Covid-19, Crisanti a Sky TG24: “L’obbligo della mascherina non risolve il problema”

Salute e Benessere

Il virologo, ordinario di Microbiologia presso l'Università di Padova, ne ha parlato nel corso di “Buongiorno”, a commento del nuovo decreto, atteso oggi in Cdm e domani in Parlamento, che prevede mascherine obbligatorie all'aperto e locali e bar chiusi alle 23. Toccando poi altri temi, dalla scuola all’app Immuni

"L'obbligo di mascherina all'aperto non risolve il problema. Sicuramente protegge e io la uso sempre ma se attraversi la strada da solo e intorno a te non c'è nessuno, diventa difficilmente comprensibile". Sono le parole del virologo Andrea Crisanti, intervenuto su Sky TG24 nel corso di “Buongiorno”, a commento del nuovo decreto, atteso oggi in Cdm e domani in Parlamento, che prevede mascherine obbligatorie all'aperto e locali e bar chiusi alle 23.

Il virologo Andrea Crisanti

Il nodo scuola

L’esperto, che ha spiegato di "non credere nelle misure restrittive”, sottolineando come sia difficile pensare “di fare le multe a migliaia di ragazzini che si assembrano fuori dalle scuole”, ha detto, dal suo punto di vista, che la risalita della curva dei contagi è legata "alla riapertura delle scuole” e che sia proprio quello l’ambito su cui è importante agire. Crisanti, ordinario di Microbiologia presso l'Università di Padova, ha affermato poi anche che “il problema è che il sistema messo a punto per proteggere gli studenti e la società scricchiola”. “La scuola favorisce la socializzazione dei ragazzi: nel momento in cui escono, tutte le misure pensate per l'interno non valgono a nulla", ha poi aggiunto. “Alla luce di quello che sta succedendo, forse varrebbe la pena vedere tra una settimana o due se i provvedimenti adottati per proteggere alunni, insegnanti e tutti noi dalla riapertura delle scuole funzionano. Questo è il vero nocciolo della situazione”, ha affermato Crisanti, che ha parlato a lungo delle nuove misure per il contenimento della diffusione del coronavirus, al vaglio del Governo.

Le misure restrittive e le multe

Sempre a proposito dei dispositivi di protezione individuale, Crisanti ha spiegato che “la mascherina protegge, però a mio avviso va capito cosa sta succedendo. Siamo stati senza mascherina tutta l’estate, con assembramenti anche importanti, e i contagi non sono aumentati moltissimo. Adesso i casi stanno aumentando, ma questo è l’effetto della riapertura delle scuole e dell’inizio di tutte le attività produttive”, ha ribadito. “Bisogna non far entrare a scuola i potenzialmente positivi. Bisogna abbassare la soglia della temperatura e fare in modo che studenti e insegnanti che abitano in zone dove ci sono contagi a scuola non mettano piede”, ha suggerito il virologo. “Credo che le mascherine funzionino e debbano essere usate anche all’aperto, ma non credo nelle misure restrittive. Se si fa un provvedimento poi bisogna avere il coraggio di fare in modo che venga eseguito, è socialmente accettabile fare multe da 3-400 euro ai ragazzi che escono da scuola? Finora di multe ne ho viste molto poche”, ha ribadito l’esperto.

La chiusura anticipata dei locali

Per quanto riguarda, poi, la chiusura anticipata dei locali “nessuno sa se funziona, in Inghilterra l’hanno adottata e i casi sono in aumento. Non c’è nessuna prova scientifica che funzioni”, ha detto Crisanti. Sul tema del limite di partecipanti alle feste private, il virologo non ha usato giri di parole: “Chi le controlla? In Inghilterra hanno messo un limite di sei partecipanti alle feste private, ma cosa facciamo? Creiamo un gigantesco Grande Fratello che verifica quante persone abbiamo a casa? Il problema a mio avviso è diverso, dobbiamo implementare tutte le misure di sorveglianza attiva, quelle che ci permettono di capire, se una persona è infetta, chi la ha infettata. Test, contact tracing e sensibilizzare le persone ad adottare misure di sicurezza”, ha spiegato.

Tamponi e Immuni

I tamponi “bisogna aumentarli, abbiamo dato più possibilità al virus di trasmettersi aprendo le scuole e facendo ripartire l’economia, bisogna bilanciare aumentando i tamponi”, ha aggiunto il virologo sul tema. Infine, si è soffermato sulla questione legata all’app Immuni. “L’ho scaricata. Penso che sia utile, ma per farla funzionare bisogna arrivare all’80-90% di adesioni, siamo molto lontani”, ha concluso.

Un'operatore attrezzato per seguire un test rapido per il Covid-19 in una recente immagine d'archivio. ANSA/MATTEO CORNER 

approfondimento

Coronavirus in Italia e nel mondo: le notizie del 5 ottobre

Salute e benessere: Più letti