
Vaccino Coronavirus, stop ai test AstraZeneca-Oxford: a che punto siamo
La corsa per trovare la vaccinazone continua, tra accelerazioni, polemiche e battute d'arresto. Per l'Oms i programmi di vaccinazioni di massa non potranno avere inizio prima della metà del 2021. Ma diversi Paesi, tra cui anche gli Usa, lavorano per trovare una soluzione in tempi più rapidi. Dalla Russia, passando per la Cina e per l'Italia, ecco come procedono le sperimentazioni - e i dibattiti - sul vaccino

La corsa al vaccino contro il virus Sars-Cov2 continua, tra accelerazioni e polemiche. L’Oms mette un freno, prevedendo che programmi di vaccinazioni di massa non potranno avere inizio prima della metà del 2021. Ma questa non sembra essere la strada che seguiranno, per esempio, gli Usa, dove Trump ha chiesto ai governatori degli Stati americani di tenersi pronti per una distribuzione già a partire dall’1 novembre. Intanto, però, AstraZeneca ha sospeso tutti i test clinici con l'Università di Oxford. Ecco a che punto siamo
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Attualmente, secondo i dati del Milken Institute di Pasadena, sono almeno 210 i candidati vaccini in fase di sviluppo. Tra questi, almeno 30 sono in fase di test clinici, di cui almeno 6 sono quelli che sono arrivati allo step 3 di sperimentazioni. Tra questi vanno contati anche i vaccini sviluppati in Cina che, mentre sono stati autorizzati per un uso speciale nel Paese, continuano a essere sottoposti a sperimentazione all'estero, come per esempio negli Emirati Arabi Uniti
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Ma se alcuni studi procedono, altri subiscono battute d'arresto: AstraZeneca ha infatti sospeso tutti i test clinici sul vaccino che sta sviluppando con l'Università di Oxford dopo che uno dei partecipanti ha accusato una seria potenziale reazione avversa. Lo stop temporaneo consente al colosso farmaceutico di rivedere i dati sulla sicurezza. "Si tratta di un'azione di routine che si verifica ogni volta che c'è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test", spiega la società
LE TAPPE DELLA PANDEMIA
Negli Usa, intanto, il tycoon ha fatto sapere: ”Pensiamo che probabilmente avremo il vaccino contro il virus durante il mese di ottobre. Ho parlato con Pfizer che sta facendo grand progressi”. Ma non mancano le voci contrarie. Come quella di Moncef Slaoui, capo dell’operazione Warp Speed, con la quale gli Stati Uniti hanno deciso di investire oltre 10 miliardi di dollari, che annuncia: “Mi dimetterei immediatamente se ci fosse indebita interferenza”
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Le parole di Saloui, che ha sulle spalle una lunga esperienza proprio nel campo dello sviluppo dei vaccini, sono una presa di distanza netta dall' ipotesi di un rilascio anticipato del vaccino e sembra recepire i timori, paventati da molti esperti, anche italiani, di una possibile autorizzazione anticipata alla distribuzione di vaccini che ancora sono in fase di sperimentazione
Case farmaceutiche: “Impegno su sicurezza e standard scientifici”
Inoltre va considerato che le principali case farmaceutiche che stanno sviluppando vaccini potrebbero non chiedere ai governi l'autorizzazione a metterli in commercio senza aver prima completato i test sulla sicurezza, come scrive il Wall Street Journal citando in un esclusiva la bozza di un impegno congiunto che i produttori, tra i quali Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson, GlaxoSmithKline e Sanofi, si appresterebbero a rendere pubblico
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Il dibattito è acceso anche in Italia. Da una parte c’è la necessità di avere un vaccino, ma dall’altra c’è il pericolo di affrettare i tempi. ”Non fare la fase tre significa far accedere al mercato un prodotto che può essere pericoloso e che può non creare l'immunità sufficiente: è sbagliato e pericoloso", spiega il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza
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Proprio Speranza, il 6 settembre, ha fatto sapere che “il vaccino dovrebbe essere gratuito". "Le prime dosi", ha spiegato, "circa 2 o 3 milioni, che potrebbero arrivare anche entro fine anno, verranno destinate prima agli operatori sanitari e agli anziani con patologie, in particolare nelle Rsa”
Speranza: "Prime dosi vaccino per medici e anziani. No a nuovi lockdown"
L'8 settembre è iniziata all'ospedale di Verona la sperimentazione del vaccino italiano con l'inoculazione sui primi sei volontari. Le prime tre dosi erano state inoculate su altri volontari il mercoledì precedente allo Spallanzani. La sperimentazione è del Centro di ricerche cliniche dell'Ospedale Borgo Roma di Verona, nella cornice della collaborazione dell'Università di Verona con lo Spallanzani. "Se tra 6 mesi non avranno evidenziato controindicazioni e prodotto anticorpi - ha commentato il direttore del Centro - potremmo dire di essere sulla buona strada"

