Manovra 2025, quando sarà approvata? Il calendario dell’iter in Parlamento

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Introduzione

Le tempistiche per l’approvazione della Legge di Bilancio si sono allungate rispetto a quanto previsto in origine. L'esame del testo ha infatti subìto dei rallentamenti in commissione Bilancio alla Camera, facendo slittare l'approdo in Aula fissato in prima battuta a lunedì 16 dicembre.

 

La Manovra, è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, arriverà adesso alla Camera giovedì 19 dicembre, alle 8 di mattina. In tarda mattinata sarà posta la fiducia, che sarà votata venerdì. Discussione, dichiarazioni di voto e voto finale saranno sempre entro venerdì, probabilmente in tarda serata. 

 

Questo costringerà ad accelerare i tempi per evitare il rischio di non concludere l’iter entro la scadenza del 31 dicembre. In quel caso scatterebbe l’esercizio provvisorio, un regime eccezionale con limitazioni di spesa.

Quello che devi sapere

Non si esclude un breve ritorno tecnico in commissione

  • La votazione con fiducia di venerdì prossimo dovrebbe dare una spinta ai ritmi serrati. Il via libera della Camera al momento è fissato per le 22.30, ma le incognite rimangono: i tempi potrebbero variare in caso di un eventuale breve ritorno "tecnico" del testo in commissione. Di questa circostanza, si apprende dall'opposizione - avrebbero parlato i capigruppo. La conferma dovrebbe emergere però domani mattina.

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Il passaggio in Senato

  • Solo una volta che sarà licenziata alla Camera, la Manovra si sposterà in Senato, che avrà tempi stretti (e non saranno concessi altri intoppi). Dal fine settimana (21-22 dicembre) o al massimo da lunedì 23 dicembre, il testo passerà alla commissione Bilancio di Palazzo Madama, che lo approverà senza modifiche, come accade ormai per prassi. A quel punto il testo verrà votato in Aula al Senato, per il via libera definitivo. Il margine per concludere tutto qualche giorno prima di fine anno ci sarebbe. Ma attenzione alla pausa natalizia.

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L’esercizio provvisorio

  • La manovra, per vincolo costituzionale, deve essere votata in via definitiva entro il 31 dicembre dell'anno corrente ed entra in vigore il primo gennaio dell'anno successivo. Se questo non avviene scatta l’esercizio provvisorio. In questo caso, il Parlamento deve votare una legge che autorizza tale misura straordinaria per un periodo non superiore a 4 mesi. Quando scatta questo regime eccezionale (articolo 81 della Costituzione), il governo non è autorizzato ad adottare le variazioni di bilancio previste nella manovra, ma deve limitarsi a gestire le operazioni di ordinaria amministrazione. Una prospettiva che porta importanti criticità ma che nel nostro Paese non accade dal 1988.

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I motivi del ritardo

  • È abbastanza fisiologico che i lavori sulla manovra possano rallentare e slittare nei vari passaggi parlamentari. E quasi sempre si arriva all’approvazione definitiva nell’ultima settimana di dicembre. Quest’anno la strada sembrava in discesa anche a causa delle poche risorse (e quindi un limitato spazio per nuove misure). Invece negli ultimi giorni si sono verificati alcuni intoppi imprevisti. Venerdì scorso i relatori, cioè i parlamentari di centrodestra “responsabili” del ddl in commissione Bilancio alla Camera, hanno depositato alcune proposte di emendamenti, tra cui quella, molto criticata dalle opposizioni, sull’adeguamento degli stipendi per i ministri non eletti in Parlamento

Il caos emendamenti

  • Ma ciò che ha bloccato i lavori in commissione è la serie emendamenti del governo. Tra venerdì 13 e sabato 14, l'esecutivo ha depositato nuove proposte in un unico maxi-emendamento, strada che rischiava di sfociare nell’inammissibilità. Quindi il governo è dovuto intervenire per dividere il maxi-emendamento in più parti singole

La protesta delle opposizioni

  • Le opposizioni sono andate all'attacco stigmatizzando il mancato rispetto degli accordi sui tempi e la mancata presenza delle relazioni tecniche che accompagnano di soluto gli emendamenti del governo. L’accusa è che il governo "sta di fatto riscrivendo” il provvedimento. L’ultima mossa è stata una lettera destinata al presidente della Camera Lorenzo Fontana, a cui è stato chiesto di stoppare le modifiche presentate in commissione Bilancio: "Questa varietà di contenuti rende impossibile per i deputati valutare singolarmente ogni misura e manifestare il proprio consenso o dissenso su specifiche disposizioni”. Insomma le novità sono troppe e il tempo per analizzarle è pochissimo. Ma il presidente Fontana non ha lasciato spiragli: ha ammesso che le modifiche sono molte, ma ha concluso che la manovra è "fisiologicamente eterogenea e comprensiva di interventi su vaste e svariate materie", quindi è normale che gli emendamenti trattino molti temi diversi. E le opposizioni hanno a disposizione tutti i mezzi per intervenire e difendere le loro prerogative costituzionali. Ci sono i subemendamenti che possono presentare, e le relazioni dettagliate dei relatori per ovviare alla mancanza di quelle tecniche. Quindi la risposta è stata negativa.

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