
Covid, il 40% degli adolescenti esce meno. Ridotta anche l’attività sportiva
Secondo un recente studio dell'Università di Siena, la pandemia ha influenzato anche le abitudini dei più giovani. Non mancano però le sorprese positive: molti si informano e si sono vaccinati, sia per non infettare gli altri che per tornare quanto prima alla normalità

Di solito gli adolescenti amano uscire con gli amici e hanno energia da vendere, ma la pandemia ha avuto anche su di loro un impatto consistente. Secondo quanto emerge da una ricerca realizzata dal Dipartimento di Economia politica e Statistica della Università degli Studi di Siena, il 40% dei ragazzi dice di uscire molto meno rispetto a prima e molti non si allenano più o lo fanno meno di frequente
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I risultati si basano su un questionario a cui hanno risposto studenti tra i 13 e i 19 anni, equamente distribuiti tra ragazze e ragazzi, che frequentano in prevalenza licei e istituti tecnici
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Lo studio evidenzia che i ragazzi continuano a uscire, ma "la propensione a frequentare un locale al chiuso si riduce sensibilmente se alla domanda viene associata la foto di un contesto molto affollato". Inoltre, solo pochi di loro fanno sport più di prima. La maggior parte continua a farlo come prima, meno di prima o ha smesso completamente
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C’è però anche un lato positivo. Contrariamente a quanto si può pensare, i ragazzi seguono le notizie sulla pandemia, anche in riferimento a quello che succede negli altri Paesi. Più di 2 su 3 si dicono abbastanza informati, con il 74% che cerca notizie di attualità in misura pari o superiore rispetto a prima
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Secondo quanto emerge dalla ricerca, "conoscere l’incremento-decremento di casi Covid nell’ultimo mese (trend) in ogni Paese condiziona la destinazione di un possibile viaggio più della conoscenza del dato statistico per un determinato giorno"
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Inoltre, i giovani sembrano avere molta fiducia anche nella scienza: oltre il 90% degli intervistati ha scelto di vaccinarsi. Tra le motivazioni più importanti quella di non voler contagiare gli altri e di tornare quanto prima alla normalità

“Il Covid ha cambiato tutto, nulla è più come prima. Vivere questa fase durante la giovinezza è più pervasivo e ha effetti importanti sullo sviluppo culturale dei nostri ragazzi. Ma bisogna avere il coraggio di credere in loro e di renderli protagonisti del cambiamento”, ha detto Antonio Ferro, presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica

La ricerca è stata presentata in occasione del lancio della seconda edizione di Fattore J, il programma promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, e il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità, e volto ad accrescere nelle giovani generazioni la fiducia nei progressi della scienza, sensibilizzare sull’importanza di una corretta informazione scientifica e sulla scelta di comportamenti responsabili per il benessere e la salute di tutti

L'obiettivo anche per la seconda edizione è raggiungere attraverso la campagna di comunicazione 100.000 studenti con alcune novità, come le mini sfide 'Science Fact check' per mettere alla prova la capacità degli studenti di verificare le notizie scientifiche

Secondo Giorgio Racagni, presidente della Società italiana di Farmacologia (SIF), la ricerca dimostra che “i giovani intervistati presentano fiducia nei progressi della scienza per quanto riguarda i nuovi vaccini e i farmaci usati nella terapia del Covid-19. Inoltre hanno sottolineato l’importanza di una corretta informazione scientifica”