Tumori, al Sant'Anna di Torino apre sala operatoria per chirurgia oncologica preventiva

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Il rischio di sviluppare tumori ginecologici e mammari risulta più alto nelle pazienti portatrici delle mutazioni genetiche Brca1 e Brca2, quindi l’accesso ad interventi chirurgici preventivi, come la mastectomia e l’annessiectomia profilattica, rappresenta un’opzione fondamentale per ridurre il rischio di malattia e migliorare la qualità della vita

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Nuovo importante passo avanti nella prevenzione oncologica alla Città della Salute e della Scienza di Torino, ospedale Sant’Anna. Apre la la sala operatoria dedicata alla chirurgia profilattica per le pazienti portatrici di mutazioni genetiche (Brca1 e Brca2 in particolare). Questo nuovo servizio nasce con l’obiettivo di sviluppare un percorso di cura integrato ed altamente specializzato, grazie anche all’affiancamento dell’ambulatorio di Patologia Eredo-Familiare della Ginecologia e Ostetricia 4, già attivo dal 2018 presso il day hospital oncologico. Il rischio di sviluppare tumori ginecologici e mammari risulta più alto nelle pazienti portatrici delle sopracitate mutazioni genetiche, quindi l’accesso ad interventi chirurgici preventivi, come la mastectomia e l’annessiectomia (che consiste nella rimozione delle ovaie e delle tube uterine) profilattica, rappresenta un’opzione fondamentale per ridurre il rischio di malattia e migliorare la qualità della vita. Nei giorni scorsi, presso la sala ad hoc allestita nella Città della Salute e della Scienza di Torino, è stato effettuato il primo intervento di mastectomia profilattica e ricostruttiva su una donna di 45 anni con una mutazione genetica Brca2 nota. 

 

I dati sulla popolazione piemontese

Nella popolazione piemontese si stima che le donne portatrici di mutazioni Brca siano 13709, delle quali quasi 10.000 tra i 25 ed i 74 anni, con la prevalenza di 1 caso ogni 155 abitanti. Circa 1000 donne potrebbero beneficiare quindi dell'intervento preventivo, in quanto la stima delle portatrici finora identificate tramite test genetico è mediamente del 10%. In generale la popolazione ad alto rischio eredo-familiare ammonta circa al 2% della popolazione generale.



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