Sul tema, si è espressa anche la senatrice a vita e farmacologa Elena Cattaneo, a margine di un incontro all'Esof2020 a Trieste: ”Il rapporto scienza e politica è discontinuo. Lo abbiamo visto anche in epoca Covid: dall'essere totalmente ignorati c’è stato l'innamoramento, poi si è passati alla pretesa che questo innamoramento dovesse consegnare il risultato pronto e finito necessario alla società"
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Nel frattempo, in Cina, si procede con la somministrazione che in una prima fase ha coinvolto i militari e ora, stando a quanto rivelato in tv da un funzionario pubblico, avrebbe coinvolto anche suoi colleghi. Inoltre, ai lavoratori in prima linea delle compagnie aeree cinesi, degli aeroporti, del China National Aviation Fuel Group e di TravelSky Technology Limited, verrà fornito un vaccino su base volontaria
I PAESI IN TESTA PER I PREORDINI DEL VACCINO
Cominciano poi a trapelare dettagli anche su un altro vaccino che prima di Ferragosto aveva suscitato polemiche per la sua prematura autorizzazione: quello sviluppato dall'Istituto Gamaleya di Mosca. La rivista The Lancet ha pubblicato i dati relativi alla prima fase di sperimentazione quando era stato somministrato a un campione di 76 volontari. In tutti i pazienti il vaccino ha innescato una risposta immunitaria senza "gravi effetti negativi”
Lancet: il vaccino russo Sputnik V produce anticorpi
I ricercatori dell'Istituto Gamaleya di Mosca, il centro statale che ha sviluppato il vaccino, hanno scoperto che i test hanno dimostrato che il vaccino "è sicuro e immunogenico negli adulti sani", ma hanno affermato che "sono necessarie ulteriori indagini sull’efficacia”
La situazione in Italia con grafici e mappe
Il ministro della Salute, Mikhail Murashko (nella foto, con Putin), ha però già fatto sapere che la consegna di grandi lotti del vaccino russo inizierà questo mese e le vaccinazione saranno avviate da novembre-dicembre

La Russia il mese scorso aveva autorizzato il vaccino, che ha preso il nome di Sputnik V, dopo aver completato gli studi clinici noti come fase uno e fase due, prima di pubblicare qualsiasi dato. I ricercatori hanno iniziato solo ora le prove di fase tre, che coinvolgeranno più di 40.000 volontari

Intanto, si discute anche su come riuscire a distribuire in maniera efficace nel mondo i vaccini che dovessero ottenere il via libero. Per esempio, 19 esperti sanitari globali di tutto il mondo hanno proposto u nuovo piano in tre fasi per la distribuzione del vaccino - chiamato Fair Priority Model - che mira a ridurre le morti premature e altre conseguenze irreversibili sulla salute dovute al Covid-19

Pubblicato questa settimana su Science, il documento è stato elaborato sotto la guida di Ezekiel J. Emanuel, MD, PhD, vice rettore per le iniziative globali e presidente di Etica medica e politica sanitaria presso la Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania

Nella loro proposta, gli autori - tra i vari punti toccati - indicano anche tre valori fondamentali che devono essere considerati quando si distribuisce un vaccino: favorire le persone e limitare i danni, dare la priorità agli svantaggiati e dare uguale preoccupazione morale per tutti gli individui