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Consiglio europeo, comunicazioni di Meloni: "Su migranti l'Italia è un modello"

Politica
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In vista del vertice di Bruxelles del 17 e 18 ottobre, la presidente del Consiglio ha sottolineato come la nomina di Fitto nella Commissione di Ursula von der Leyen sia un segno della centralità dell'Italia. Poi ha ribadito il sostegno all'Ucraina e la condanna agli attacchi israeliani all'Unifil, aggiungendo che "giustificare Hamas e Hezbollah è antisemitismo"

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"Questa nuova legislatura europea si è aperta all'insegna della preoccupazione e dell'incertezza per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medio Oriente e i mutamenti geopolitici e le molte difficoltà attraversate dall'Ue, in parte per questi scenari e in parte figli degli errori del passato". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha iniziato le sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre, durante le quali ha affrontato anche il tema dei migranti e quello della decarbonizzazione e ha annunciato: "È già previsto che io vada in Libano, e il ministro Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima". Poi ha aggiunto: "Da più parti il Consiglio europeo di domani è stato definito come un Consiglio europeo di 'transizione', tra il vecchio e il nuovo ciclo istituzionale europeo. È vero, ma proprio per questo sarà un Consiglio europeo importante, perché porrà le basi della strategia da adottare nei prossimi anni". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni al Senato in vista del vertice a Bruxelles. "L'Italia, come sempre farà la sua parte, pronta a indicare la rotta su molti temi sui quali ha ampiamente dimostrato di poter dire la sua. Perché - ha continuato - a questa nazione non manca nulla. Non le manca la solidità, la visione, la creatività, l'affidabilità per poter essere un punto di riferimento. Le è mancata, a volte sì, la consapevolezza del suo ruolo, l'orgoglio per la sua tradizione, il coraggio per tracciare la rotta, invece di limitarsi a seguire le rotte tracciate da altri. Ma quella stagione, fortunatamente, ce l'abbiamo alle spalle". Nel pomeriggio le repliche alla Camera, dove Meloni ha consegnato il testo del discorso.

"Spero ok a Fitto senza distinguo e tentennamenti"

"Mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi", ha detto Meloni a proposito dell'indicazione di Raffaele Fitto come commissario e vicepresidente della nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen. "Ci sono momenti - ha aggiunto - in cui l'interesse nazionale deve prevalere su quello di parte: mi auguro che sia uno di questi senza distinguo e senza tentennamenti". "La delega al Pnrr" del commissario Raffaele Fitto, "secondo le indicazioni della presidente dovrà essere esercitata congiuntamente con il commissario Dombrovskis: qualcuno ha letto in questo affiancamento una ipoteca rigorista, ma questa collaborazione di carattere paritario rappresenta piuttosto un'opportunità per il commissario italiano di far valere le ragioni di una necessaria maggiore flessibilità negli investimenti, una posizione storicamente italiana che ha trovato un primo parziale accoglimento nella riforma del Patto di stabilità". "Lo voglio dire anche in questo caso senza polemica - sgomberando però il campo da alcune valutazioni a mio avviso poco corrette e sicuramente ingenerose - quelle attribuite a Raffaele Fitto sono deleghe di primissimo ordine", ha sottolineato la presidente del Consiglio, affermando che "la delega sulla Coesione vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l'Italia), su un bilancio complessivo di 1.200, solo per il ciclo 2021-2027. Senza contare il futuro ciclo di programmazione (al momento non quantificabile ma presumibilmente di portata simile) che sempre la prossima Commissione sarà chiamata a definire insieme con altri Stati membri". "Per una Nazione come l'Italia, e specialmente per il Mezzogiorno, si tratta di un interesse nazionale primario", ha continuato Meloni, precisando che "a questa delega si aggiunge anche quella al Pnrr, che vale ulteriori 600 miliardi di euro circa. E questo rappresenta una garanzia per tutti, perché grazie all'ottimo lavoro svolto in questi due anni dallo stesso Fitto, l'Italia è oggi la Nazione più avanti di tutte nella realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nonostante abbia anche il piano più corposo".

"L'Ue di domani non può essere quella di oggi"

Secondo Meloni "le recenti elezioni europee" hanno rappresentato "un punto di non ritorno" con una "indicazione chiara da seguire: l'Ue di domani non può essere quella di ieri e di oggi, deve cambiare e ripensare priorità, approccio, postura, ripensare il suo ruolo nella storia". Per la premier bisogna decidere "quale futuro intendiamo costruire per l'Europa non solo come istituzione ma come autorità politica e come attore imprescindibile sulla scena globale".

