche un po’ sopra le righe. Ciò che può sembrare l’aver oltrepassato la soglia, altro non è che farsi guidare proprio da una passione fortissima e viscerale, che scorre nelle vene della cantautrice americana, che vive ogni concerto come se fosse uno dei suoi ultimi.
Il concerto a La Prima Estate
L’abbiamo notato anche a La Prima Estate, dove l’artista di All Born Screaming, album che ha ricevuto importanti riconoscimenti sin dalla sua uscita lo scorso anno, ha suonato come headliner, solo prima del duo francese Air. Lo si nota quando entra in scena, vestita di nero, con il volto concentratissimo ma quasi già in estasi, pronta a vivere una nuova esperienza catartica. Si capisce subito che St. Vincent si fa guidare dalla musica, anche nelle movenze: la sua è una melodia rock, che la porta ad avere dei forti scatti di energia, ma che indicano la potenza della sua musica.
Interpretare i brani, ma soprattutto viverli
Le prime istantanee si scattano con il brano Reckless, apertura del concerto, e subito dopo con Fear the Future. Con Los Ageless e Broken Man, però, Annie sembra prendere una strada secondaria verso l’Iperuranio, dove resterà fino alla fine del concerto, che si chiude con una canzone che è quasi una preghiera corale, ovvero All Born Screaming. “Il compito di un artista è riuscire a creare uno shock ma anche consolare chi ascolta” mi aveva detto proprio St. Vincent lo scorso anno, in occasione di una chiacchierata per l’uscita dell’album. Lei, con questo spettacolo, fa esattamente questo: crea dei momenti di shock termico-musicale, in cui alza la temperatura melodica tra le persone, ma allo stesso tempo sa ristabilire l’ordine con brani più, seppur apparentemente, pacati. Annie è una cantautrice e lo sa. È anche conscia di dover interpretare un ruolo che, però, non la deve allontanare dalla sua essenza, ma fondamentale per dare ancora più potenza ai suoi brani. Ecco, quindi, la necessità di sembrare aggressiva e forse di oltrepassare la linea. Ma è solo una sensazione apparente, perché Annie è ciò che scrive, interpreta ma soprattutto vive. E dentro di lei arde un fuoco vivo, forte: si chiama passione, si chiama amore per ciò che fa. Lunga vita agli artisti che vivono di questo.
