Alzheimer, la diagnosi grazie ad una risonanza analizzata dall’Intelligenza Artificiale

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Un particolare software, messo a punto dai ricercatori dell'Imperial Biomedical Research Centre di Londra, è riuscito ad esaminare 155 regioni e 660 caratteristiche del cervello, arrivando così ad identificare la presenza della malattia anche in una fase iniziale

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Diagnosticare l’Alzheimer, la più comune forma di demenza, anche in fase precoce grazie ad una semplice risonanza magnetica analizzata dall'Intelligenza Artificiale. E’ il risultato cui sono giunti, in uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Communications” i ricercatori dell'Imperial Biomedical Research Centre di Londra.

Le abilità dell’Intelligenza Artificiale

Gli esperti, nel corso del loro lavoro di ricerca, hanno infatti sviluppato uno speciale algoritmo, basato sulle capacità dell'Intelligenza Artificiale, capace di leggere le immagini relative ad una risonanza, in modo particolarmente dettagliato. Tanto da poter analizzare il cervello, suddiviso in 155 aree, e passare in rassegna 660 caratteristiche anatomiche, strutturali e funzionali dello stesso, stabilendo così, in base ai parametri impostati, se una paziente soffre di Alzheimer o meno. Oltre a poter distinguere la presenza dell’Alzheimer da altre demenze o malattie neurologiche e, in special modo, identificare la malattia anche in una fase iniziale.

Superare una lacuna diagnostica

Ad oggi, hanno spiegato gli studiosi, la diagnosi di Alzheimer si fa a livello clinico, cioè sottoponendo il paziente ad una serie di test, tra cui quelli cognitivi, servendosi anche della risonanza per esplorare eventuali danni ad alcune regioni neurali, tra cui l'ippocampo, dove ha sede della memoria. Però, attualmente, non esiste un unico test rapido ed obiettivo che porti lo specialista alla diagnosi. L'idea, dunque, è quella di sfruttare la risonanza magnetica analizzandola tramite l'intelligenza artificiale, proprio per tentare di superare questa lacuna diagnostica. Per arrivare a ciò, i ricercatori della struttura londinese hanno prima addestrato il programma di IA sui dati di risonanza di 400 pazienti con Alzheimer lieve o grave, su quelli di soggetti sani in qualità di gruppo di controllo e, infine, su pazienti con altre malattie neurologiche e altri tipi di demenza. In conclusione, hanno testato nuovamente la strumentazione su un altro gruppo di pazienti. In definitiva, nel 98% dei casi, l'IA si è dimostrata abile nel prevedere, in modo specifico, se un paziente avesse o meno l'Alzheimer.

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