"L'Ue verifichi possibili strumenti di debito comune"

"Dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato", ha proseguito Meloni. "Completare l'Unione dei mercati dei capitali consentirebbe, infatti, ai risparmi europei di diventare investimenti europei - ha aggiunto - Sappiamo cosa dobbiamo fare, insomma, ma adesso serve farlo. Servono azioni politiche concrete che trasformino le nostre priorità in una ambiziosa strategia industriale europea, per garantire la crescita delle aziende, la protezione dell'industria, la semplificazione del quadro normativo"

Il ministro degli Affari europei, il Sud le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, 11 luglio 2023. ANSA/ETTORE FERRARI

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"Lavoriamo sul prestito a Kiev garantito da asset russi"

"Il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina per costruire una pace giusta e duratura e aiutarla a guardare a un futuro di prosperità e di benessere. Difenderla è nell'interesse dell'Italia e dell'Europa", ha detto meloni. "Continueremo a lavorare, per attuare l'accordo per il prestito garantito dagli interessi generati dagli asset russi immobilizzati in Europa, importante risultato raggiunto dalla Presidenza italiana del G7", ha aggiunto la premier ricordando l'incontro di giovedì scorso a Roma con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui ha spiegato di aver "ribadito ancora una volta che difendere l'Ucraina è nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, perché significa tutelare quel sistema internazionale di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni Nazione". "L'Italia ha firmato l'accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci - ha sottolineato - ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili. Questo al netto del sostegno che l'Italia continua a dare a 360° gradi. Non ultimo, il contributo per ripristinare la capacità di produzione di energia dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka. E come ho detto molte volte in passato guardare al futuro dell'Ucraina significa anche immaginare la sua ricostruzione, che va sostenuta insieme alle istituzioni finanziarie internazionali e al settore privato".

"Non ci rassegniamo all'idea di abbandonare l'Ucraina"

"Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all'idea di abbandonare l'Ucraina, all'idea che di fronte alla violazione del diritto internazionale dovremmo chiudere un occhio, banalmente perché sappiamo che quando saltano le regole le crisi si moltiplicano, e tutti ne paghiamo le conseguenze - ha proseguito Meloni - Così l'invasione dell'Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, contribuendo ad accendere nuovi focolai di crisi o a far detonare quelli mai spenti. Sono convinta che quanto accade in Medio Oriente sia figlio anche di questa destabilizzazione". La premier ha ricordato che l'Italia è in prima fila per la ricostruzione: "Il governo italiano è già fermamente impegnato nella tutela del patrimonio culturale ucraino, a partire da Odessa, dove stiamo lavorando per la messa in sicurezza della Cattedrale della Trasfigurazione" e il 10 e l'11 luglio del prossimo anno l'Italia ospiterà a Roma la Ukraine Recovery Conference, la Conferenza sulla ricostruzione, importante evento sul quale il governo è già al lavoro e conta sul sostegno di tutte le forze politiche e di tutto il sistema Italia".

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"L'atteggiamento di Israele è ingiustificabile"

Passando al Medio Oriente, per Meloni "pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile" l'attacco di Israele all'Unifil "ed è la posizione che l'Italia ha assunto con determinazione a tutti livelli: pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni" alla stabilità del confine tra Israele e Libano. Poi la premier ha sottolineato che "l'atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell'Onu". Bisogna "lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi". Poi ha aggiunto: "Abbiamo deliberato contributi pari a 5 milioni di euro per le attività di Unrwa in Cisgiordania e a sostegno dei rifugiati palestinesi in Siria, Libano e Giordania. L'Italia rimane disponibile a sostenere progetti specifici dell'Agenzia, ma esclusivamente a seguito di un controllo scrupoloso volto a impedire qualsiasi forma di commistione con attività terroristiche".

