E’ solo uno dei numerosi aspetti rilevati dall’indagine condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica nel periodo che va dal 5 al 21 aprile 2020, in piena fase 1, periodo vissuto con “positività” e con piena fiducia verso il personale medico
Sono stati pubblicati, da parte dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) i primi risultati relativi ad un’indagine condotta nel corso della fase 1 dell’emergenza Covid-19, ovvero nel periodo dal 5 al 21 aprile 2020, che ha misurato comportamenti e percezioni dei cittadini in pieno lockdown. Tra i primi dati emersi, quello per cui "nove cittadini su dieci hanno fatto uso di mascherine" proprio durante la fase 1, in pieno blocco totale di tutte le attività del Paese. Nel dettaglio "l'89,1% delle persone di 18 anni e più riferisce di aver fatto uso di mascherine", spiega il report. "L'utilizzo è stato diffuso in modo trasversale in tutta la popolazione raggiungendo il valore più alto tra le persone di 45-54 anni (94,5%), relativamente più basso il valore rilevato tra i più anziani (73,5% per 75 anni e più), anche perché molto probabilmente hanno avuto meno bisogno di uscire".
I numeri sulle mascherine
Un focus particolare, infatti, è stato dato dall’indagine proprio al tema delle mascherine (TUTTO CIO' CHE C'E' DA SAPERE). "Dei 5 milioni e mezzo di individui che non hanno usato la mascherina, il 68,6% probabilmente non ne ha avuto bisogno (il 20,4% ne aveva la disponibilità ma non ha avuto bisogno di usarla, il 48,2% non l'ha cercata), mentre il 31,3% riferisce di averla cercata senza trovarla", ha rilevato l'Istat. "La percentuale di quanti non hanno trovato le mascherine varia nelle diverse aree del Paese, è pari al "20,9% nella zona rossa, passa al 30,7% nelle altre aree del Centro-nord e al 40,9% nelle aree del Mezzogiorno. Queste percentuali, tra l’altro, indicano che “nelle zone maggiormente colpite la disponibilità di mascherine sul mercato è stata maggiore". Ma come sono state procurate le mascherine? “Circa la metà le ha acquistate in una farmacia o in un negozio di sanitaria, il 22,3% riferisce che sono stati parenti o amici a procurargliele, il 17,8% le ha comprate in un altro negozio, il 12,4% le ha fatte in casa o le ha ricevute sempre di fattura artigianale da un conoscente, il 6,5% le ha acquistate su internet”. L'analisi per zona di gravità del contagio mostra come “la percentuale di coloro che le ha fatte in casa sia più elevata nelle zone a minor rischio di contagio (16,8% nell'area 3, contro il 7,8% della zona rossa)".
Serenità e clima famigliare positivo
In sostanza, il report ha evidenziato come "nonostante le restrizioni, il lockdown sia stato vissuto all'insegna della serenità e di un clima familiare coeso e positivo". Infatti, spiega l’Istat, alla richiesta di definire il clima familiare vissuto nel primo periodo dell'emergenza, “tre cittadini su quattro hanno usato parole di significato positivo". In particolare, analizzando nello specifico i dati, "meno del 15% ha scelto parole a cui non è stato possibile attribuire un significato univocamente positivo o negativo. Solo l'8% ha utilizzato termini di significato negativo", sottolineano i primi dati dell’indagina. Inoltre, "il 91,2% dei cittadini ha considerato utili le regole imposte per contrastare l'evoluzione della pandemia. L'89,5% ha percepito come 'chiare' le indicazioni su come comportarsi per contenere il contagio".
La fiducia verso medici e operatori sanitari
Un altro aspetto toccato dall’indagine ha riguardato la valutazione della popolazione italiana nei confronti di medici ed operatori sanitari, per cui è emersa "alta fiducia verso il personale medico e paramedico del Servizio Sanitario Nazionale con un punteggio medio pari a 9 (in una scala da 0 a 10) e verso la Protezione civile (8,7)".
La pulizia delle mani
Tra le indicazioni delle autorità sanitarie, quella di lavare spesso le mani per evitare possibili contagi. Gli italiani le hanno lavate “in media quasi 12 volte al giorno". Nel dettaglio, si legge nel report, "in un giorno medio settimanale, le persone hanno dichiarato di aver lavato le mani in media 11,6 volte" e "di averle pulite con disinfettanti circa 5 volte". Per l'Istat si tratta di "un segnale di forte attenzione che in alcuni casi può essere interpretato come un sintomo d'ansia". Anche perché, "una quota non indifferente di persone riferisce di aver lavato le mani almeno 20 volte nel giorno precedente l'intervista (16,5%) e si arriva al 22,4% tra le persone di 55-64 anni".
I comportamenti
In media il 72% della popolazione maggiorenne non è uscito di casa durante la giornata. "Il 22,7% è uscito una volta e il 5,2% due o più volte", si legge infine nel report. "Non emergono differenze di genere mentre rispetto all'età sono stati i 45-64enni a uscire di più (oltre il 35%). Le quote più basse si rilevano invece tra i giovani di 18-24 anni (19,6%) e tra gli anziani di 75 anni e più (10,1%)". Secondo l'indagine, poi, "anche il mantenere la distanza obbligatoria da persone esterne alla propria famiglia è stata una delle indicazioni per il contenimento del contagio molto rispettata”: la maggior parte delle persone dichiara di essere riuscita sempre a osservare tale norma, ovvero nel 92,4% dei casi.