Per frenare l’avanzata della variante Omicron, in Francia, l'Autorità sanitaria nazionale (Has) ha deciso di raccomandare la riduzione a tre mesi dell'intervallo fra la seconda dose di vaccino e la dose booster. Stessa linea proposta, in Germania, dalla commissione tedesca sui vaccini (Stiko)
Con l’obiettivo principale di frenare la nuova ondata di contagi da coronavirus, spinta dalla diffusione della variante Omicron, in Francia l'Autorità sanitaria nazionale (Has) ha deciso di raccomandare la riduzione a tre mesi dell'intervallo fra la seconda dose di vaccino e la dose booster. Oltre che di vaccinare con la terza dose gli adolescenti fra i 12 e i 17 anni, considerati soggetti più a rischio per la diffusione del virus. Sulla stessa lunghezza d’onda la Germania che, come ha riportato l’agenzia Reuters, ha deciso di abbassare allo stesso modo e a tre mesi l’intervallo tra la fine del ciclo vaccinale e la somministrazione della terza dose, proprio a causa della crescente presenza della nuova mutazione del virus, altamente infettiva. La raccomandazione, in questo caso, è arrivata negli scorsi giorni dalla commissione tedesca sui vaccini (Stiko).
La situazione sanitaria in Francia
In Francia, come detto, l’autorità sanitaria nazionale ha appoggiato la nuova linea guida proprio all’indomani del record assoluto di contagi da inizio della pandemia nel Paese. Le infezioni da Covid-19 hanno superato i 90mila nuovi casi in 24 ore e, solamente, considerando gli ultimi sette giorni, la media dei casi registrati è stata di 61.274. Il precedente record assoluto era stato di 86.852 casi e si era verificato all’inizio di novembre 2020, durante il picco della seconda ondata pandemica.
La scelta della commissione tedesca Stiko
In Germania, invece, la variante Omicron è stata registrata in praticamente tutti i lander, sebbene la maggior parte dei contagi risulti ancora legata alla diffusione della variante Delta, come segnalato dagli esperti dell’Istituto “Robert Koch” di Berlino. In quest’ottica, la commissione Stiko ha ribadito che chiunque abbia più di 18 anni dovrebbe ricevere una dose di richiamo con un vaccino anti-Covid ad mRNA, tre mesi dopo aver completato il ciclo vaccinale composto dalla doppia somministrazione. In precedenza, gli stessi esperti tedeschi avevano raccomandato a chiunque fosse completamente vaccinato con un vaccino ad mRNA di aspettare almeno sei mesi dopo l'ultima iniezione. Per chiunque abbia più di 12 anni e sia stato infettato dal coronavirus, invece, la stessa commissione ha raccomandato un'iniezione ad almeno tre mesi dopo la guarigione. Ad oggi, come riporta ancora la Reuters, circa il 70,4% della popolazione ha ricevuto due vaccinazioni e il 32,6% ha ricevuto un richiamo. E, sebbene i dati siano ancora non completi, una mezza dozzina di studi di laboratorio hanno dimostrato come un ciclo iniziale di vaccini anti-Covid non sia sufficiente per frenare l'infezione da Omicron, mentre una dose di richiamo può risultare più efficace.