"Giustificare Hamas ed Hezbollah è antisemitismo"

"Ricordare e condannare con forza ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023, è il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché sempre più le pur legittime critiche a Israele si mescolano con un giustificazionismo verso organizzazioni come Hamas ed Hezbollah, e questo, piaccia o no, tradisce altro - ha detto Meloni - Tradisce un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti. E le manifestazioni di piazza di questi giorni lo hanno, purtroppo, dimostrato senza timore di smentita". Poi ha aggiunto: "Consentitemi di rinnovare anche la solidarietà mia personale e di tutto il Governo alle forze dell'ordine insultate e aggredite da sedicenti 'manifestanti' che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza. Ringrazio il ministro Piantedosi, il capo della Polizia e tutti gli uomini e le donne che ogni giorno lavorano per garantire la nostra sicurezza. E mi auguro e mi aspetto che tutti lo facciano, in quest'aula".

"In Medio Oriente va rotto il ciclo di violenza" 

"L'Italia è quotidianamente impegnata per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani, per la stabilizzazione del confine israelo-libanese, attraverso la piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite", ha detto Meloni. "Confermiamo il nostro sostegno a tutti gli sforzi di mediazione portati avanti, in particolare a quello degli Stati Uniti, e il nostro impegno per lavorare ad una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina co-esistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi". Secondo la premier "le conseguenze dell'attacco di Hamas hanno scatenato un'escalation su base regionale che rischia di avere esiti imprevedibili. È nostro dovere continuare a fare ogni possibile sforzo per arrivare ad una de-escalation, riportando il dialogo a prevalere sull'uso della forza, benché sia un compito tutt'altro che semplice". "L'Italia ha condannato l'attacco iraniano a Israele e ha lanciato un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori degenerazioni - ha aggiunto - Lo abbiamo ribadito anche il giorno successivo all'attacco, insieme agli altri leader del G7. È necessario rompere questo ciclo di violenza ed essere unanimi nell'invitare con decisione tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo per allentare la tensione". "Difendiamo il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza, ma ribadiamo la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Perché non siamo insensibili di fronte all'enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall'inizio al centro del nostro lavoro", ha ribadito la premier. "La situazione umanitaria a Gaza è sempre più preoccupante, e prosegue anche su questo fronte il nostro impegno - ha concluso - Nell'ambito dell'iniziativa 'Food for Gaza', sono stati consegnati all'interno della Striscia oltre 47 tonnellate di beni alimentari, e voglio ringraziare per questo il ministro degli Esteri Antonio Tajani".

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"Pragmatici ed efficaci sui migranti, siamo un modello"

Sul tema dei migranti, Meloni si dice "orgogliosa che l'Italia sia diventata un modello da seguire, ho accolto con grande soddisfazione l'attenzione di diversi governi di diverso colore politico" sull'azione italiana "a riprova del pragmatismo e dell'efficacia che hanno segnato la nostra azione in materia di contrasto dell'immigrazione illegale". "A partire dal Consiglio europeo, su iniziativa dell'Italia si svolgerà un incontro informale tra gli Stati membri più interessati al fenomeno migratorio", ha detto la premier, che ha aggiunto: "Constatiamo intanto una nuova attenzione al tema dei rimpatri, anche volto ad un rafforzamento dell'attuale quadro giuridico europeo, sul quale abbiamo registrato con favore l'interesse del nuovo governo francese e le dichiarazioni della presidente von der Leyen a margine del vertice Med9 di Cipro".

"Meno sbarchi e morti in mare, grazie anche al sostegno Ue"

I "numeri" raccontano "meglio delle parole l'efficacia" delle politiche migratorie: nel 2024 la percentuale di sbarchi di immigrati illegali è diminuita del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022. È merito delle politiche del governo, certo, ma anche del sostegno che l'Europa ha garantito a molte delle nostre proposte, come il memorandum con la Tunisia e con l'Egitto", ha aggiunto la presidente del Consiglio, sottolineando che "diminuiscono gli sbarchi e, cosa più importante, diminuiscono anche i morti e i dispersi in mare". "Anche su questo punto la tendenza decrescente si sta consolidando, e questo ci rende particolarmente orgogliosi perché è la dimostrazione di quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che l'unico modo per impedire altre tragedie in mare è fermare le partenze e combattere i trafficanti senza scrupoli". La premier ha ricordato che il governo si è occupato "anche di promuovere i canali di ingresso regolare. Non solo abbiamo programmato, nel periodo 2023-2025, circa 450 mila ingressi regolari, ma stiamo lavorando per far funzionare bene il decreto flussi, evitando che nelle sue pieghe si annidi l'illegalità".

