Delitto Garlasco, sul muro vicino al corpo di Chiara Poggi 6 impronte ancora ignote

Cronaca
Ansa/Ipa

Sulle pareti vicino alla vittima sono state trovate tracce "palmari", mai identificate. Con un lavoro di "esclusione" si è però stabilito che nessuna appartiene a Sempio, Alberto Stasi, alla famiglia Poggi, alla cugina Stefania Cappa o agli amici del fratello della vittima

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Sulle due pareti del muro della scala dove in fondo è stato trovato il corpo di Chiara Poggi, oltre all'ormai nota impronta 33 attribuita ad Andrea Sempio (impronta non databile e che non risulterebbe insanguinata, ma altri accertamenti sono in corso, ndr), c'erano altre sei tracce "palmari", mai indentificate. Tre erano sulla "parete destra della scala dove è stato rinvenuto il corpo", altre due sulla parete sinistra e un'altra sulla "parete superiore della scala". Ancora oggi non si sa di chi siano: gli esperti che lavorano a fianco della Procura di Pavia le hanno rianalizzate, cercando di dargli un'identità, ma senza riuscirci. Con un lavoro di "esclusione" si è però stabilito che nessuna di quelle sei impronte appartiene a Sempio, Alberto Stasi, alla famiglia Poggi, alla cugina Stefania Cappa o agli amici del fratello della vittima Marco Poggi, Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra. Non identificate anche le tracce "digitali" trovate sulla superficie esterna e interna del portone di ingresso della villetta dei Poggi, cinque in tutto. 

L’impronta di una presunta mano sporca

Tra queste tracce una in particolare ha attirato l’attenzione degli inquirenti. Si tratta della numero 10, repertata sulla "superficie interna del portone di ingresso sull'anta mobile": è l'impronta di una presunta "mano sporca", su cui all'epoca dei fatti non venne eseguita "alcuna indagine biologica". Nel 2020 i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano scrivevano in un'informativa che, se si fosse accertato che era sporca di sangue, si poteva dire certamente che era dell'aggressore che si allontanava dalla "scena del crimine". Quella traccia, però, si leggeva, "non ha i 16 punti utili ad una comparazione" ma ne ha "solamente otto". Secondo quanto trapela accertamenti genetici su questa traccia saranno però effettuati nell'ambito del maxi incidente probatorio, attraverso i "paradesivi" delle tracce dattiloscopiche recuperati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano.

Legale Stasi: "Sulle impronte no a due pesi e due misure"

L'avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi insieme ad Antonio De Rensis, torna intanto sull'impronta palmare riconducibile a Sempio, sottolineando come si trovasse "sulle scale della cantina a un'altezza abbastanza significativa, in alto al gradino in cui il corpo di Chiara ha avuto il momento di quiete, quando è stata lanciata dalle scale", ha detto a Storie Italiane su Rai1. Poi rimarca come Stasi sia stato condannato, tra le altre cose, per una sua impronta su un dispenser del sapone. "Non si può usare due pesi e due misure: l'impronta di Stasi sul dispenser del sapone un gravissimo indizio di colpevolezza, l'impronta palmare di Andrea Sempio sulle scale dove è stata gettata Chiara Poggi, anche alla luce della presenza del Dna su due dita di due mani diverse della vittima, è un 'vabbè frequentava la casa'...", dice Bocellari. E lancia un monito: "Ci tengo a precisare una cosa: c'è troppo rumore di fondo e lo trovo francamente dannoso per le indagini".

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Consulente famiglia Poggi: "Impossibile trovare ora tracce di Sempio"

Il consulente della famiglia di Chiara Poggi, l'ex ufficiale del Ris Marzio Capra, definisce l'impronta "un elemento molto controverso". Al Corriere della Sera spiega anche che il Dna ungueale, sempre attribuito a Sempio, trovato sulle unghie della vittima era già stato considerato non utilizzabile da più professionisti. "Come si può pensare che gli stessi dati, rivalutati oggi, valgano come prova? Per me non c'è spazio", dice Capra, secondo cui è "impossibile" che 18 anni dopo l'omicidio sia individuata una traccia palmare attribuibile a Sempio sulla scena del delitto.

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I tabulati telefonici

Un ulteriore sforzo investigativo si starebbe poi concentrando sull’analisi tecnica sulle celle telefoniche dell'intera famiglia Sempio. Gli inquirenti stanno verificando le dichiarazioni della madre di Sempio, Daniela Ferrari, con i tabulati e i dati telefonici, agli atti dell'indagine e visionati dall'Adnkronos. Quel 13 agosto 2007, ha detto la donna, “io verso le 8.15 sono uscita per andare a fare delle commissioni, sono andata in un paese vicino per far fare il telecomando del cancello, ho fatto la spesa in un supermercato di Gambolò e sono tornata a casa verso le 10”, muovendosi “con l'unica macchina che avevamo all'epoca in famiglia". Al ritorno l'auto la prenderà Sempio per andare in libreria a Vigevano (che troverà chiusa), ma a questo gli inquirenti sembrano non credere, così come al tagliando del parcheggio che è stato da sempre utilizzato come alibi per scagionarsi.

Il cellulare della madre di Sempio

La madre di Sempio, intorno alle 8.41 e alle 8.42 riceve due sms della compagnia telefonica. Alle 8.47 invece manda due sms a una persona, probabilmente l'ex vigile del fuoco sentito di recente nella nuova inchiesta. Fino a lì il suo cellulare aggancia la cella di Garlasco, che copre la sua abitazione e gran parte del comune della Lomellina. Alle 9.09 risulta l'invio di un sms: la cella aggancia Gambolò, zona via Molino, mentre chi riceve (sempre lo stesso conoscente contattato in mattinata) si trova a Vigevano, in zona Aguzzafame. Nessun incontro tra i due, dicono le celle.

Il cellulare di Sempio

Pochi margini offre anche il cellulare di Sempio. L'indagato, già archiviato otto anni fa, ha contatti telefonici con due amici - chiamate ed sms si concentrano tra le 9.58 e le 12.18 - e in tutti i casi le celle agganciate dimostrano la presenza di entrambi gli interlocutori a Garlasco. Gli spostamenti da Garlasco a Vigevano e viceversa risultano compatibili con i dati telefonici disponibili. La distanza tra casa Sempio e il parcheggio è di 16 chilometri, distanza percorribile - visto anche lo scarso traffico agostano - in circa 16 minuti. Una chiamata delle 9.58 (da Sempio a un amico) è avvenuta sempre con aggancio della cella di Garlasco, e quindi - se si considerasse l’ipotesi che la partenza di Sempio sia avvenuta a quell'ora - il tempo disponibile fino allo scontrino è di 20 minuti, ed è perfettamente compatibile. Anche alle 11.10 la chiamata che Sempio riceve aggancia la cella di Garlasco: è verosimile che stia rientrando dopo aver trovato la libreria chiusa. Il racconto dell'indagato sembra dunque compatibile nei riscontri con i tabulati telefonici.

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