Covid, variante Eris: cosa fare se si entra in contatto con un positivo
Eris è una variante più resistente e con una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali e ciò in virtù di una particolare mutazione (F456L) avvenuta a livello della proteina Spike del virus. Ecco cosa sapere
- Continua a crescere anche in Italia, come in altri Paesi, la variante del Covid EG.5, chiamata Eris. Ecco cosa fare quando si incontra un positivo, quando fare il test e alcune informazioni utili
- Eris, secondo gli ultimi studi, è una variante più resistente e con una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali (generate sia da precedenti infezioni che dai vaccini) e ciò in virtù di una particolare mutazione (F456L) avvenuta a livello della proteina Spike del virus
- Una nuova indagine sul grado di diffusione delle varianti di Sars-CoV-2. attenzionate a livello internazionale, tra cui Eris, sarà coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute, il supporto della Fondazione Bruno Kessler, delle Regioni e delle Province Autonome
- La flash survey ha come obiettivo quello di identificare, tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 in Rt-Pcr possibili casi di infezione riconducibili a queste varianti, si legge in una circolare pubblicata sul sito del ministero della Salute
- Secondo quanto riporta Il Messaggero, i test Covid attualmente disponibili dovrebbero essere in grado di rilevare queste nuove varianti
- Secondo il quotidiano, che cita Todd Merchak, co-responsabile del programma Rapid Acceleration of Diagnostics presso il National Institutes of Health , non c’è motivo di credere che gli attuali test Covid non continueranno a rilevare i casi provocati dalla variante Eris
- L'affidabilità dei test è legata sia al fatto che le nuove varianti derivano da Omicron, sia alla progettazione dei tamponi: questi sono pensati per rilevare una parte del virus che ha una minor probabilità di mutare
- Al momento gli scienziati non hanno rilevato mutazioni su questa parte di virus rilevata dai test, anche se al momento non è necessario in futuro potrebbe esserci la necessità di aggiornare i tamponi
- Per chi ha sintomi e si vuole sottoporre a tampone, il Centers for disease control and prevention consiglia di farlo immediatamente
- L'indicazione è quella di usare un test molecolare se si ha intenzione fare il tempone una volta sola e di utilizzare l'antigenico se, in caso di negatività, si è disposti a ripetere il test dopo 48 ore
- Se si ha avuto un contatto con un positivo, ma non si hanno sintomi, il Cdc raccomanda di attendere 5 giorni prima di sottoporsi al tampone. In caso di test antigenico questo andrebbe ripetuto per 3 volte a distanza di 48 ore l'una dall'altra