Un gruppo di scienziati australiani dell'Università La Trobe di Melbourne ha sottolineato, in uno studio, alcune similitudini fra gli effetti del Covid-19 sul cervello ed i primi stadi di malattie neurodegenerative quali Alzheimer e Parkinson. Gli esperti, infatti, hanno identificato minuscoli frammenti di proteine, chiamati “peptidi”, nel virus Sars-Cov-2 che formano aggregazioni simili alle placche amiloidi, che si trovano nel cervello, proprio durante le primordiali fasi di queste malattie
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Tra i sintomi più debilitanti del Long Covid, condizione di persistenza di malesseri che continuano o si sviluppano dopo un'infezione acuta da Sars-Cov-2, è stata annoverata anche la cosiddetta “nebbia nel cervello”, condizione che colpisce migliaia di persone a livello globale, con un forte impatto sulla vita quotidiana e lavorativa dei pazienti. Oggi, grazie ad uno studio condotto da un gruppo di scienziati australiani dell'Università La Trobe di Melbourne, è stato possibile comprendere di più su questa persistente condizione che può portare anche alla perdita della memoria, a stati di confusione, vertigine e mal di testa, con difficoltà a ricordare parole di semplice uso comune.
Similitudini tra gli effetti del Covid ed Alzheimer e Parkinson
In particolare, lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Nature Communications”, ha sottolineato la possibilità di precisi paralleli fra gli effetti del Covid-19 sul cervello ed i primi stadi di malattie neurodegenerative quali, ad esempio, Alzheimer e Parkinson. Nell’ambito della ricerca, infatti, i ricercatori, coordinati dal professor Nick Reynolds, esperto dell'Istituto di Scienza Molecolare dell'università australiana, si sono serviti di elaborati algoritmi informatici per identificare minuscoli frammenti di proteine, chiamati “peptidi”, nel virus Sars-Cov-2. Quindi hanno analizzato queste proteine in laboratorio, notando come le stesse avessero formato delle aggregazioni, piuttosto simili alle placche amiloidi che si trovano nel cervello durante le primordiali fasi in cui si manifestano le malattie neurodegenerative. Secondo Reynolds, “queste placche amiloidi sono molto tossiche per le cellule cerebrali e noi ipotizziamo che gli aggregati di proteine di Sars-Cov-2 possano far scattare sintomi neurologici nel Covid-19 descritti communente come annebbiamento cerebrale”.
I farmaci e la ricerca per le malattie neurodegenerative
Adesso, ha continuato il professore, se questo risultato sarà confermato in altri studi futuri, i farmaci sviluppati per combattere l'Alzheimer e il Parkinson “potrebbero essere adattati per trattare i debilitanti sintomi neurologici del Long Covid”. E, ha concluso, “se l'annebbiamento cerebrale è causato da queste placche amiloidi, allora possiamo contare su 30 anni ricerca farmacologica per le malattie neurodegenerative che può ora essere riesaminata nel contesto del Covid-19”.