
Lo storico fondatore di Fratelli d’Italia è stato eletto allo scranno più alto di Palazzo Madama. Dai primi passi nel mondo della politica fino all'adesione al partito di Giorgia Meloni: la sua storia

Ignazio Benito La Russa è stato eletto Presidente del Senato. È il primo esponente di Fdi a ricoprire una carica istituzionale di tale rilievo e il secondo esponente del fu Movimento Sociale, poi Alleanza Nazionale, a farlo, dopo Gianfranco Fini che fu presidente della Camera tra il 2008 e il 2013
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La Russa, 75 anni, è stato eletto con 116 voti (su una maggioranza di 104). Sessantacinque le schede bianche mentre due voti sono andati a Liliana Segre, che ha presieduto l'Aula, e altrettanti a Calderoli
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LE PASSIONI – A chi già lo aveva chiamato presidente nei giorni scorsi, La Russa aveva risposto che “sì, chiamatemi così: sono presidente dell’Inter Club”. La squadra nerazzurra, di cui è socio di minoranza, insieme alla politica; le nipotine e la sua Sicilia sono da sempre le sue grandi passioni. (In foto la stretta di mano da ministro della Difesa al centravanti dell'Inter Diego Milito nel 2011)
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L'ESPERIENZA NELLA DESTRA ITALIANA – Giovanissimo segretario del Fronte della Gioventù, la giovanile del MSI, negli anni ’70 a Milano, La Russa ha compiuto un viaggio lungo 50 anni nelle fila della destra italiana. Eredita la passione della politica da suo padre Antonino, ex segretario della sezione fascista di Paternò e poi senatore del MSI, e segue come difensore di parte civile il caso dell’omicidio del militante di destra Sergio Ramelli, ucciso nel 1975 (in foto: comizio del MSI a Milano nel 1985, presente La Russa)
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LA FAMIGLIA – Seguendo l’esempio del padre Antonino, tutta la famiglia La Russa si è impegnata in politica: oltre ad Ignazio ci sono anche il fratello maggiore Vincenzo, esponente DC negli anni ’80 (la nostra “pecora bianca”, lo ha spesso definito Ignazio) e morto nel novembre del 2021; il fratello minore Romano, oggi assessore alla Sicurezza in regione Lombardia, e la sorella Emilia, militante di FdI (in foto Ignazio La Russa e suo fratello Romano)
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IL PARLAMENTO – Entra prima nelle istituzioni locali lombarde nel 1985, come consigliere locale di San Donato Milanese e regionale lombardo, e poi nel 1994 approda a Roma. Sono gli anni della svolta di Fiuggi, un momento nel quale Gianfranco Fini, segretario del MSI, aggiorna il movimento nostalgico che si richiamava ai valori del Ventennio e della Repubblica Sociale. Resta soltanto la celeberrima fiamma tricolore, ancora oggi presente nel simbolo di Fratelli d’Italia (in foto Gianfranco Fini al Congresso di Fiuggi del 1993, accanto c'è Ignazio La Russa)
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IL RICHIAMO AL VENTENNIO – A chi ricorda come non abbia mai rinnegato quel Ventennio, La Russa ha risposto: “Noi i conti con il fascismo li abbiamo fatti a Fiuggi. A noi fanno sempre le analisi del sangue. In FdI non c’è spazio per i nostalgici”. Eppure, la sua carriera politica segnala episodi controversi, come il “Contro il contagio il saluto romano”, frase pronunciata durante la pandemia (in foto, a Milano nel 1992)
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GLI ANNI DA MINISTRO – Tra gli incarichi di spicco ricoperti da La Russa c’è il ruolo di titolare del dicastero della Difesa, carica ricoperta con il governo Berlusconi IV (2008-2011). Fu lui a convincere il premier ad intervenire in Libia nel 2011 e ad avviare una riorganizzazione del ministero, come dimostra la nascita di Difesa Servizi S.p.A., società che voleva valorizzare i marchi della Difesa, dismettendo beni non più utili ed effettuando acquisti con il modello Consip (in foto durante una visita al contingente italiano in Afghanistan nel 2008)
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IL CATTOLICESIMO – L’appena eletto presidente del Senato si è spesso distinto in passato per alcune battaglie in materia di diritti (è contro le adozioni omosessuali) e religione. Famosa la sua presa di posizione nel 2009 contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che contestava l’esposizione dei crocefissi a scuola. “Il crocifisso resterà in tutte le aule della scuola, in tutte le aule pubbliche. Possono morire, possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla”. La sentenza venne ribaltata in secondo grado
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LA FONDAZIONE DI FDI – Dopo essere entrato nel PdL nel 2008, nel dicembre 2012 lascia il partito e fonda, insieme a Guido Crosetto e Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che idealmente rimanda al Msi e ad An. “Nelle idee c’è una continuità e un’evoluzione. Per certi temi, come la politica estera, non c’è una necessità di evoluzione: il nostro atlantismo è quello che arriva da Almirante, e da allora non abbiamo mai avuto dubbi sulla Nato come strumento difensivo”, ha dichiarato al Corriere della Sera in un’intervista del maggio 2022
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