Miocardite e pericardite da vaccino Covid, cosa sappiamo e il parere degli esperti
I timori su eventuali complicanze legate ai farmaci contro il coronavirus, in particolare infiammazioni che riguardano il cuore, rischiano di inficiare una campagna vaccinale che già stenta a decollare. Gli esperti sottolineano che rimangono fondati dubbi sulla reale incidenza e non ci sono studi che abbiano dimostrato incontrovertibilmente una relazione causa-effetto tra vaccinazione e infiammazioni cardiache
- Uno dei temi più controversi legati alla pandemia è quello delle complicanze derivanti dal vaccino anti Covid. Fra queste c’è il caso delle pericarditi e delle miocarditi, due diverse infiammazioni che riguardano il cuore sulle quali continuano a intrecciarsi ambiguità e fraintendimenti che rischiano di inficiare una campagna vaccinale che già stenta a decollare
- Come spiega l’Humanitas, la miocardite è un’infiammazione del mio cardio, il tessuto muscolare del cuore, che si manifesta per lo più come conseguenza di infezioni virali. Il sintomo più frequente è il dolore toracico, simile a quello dell’infarto. Altri sintomi frequenti sono: mancanza di respiro, febbre, svenimenti e perdita di coscienza. Nelle forme complicate possono esserci aritmie maligne e segni e sintomi di grave disfunzione cardiaca
- Fra le cause della miocardite - dice a Repubblica Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di Cardiologia e ordinario all'università di Catanzaro - ci sono anche “farmaci, sostanze tossiche o un'alterazione del sistema immunitario. La diagnosi si basa su dati clinici, enzimatici, sui biomarcatori cardiaci, e su esami strumentali come Ecg, risonanza magnetica ed ecocardiogramma”
- La miocardite può associarsi a una pericardite, ovvero - spiega Humanitas - a “un’infiammazione che colpisce il pericardio, la membrana che riveste il cuore e l’origine dei grandi vasi. Il pericardio è costituito da due foglietti, separati da un sottile strato di liquido, il fluido pericardico”
- Le cause della pericardite possono essere infettive o non infettive, si legge sul sito Humanitas. Tra le cause infettive virus (comuni), batteri (in particolare i micobatteri della tubercolosi, altri sono meno comuni) e raramente funghi e altri agenti patogeni. Tra le cause non infettive tumori, insufficienza renale avanzata, malattie autoimmuni, farmaci (tra cui antibiotici e antineoplastici), trattamenti radianti, traumi o lesioni (anche conseguenti a procedure diagnostiche o terapeutiche che coinvolgono il pericardio)
- “Nella popolazione generale, l'incidenza della pericardite acuta, indipendentemente dal Covid, è poco nota - spiega Indolfi - In uno studio italiano, è stata riportata un'incidenza di 27.7 casi per 100 000 abitanti/anno, e nel 15% dei casi erano presenti segni e/o sintomi di concomitante miocardite. I sintomi più frequenti sono solitamente dolore toracico, riduzione del dolore con il busto in avanti, febbre, dispnea, astenia, palpitazioni e nei casi più gravi si può avere versamento e tamponamento”
- E quindi per quanto riguarda il vaccino Covid? Secondo Indolfi “dopo miliardi di persone vaccinate sono stati riportati alcuni casi di associazione tra vaccini e miocarditi o pericarditi. Sono stati diagnosticati, è vero, pochi casi di miocardite acuta potenzialmente associati all'immunizzazione durante l'esecuzione di una biopsia endomiocardica. Ma sono rimasti alcuni e fondati dubbi sulla reale incidenza di questa complicanza”
- Inoltre, sottolinea Indolfi, l’insorgenza della miocardite acuta dopo il vaccino “rimane relativamente rara e accompagnata da un tasso di mortalità molto basso” e a chi ha dei timori in merito “si deve rispondere: i benefici di tutti i tipi di vaccini approvati dall'Oms contro il Covid superano di molto i rischi”
- Sul tema, in un articolo de Il Corriere della Sera, è intervenuto anche Gabriele Bronzetti, Responsabile del Programma dipartimentale cardio-pediatria, Unità operativa di Cardiologia pediatrica e dell’età evolutiva, Centro per le cardiopatie congenite dell’adulto, Dipartimento cardio-toraco-vascolare, Policlinico Sant’Orsola - IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
- Secondo Bronzetti, durante la pandemia il sospetto di un ruolo dei vaccini nei casi di miocardite e pericardite “è bastato a creare una specie di pericarditefobia. Di fronte a chi si presentava in Pronto Soccorso con dolore toracico dopo il vaccino, l’inevitabile ecocardiogramma che riscontrasse un minimo liquido pericardico - quello fisiologico - veniva refertato molto spesso come pericardite, in modo a dir poco corrivo: senza segni di infiammazione o alterazioni Ecg. Mi sono trovato a confutare decine di diagnosi di pericarditi inesistenti”
- “Nel corso di una vaccinazione di massa concentrata nel tempo è quasi impossibile dimostrare una relazione causa-effetto tra il vaccino e gli eventi successivi - sottolinea Bronzetti - Esiste la co-incidenza, è inevitabile che tra le centinaia di migliaia di vaccinati in un breve intervallo di tempo nei giorni successivi qualcuno si ammali come si ammalerebbe anche senza una puntura nel deltoide”
- “Non ci sono studi che abbiano dimostrato incontrovertibilmente una relazione causa-effetto tra vaccinazione Covid e infiammazioni cardiache. Quelli con una debole correlazione erano inficiati da vizi metodologici, i cosiddetti bias, gli stessi che indurrebbero a sospettare una prevalenza di pericarditi tra chi mangia la pizza Bufala rispetto a chi sceglie la pizza Margherita”, conclude Bronzetti