Lo ha detto il ministro della Salute in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”. Vaccino obbligatorio? "Scoppierebbe subito uno scontro ideologico, il Paese si spaccherebbe in due curve di ultrà. Non risolveremmo il problema, lo aggraveremmo", ha poi aggiunto
"Noi già dall’1 aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati e così avremmo già raggiunto la Fase Uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico". Queste le parole, rilasciate in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha prospettato il futuro prossimo per l’Italia in relazione al piano vaccinale contro il coronavirus, iniziato ufficialmente ieri, 27 dicembre, con il Vax-Day. Alle 7.20 della mattina, infatti, all'Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma, sono stati effettuati i primi vaccini italiani, con la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, l'infermiera Claudia Alivernini e l'operatore sociosanitario Omar Altobelli a risultare tra i primi ad essere vaccinati con il siero anti Covid-19.
"L’arma per vincere la guerra”
“Una giornata storica? No, non lo voglio dire perché non sono mai così enfatico, lasciamo in pace la storia. Ma posso dire che oggi siamo ad una svolta, questo è corretto. Finalmente abbiamo l’arma per vincere la guerra”, ha sottolineato Speranza in occasione dell’avvio della campagna vaccinale. Lanciando, comunque, un monito e spiegando che si deve "evitare che un pezzo di Paese profondo possa illudersi che abbiamo già vinto. Sarebbe devastante".
La gestione centralizzata per l’Italia
Il ministro, poi, ha voluto smorzare i toni relativi alla polemica sulle dosi in Germania, che aveva puntato l’attenzione sul numero di quelle consegnate in più rispetto all’Italia, definendola “una stupidaggine", dal momento che la ripartizione delle dosi è fissa ed è decisa direttamente decide dall'Ue. "Nell'immediato, la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali: il giorno, la distanza dagli stabilimenti. Dunque, non c'è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno", ha commentato Speranza. Dopo i primi vaccini in Italia, resi possibili grazie alle dosi prodotte da Pfizer-BioNTech, la svolta potrebbe dunque arrivare quando arriverà da noi anche vaccino di AstraZeneca, toccando la quota di 13 milioni di vaccinati, come stimato dal ministro della Salute. Le Regioni, ha poi proseguito, "non avranno alibi: la gestione è centralizzata sul piano delle forniture e per il resto gli abbiamo dato 15 mila assunzioni in più".
L’obbligatorietà del vaccino
Vaccino obbligatorio? "Scoppierebbe subito uno scontro ideologico, il Paese si spaccherebbe in due curve di ultrà. Non risolveremmo il problema, lo aggraveremmo", hai poi ribadito Speranza, commentando un tema molto sentito delle ultime ore, in relazione al vaccino stesso. Infine, ha parlato dei 9 miliardi di euro destinati alla sanità italiana nel Recovery Fund: "Sono stato il primo a insorgere. Mi hanno spiegato che in realtà sono già diventati 15. Mi batterò fino in fondo perché le risorse aumentino", ha detto ancora.