Manovra 2024, cosa succede se non viene approvata? Cos'è l'esercizio provvisorio
La serie di emendamenti proposti dal governo sta facendo slittare la presentazione in Parlamento della legge di Bilancio. Se non venisse approvata entro il 31 dicembre, si entrerebbe in un regime eccezionale con limitazioni di spesa: ecco cosa potrebbe succedere
- Slittano ancora i tempi per la presentazione della Manovra in Parlamento. La legge di Bilancio dovrebbe arrivare in Senato lunedì 18 dicembre e alla Camera due giorni dopo. Ma con gli emendamenti che il governo ha predisposto nelle ultime ore è possibile che ci siano ulteriori ritardi. E le opposizioni cominciano a parlare di un possibile "esercizio provvisorio". Ma cos'è e cosa comporta?
- Poiché la Manovra, per Costituzione, deve essere votata in via definitiva entro il 31 dicembre dell'anno corrente ed entra in vigore il primo gennaio dell'anno successivo, si paventa un possibile "esercizio provvisorio" quando le Camere sono in ritardo nell'approvazione della misura
- Se prima del 31 dicembre rimane solo una suggestione, l'esercizio provvisorio diventa realtà quando la legge di Bilancio slitta oltre l'ultimo giorno dell'anno. In questo caso, il Parlamento deve votare una legge che autorizza tale misura straordinaria per un periodo non superiore a 4 mesi. Si tratta di una circostanza che è avvenuta nel nostro Paese già 33 volte, ma in un passato non recente. L'ultima è stata 35 anni fa, nel 1988
- Quando scatta questo regime eccezionale (articolo 81 della Costituzione), il governo non è autorizzato ad adottare le variazioni di bilancio previste nella Manovra, ma deve limitarsi a gestire le operazioni di ordinaria amministrazione. Una prospettiva che porterebbe con sé importanti criticità
- Durante l'esercizio provvisorio la spesa pubblica è permessa "per dodicesimi", essendo un mese la dodicesima parte di un anno. In sostanza, in ogni mese si può usare un dodicesimo delle poste previste nei capitoli di progetto di bilancio
- Tale limitazione vale sia in termini di competenza sia in quelli di cassa, ossia di pagamenti effettivi. Sfuggono a questo vincolo le uscite obbligatorie, come il pagamento degli stipendi al personale statale. È però possibile, nella legge di autorizzazione, stabilire vincoli ancora più stringenti alle spese
- Oltre alle questioni pratiche, non approvare la Manovra in tempo porta a minare la fiducia degli investitori internazionali e delle istituzioni europee. Infatti, un governo e un Parlamento che non riescono a rispettare un vincolo costituzionale così importante non presentano un bel biglietto da visita presso le cancellerie europee e presso gli investitori chiamati a comprarne il debito sui mercati
- Dall'entrata in vigore della Costituzione nel 1948 (in foto), ben 42 leggi hanno dato il via libera all'esercizio provvisorio (33 per l'autorizzazione effettiva e 9 per garantire una proroga). La Costituzione prevede infatti due condizioni: 1) che l'esercizio sia autorizzato formalmente da una norma; 2) che il nuovo regime possa durare al massimo quattro mesi, comprese le eventuali proroghe
- Dal 1948 al 1968 c'è sempre stato un esercizio provvisorio. Nel 1969 il governo Rumor (in foto) riuscì per primo a far approvare in tempo il bilancio riferito al 1970. Lo stesso fecero gli esecutivi in carica nel 1976 (governo Moro) e 1977 (governo Andreotti). Il regime in questione rimase di fatto la regola fino al 1983, quando sotto Craxi si riuscì a non far slittare il progetto di bilancio per l'anno successivo
- Dal 1983 in poi gli esercizi provvisori diventano di fatto un'eccezione, come nel 1986 (governo Craxi, per due mesi) e nel 1988 (governo Goria, per tre mesi). Poi non è più accaduto: la misura è sempre stata scongiurata perché, visti i vincoli europei e l'elevato debito pubblico, avrebbe avuto un impatto maggiore sui mercati