Investire nel Servizio Sanitario conviene? Ecco cosa dice il rapporto Fnomceo- Censis
In Italia ogni euro investito dal sistema pubblico nella sanità genera quasi due euro di produzione in valore. Se l'investimento pro-capite di risorse fosse pari a quello della Germania, si creerebbero 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro. Lo afferma lo studio presentato nell'ambito del convegno "Valore salute: Ssn, volano di progresso del Paese"
- Puntare sul Servizio sanitario nazionale (Ssn) è un investimento redditizio per Italia. Ogni euro di risorse pubbliche investito in sanità ne genera, infatti, quasi due di produzione in valore e se l'investimento pro-capite di risorse fosse pari a quello della Germania, si creerebbero 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro
- Lo afferma il Rapporto Fnomceo-Censis "Il valore economico e sociale del Servizio Sanitario Nazionale", che ha studiato gli impatti economici e occupazionali della spesa sanitaria pubblica. Il Rapporto è stato presentato da Francesco Maietta, responsabile area Consumer, mercati privati e istituzioni del Censis, nell'ambito del convegno 'Valore salute: Ssn, volano di progresso del Paese', voluto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo)
- "Il Ssn è un attore primario - afferma il presidente Fnomceo, Franco Anelli - dello sviluppo italiano: le risorse pubbliche destinate alla sanità vanno considerate come investimento e non come spesa, proprio perché hanno un impatto altamente positivo sul piano economico e occupazionale. È quindi vitale che la sanità diventi una priorità dell'agenda del Paese con la piena disponibilità delle risorse di cui necessita. Oggi questa è la sfida decisiva"
- Il Rapporto evidenzia come partendo da un valore della spesa sanitaria pubblica pari a 131,3 miliardi di euro (dato dalla spesa sanitaria pubblica del 2022, 131,1 mld di euro - pari al 6,7% del Pil - più una quota aggiuntiva che include la ricerca e sviluppo), il valore della produzione interna diretta, indiretta e dell'indotto ad essa ascrivibile è stimata pari a 242 miliardi
- I settori che direttamente e indirettamente beneficiano della spinta della spesa sanitaria pubblica sono le attività dei servizi sanitari, per un valore della produzione pari a 126 mld con quasi 1,3 mln di occupati; il settore dell'assistenza sociale con 8,6 mld di valore di produzione e una occupazione di 180 mila persone; il commercio al dettaglio e all'ingrosso, con quasi 9 mld di valore di produzione e oltre 95mila occupati
- La generatività della spesa sanitaria pubblica si completa considerando che il totale delle imposte dirette e indirette e dei contributi ascrivibili al circuito attivato dalla spesa sanitaria è pari ad oltre 50 mld di euro
- Lo stanziamento di spesa pubblica per ricerca e sviluppo per protezione e promozione della salute umana è in Italia pari a circa il 12,7% del totale della spesa pubblica stanziata per ricerca e sviluppo: tale dato colloca il nostro paese al quinto posto della graduatoria dell'Unione Europea per valore pro-capite
- Lo stanziamento attuale è il portato di un decennio di evoluzione della spesa che ha registrato nel periodo 2012-2019 una crescita del 5,2% e nel 2019-2022 un rialzo del 49%. L'esito per l'intero periodo 2012-2022 è un incremento di oltre il 56%. Buoni gli indicatori di performance: l'Italia si colloca al secondo posto della graduatoria europea e al sesto di quella mondiale per numero di pubblicazioni relative all'area tematica della medicina nelle riviste scientifiche
- "Potenziare la capacità di finanziare direttamente progetti di ricerca – ha aggiunto Anelli - e quella di utilizzare i ritrovati amplierebbe lo spettro di opportunità per l'intero ecosistema". Ogni processo di innovazione "deve entrare nella sanità in conformità all'esercizio del ruolo di riferimento decisionale del medico. La fiducia sociale ampia di cui beneficiano i medici, quindi, è il viatico per rendere socialmente accettabili nuove terapie e innovazioni"
- Il Servizio sanitario nazionale è un "elemento di coesione sociale i cui benefici sono distribuiti in modo diffuso nel paese", sottolinea poi il Rapporto Censi-Fnomceo. "Il valore sociale del Servizio sanitario richiama ulteriori contributi rilevanti, come quello alla coesione sociale sui territori”, ha proseguito Anelli
- “Ciò avviene certamente tramite l'erogazione di servizi sanitari che sono fondamentali per il benessere delle persone e la qualità della vita in ambito locale, ma anche perché è una piattaforma decisiva per l'occupazione locale, di cui rappresenta una componente significativa, che ovviamente è opportuno e utile espandere”, ha continuato il presidente Fnomceo
- “Il Servizio sanitario, infine, contribuisce a tenere insieme la società anche perché esercita una funzione di rassicurazione delle persone di ogni ceto sociale, facendole sentire con le spalle coperte in caso di insorgenza di patologie", ha concluso Anelli
- Malgrado le tante disparità territoriali, si sottolinea nel Rapporto, la spesa sanitaria pubblica pro-capite è superiore a 2.000 euro in tutte le regioni. Oltre 1,3 miliardi le prestazioni di prevenzione e cura erogate in un anno, 29 mila le strutture pubbliche e private accreditate, per un totale di 236 mila posti letto
- Nonostante le attuali problematiche di carenza, i medici di medicina generale contano 40 mila professionisti diffusi nei territori, con una media di 1.300 adulti residenti per medico. Il campo di oscillazione regionale per medico di medicina generale varia tra 1.514 adulti in Lombardia e 1.063 adulti in Umbria