"Protocollo Albania percorribile con altri Stati extra-Ue"

"L'Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo - il centro di Shengjin e il centro di Gjader - sono ora pronte e operative. Ci siamo presi del tempo in più perché tutto fosse fatto nel migliore dei modi, ma siamo molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro", ha detto ancora Meloni, ringraziando "in particolare i ministri Crosetto, Piantedosi e Nordio, il sottosegretario Mantovano e la nostra Ambasciata in Albania, che hanno seguito passo passo l'attuazione del protocollo". "È una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue - ha aggiunto - E ringrazio anche il primo ministro Rama e tutto il suo Governo per aver creduto, con noi, nella bontà e nell'efficacia di questa iniziativa".

epa11390920 A handout picture made available by the Chigi Palace (Palazzo Chigi) Press Office shows Italian Prime Minister Giorgia Meloni (2-R) and Albanian Prime Minister Edi Rama (R) at the port of Shengjin, Albania, 05 June 2024, during a visit to the hotspot intended for the entry procedures of migrants. The Italian and Albanian prime ministers visited the new Shengjin migrant hotspot, a center created on the basis of an agreement between Tirana and Rome to operate centres for asylum seekers on Albanian territory.  EPA/FIIPPO ATTILI/CHIGI PALACE PRESS OFFICE HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

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"Opposizioni contro il Piano Mattei in modo pregiudiziale"

"Il Piano Mattei per l'Africa, che ha già visto partire diversi progetti con le prime nove nazioni africane coinvolte, raccoglie sempre maggiore attenzione e curiosità a livello internazionale. Anche qui abbiamo fatto da apripista - ha continuato la premier - E dispiace, lo dico senza polemica, che mentre tutto il mondo guarda a noi proprio grazie alla nostra strategia sull'Africa, e mentre tutto il sistema Italia dimostra di aver compreso la portata di questa iniziativa, i partiti di opposizione abbiano invece scelto, anche su questo fronte, la strada di una opposizione pregiudiziale". "Abbiamo condiviso il Piano con il Parlamento - ha aggiunto - proprio per coinvolgere tutte le forze politiche, in quella che per noi continua a essere una strategia necessaria per l'Italia, non un progetto utile al Governo Meloni. Ma voglio dire che sono sempre disponibile a confrontarmi con tutti su questo fronte, semmai una volta tanto l'interesse italiano si volesse anteporre a quello di partito".

"Se l'Italia guarda all'Africa l'Ue sarà spinta a farlo"

Secondo Meloni "se l'Italia sceglie di guardare al Sud, anche l'Europa sarà naturalmente spinta a farlo. E questo apre grandi opportunità, soprattutto dal punto di vista geopolitico. Perché non è un segreto per nessuno che non siamo gli unici a guardare all'Africa e che ci sono altri attori - Russia e Cina in testa, ma non solo - che portano avanti le proprie strategie, spesso con un approccio molto più assertivo del nostro". "Rimango convinta - ha aggiunto - che, nel rapporto con le nazioni africane, noi rimaniamo potenzialmente più competitivi, perché la nostra sfida non è alimentare il caos per tentare di depredare l'Africa delle proprie risorse, ma consentire ai Paesi africani di utilizzare quelle risorse, per poter vivere di ciò che hanno, con governi stabili e società prospere".

"Da Sea Watch parole indegne e vergognose"

"Considero vergognoso che l'organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere 'i veri trafficanti di uomini', volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del Nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali - ha proseguito Meloni - Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia. Colgo l'occasione per ringraziare anche il ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro, e per esprimere a questi uomini e a queste donne la solidarietà del governo di fronte continui attacchi faziosi di organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l'immigrazione illegale di massa".

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"Va rivista la strategia dell'Ue per la Siria"

"La posizione italiana è che occorra rivedere la Strategia dell'Unione europea per la Siria e lavorare con tutti gli attori, per creare le condizioni affinché i rifugiati siriani possano fare ritorno in Patria in modo volontario, sicuro e sostenibile - ha spiegato ancora la presidente del Consiglio - Occorre investire nell'early recovery, in modo che i rifugiati che decidono di tornare trovino condizioni che permettano un loro reinserimento in Siria. In questo senso sosteniamo soprattutto l'impegno che sta portando avanti l'Unhcr, ma abbiamo anche deciso di rafforzare la nostra presenza diplomatica a Damasco". Poi ha sottolineato che "l'aumento della tensione e l'escalation militare hanno aggravato anche la crisi dei rifugiati in Siria, in Giordania e negli altri Paesi della regione. È fondamentale affrontare questa emergenza, che si aggrava sempre di più e che merita un impegno ancor più determinato dell'Europa". "Per questo - ha concluso -, in occasione del recente vertice Med9, ho voluto promuovere un incontro a quattro con il re di Giordania, il presidente di Cipro e la presidente della Commissione europea per confrontarci su come rispondere di fronte a questa emergenza".

