Coronavirus, Galli a Sky TG24: “Strategia test abbastanza rivedibile”

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Lo ha detto il primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, nel corso di un intervento a Timeline. Oltre al tema dei test, l’esperto ha poi commentato la questione relativa alla riapertura delle scuole e al vaccino

“Arrivare a trecentomila tamponi al giorno? Dovremmo almeno provarci, ma avremmo dovuto alzare il numero dei test attuabili decisamente prima. Tutta la strategia dei test credo che sia abbastanza rivedibile”. Queste le parole di Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, nel corso di un intervento a Timeline, su Sky TG24. “Ci sono state alzate di scudi contro i test rapidi in generale, salvo poi, dopo aver detto male dei test rapidi per la ricerca degli anticorpi, adesso puntare molto sui test rapidi antigenici, che secondo me vanno assolutamente fatti ma che, se possibile, hanno ancora qualche difettuccio in più di quelli che avevano i test sierologici”, ha spiegato l’esperto.

Test: “Bisognerebbe essere più organizzati”

Sempre a proposito dei test, Galli ha spiegato che, dal suo punto di vista, “bisognerebbe essere più organizzati. Io sono sempre stato a favore di un maggior numero di test. Le variazioni di questi giorni non hanno nessuna significatività, ci dicono però che di infettati ne troviamo tanti e se ne cercassimo di più ne troveremmo di più”, ha sottolineato, ribadendo attenzione sul fatto che “non si formino focolai fuori controllo”. Obiettivo, secondo l’infettivologo, quello di ottenere quanti più possibili “test point of care, cioè attuabili direttamente sul posto e con pochi minuti per avere un risposta”, in modo da essere “facilitati” nell’indagine sanitaria, “anche se poi ci vorrà comunque un retroterra robusto fatto di laboratori efficienti e capaci”, ha detto ancora Galli.

Scuole, dal 14 settembre “situazione non ottimale”

L’esperto si è poi soffermato sul tema, molto caldo in queste ore, riguardante la riapertura delle scuole nel nostro Paese. “Dire di arrivare più pronti alla riapertura delle scuole è un po’ come quando un genitore va a scuola a parlare e si sente dire che il ragazzo potrebbe impegnarsi di più, anche se non è male. La situazione poteva essere peggiore, ma certo quella che andremo ad affrontare a partire dal 14 non è quella ottimale”, ha ribadito Galli. “Non sarebbe stato un disonore per nessuno decidere che il primo ottobre non era una data così brutta”, ha poi aggiunto.

Il vaccino e l’immunità di gregge

Galli, poi, è ritornato sulla questione vaccino e ha ribadito, dal suo punto di vista, che la possibilità di averne uno già in autunno sarebbe da “prendere con le pinze”. “Sarei molto felice se così fosse, però direi che comunque tutto questo non deve illudere e far pensare che tanto arriverà il vaccino”, ha sottolineato l’esperto. L’infettivologo si è quindi soffermato sul tema dell’immunità di gregge. “Qualcuno aveva detto tempo fa, e qualcuno lo dice ancora adesso, di avere pazienza tanto male che vada arriveremo all’immunità di gregge per poi sistemare tutto con il vaccino”. Ma per arrivare a questo punto, ha spiegato Galli, “non so quante infezioni e quanti morti ci vogliono ancora, perché nessuno sa esattamente quante persone devono essere infettate per poter avere la copertura della cosiddetta immunità di gregge”.

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