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"Inaccettabile la repressione del regime in Venezuela"

"Continuiamo a condannare l'inaccettabile repressione del regime" in Venezuela "chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici. Insieme alla Ue lavoriamo per la transizione democratica e pacifica nel paese", ha detto poi la presidente del Consiglio. È una questione, ha spiegato Meloni, "che ci sta particolarmente a cuore, anche per i moltissimi cittadini di origine italiana che si trovano in una terra che perfino il nome collega a Venezia e all'Italia". "Non riconosciamo la proclamata vittoria di Maduro a seguito di elezioni ben poco trasparenti e continuiamo a condannare l'inaccettabile repressione del regime, chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici - ha affermato la premier - Lo abbiamo ribadito più volte in tutti i comunicati G7 durante la nostra presidenza. Insieme all'Unione europea, lavoriamo per una transizione democratica e pacifica nel Paese, affinché la volontà dei milioni di venezuelani che continuano a rischiare la propria vita per un futuro più democratico, prospero e sicuro, possa finalmente trovare realizzazione".

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"Decarbonizzazione con deindustrializzazione è suicidio"

"Come ho detto mille volte inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindiustrializzazione è un suicidio. Non c'è nulla di verde in un deserto, nessuna transizione verde possibile in una economia in ginocchio", ha proseguito Meloni nelle comunicazioni al Senato. "Il Consiglio Ue tornerà ad occuparsi di come rafforzare la competitività, l'Italia ha una posizione molto chiara su questa materia: l'approccio ideologico che ha sostenuto finora il green deal, ha creato effetti disastrosi, una posizione che abbiamo avuto fin dall'inizio in solitudine e che oggi è patrimonio comune". "Non è vero - ha insistito - che l'unica strada sia quella tracciata da una minoranza ideologizzata: non ha alcun senso distruggere posti di lavoro, smantellare l'industria e condannarsi a nuove dipendenze strategiche per perseguire obiettivi impossibili da raggiungere". "Ampliando lo sguardo ad altri settori produttivi, non posso che essere d'accordo con Mario Draghi quando scrive, nel suo rapporto, che gli ambiziosi obiettivi ambientali che ci siamo posti devono essere accompagnati da maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti la transizione energetica ed ambientale andrà a scapito della competitività e della crescita", ha sottolineato la premier. "Sono temi che, me ne darete atto, più volte ho toccato in precedenti occasioni e che ci devono spingere ad una riflessione approfondita quanto rapida. Questo vuol dire aprire il dibattito soprattutto sugli strumenti finanziari necessari a sostenere questo percorso".

"Finanziare gli investimenti per automotive più pulito"

Sullo stop europeo alle auto a benzina e diesel dal 2035, "si deve avere il coraggio di riaprire la partita e perseguire la strada della neutralità ecologica, sostenendo filiere come quella dei biocarburanti, in cui l'Italia e l'Europa possono giocare un ruolo da protagonista". "È necessario porsi il tema di come finanziare gli investimenti verso un automotive più pulito, di come sostenere l'innovazione, di come garantire una sempre maggiore autonomia strategica, costruendo catene del valore europee per non consegnarci a nuove, pericolose, dipendenze - ha detto Meloni - Proprio in questa direzione va il non-paper presentato dal Ministro Urso ai colleghi degli altri ventisei Stati membri che servirà come base di discussione per ampliare il consenso intorno alla nostra posizione, ispirata al buon senso e al pragmatismo, senza alcuno spazio per gli approcci ideologici".

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Più tardi in sede di replica Meloni ha avuto uno scontro con il M5S: "La leggerezza con cui voi affrontate le crisi internazionali è pari solo alla leggerezza con cui avete affrontato il bilancio dello Stato quando eravate al governo: ci vuole la maschera di ferro per dire che gettiamo i soldi dalla finestra, anche volendo non potremmo perché li avete già gettati tutti voi" per fare ristrutturare con il Superbonus "il 4% delle case degli italiani, prevalentemente seconde caso".

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