Venezuela, Guaidó a Sky TG24: “Italia riconosca González Urrutia come presidente eletto”

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L’ex leader dell’opposizione a Nicolàs Maduro: "Dobbiamo difendere la democrazia, minacciata e attaccata non solo in Venezuela ma in tutto il mondo". E ha aggiunto che "lasciare impunito Maduro sarebbe un messaggio terribile"

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"Chiediamo alla presidente Meloni di riconoscere González Urrutia come presidente eletto del Venezuela per offrire una possibilità di transizione pacifica e democratica": Juan Guaidó, ex leader dell’opposizione a Nicolàs Maduro costretto a lasciare il Paese, ha parlato a Sky TG24 Mondo della situazione del Venezuela. Per Guaidó "dobbiamo difendere la democrazia, minacciata e attaccata non solo in Venezuela ma in tutto il mondo" e "Maduro deve essere obbligato" a lasciare il potere e "il mondo intero deve mobilitarsi ed eliminare la dittatura". "Lasciare impunito Maduro sarebbe un messaggio terribile per tutto il mondo", ha sottolineato.

Guaidó: “Dobbiamo difendere la democrazia”

“Il presidente eletto del Venezuela è stato espulso dal Paese e adesso ha trovato rifugio in Spagna”, ha detto Juan Guaidó parlando di Edmundo González Urrutia. “Il Senato spagnolo lo ha riconosciuto come il presidente eletto. Adesso dobbiamo difendere la democrazia, minacciata e attaccata non solo in Venezuela ma in tutto il mondo. Ovunque Maduro arrivi cerca di andare contro il pilastro fondamentale della democrazia, dopo aver distrutto le istituzioni, l’indipendenza dal potere, la libertà di stampa. Oggi tutto il mondo ha visto che non è sufficiente votare, perché quello che sta succedendo purtroppo in Venezuela è che i voti non sono stati considerati. Chiediamo al presidente spagnolo, così come alla presidente Meloni, di riconoscere González Urrutia come presidente eletto del Venezuela per offrire una possibilità di transizione pacifica e democratica”.

Guaidó: “Vogliamo sia rispettato il voto del popolo”

Juan Guaidó, che è stato leader dell’opposizione a Nicolàs Maduro ed è stato costretto a lasciare il Venezuela, ha detto di essere in contatto con González Urrutia e la leader d’opposizione María Machado: “Dal 28 luglio in Venezuela ci sono quasi 2.200 sequestrati e detenuti che sono stati incarcerati dalla dittatura di Maduro. Dobbiamo mantenere l’unità e l’attività di resistenza, è un compito e una sfida al tempo stesso che richiede comunicazione. Anche noi che siamo esiliati siamo perseguitati dalla dittatura di Maduro. Io penso che sia la possibilità di ritornare con l’appoggio determinante del mondo. La mia proposta è semplice, in questo momento non stiamo aiutando solo i venezuelani, ma l’essenza della democrazia: il voto. Noi vogliamo che sia rispettata la decisione del popolo, e non vogliamo che ci sia questa impunità”.

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Guaidó: “Rischio sterminio di parte della popolazione”

“Noi siamo stati legittimati dal voto popolare dei venezuelani, nonostante le persecuzioni, le torture e la censura. Siamo tutti compatti intorno a González Urrutia”, ha detto ancora Juan Guaidó. Per l’ex leader dell’opposizione serve “fare pressione contro la dittatura di Maduro”. Sul rischio di una guerra civile, Guaidó ha detto che “non c’è il rischio, perché dal 28 luglio ci sono stati 2.200 sequestrati. Il rischio è che sia sterminata una parte della popolazione. Otto milioni di venezuelani sono fuori dal Paese, il 25% della popolazione. Sono stati espulsi, o andati via per il terrorismo o per fame o per paura”. “Abbiamo vinto delle elezioni in una condizione di dittatura, non vogliamo che si perpetui una dittatura legata al terrorismo e al narcotraffico”. Per Guaidó Maduro vuole “alleanze con la Russia, con l’Iran, il rischio è molto più ampio della crisi in Venezuela”.

Guaidó: “Maduro deve essere obbligato a lasciare”

Inoltre, per Guaidó “Maduro deve essere obbligato” a lasciare il potere, “non lo farà volontariamente. Il mondo intero deve mobilitarsi ed eliminare la dittatura, perché il voto ha già eletto Gonzalez Urrutia. Lasciare impunito Maduro sarebbe un messaggio terribile per tutto il mondo, e una minaccia all’essenza della democrazia che è il voto. Con l’appoggio della comunità internazionale possiamo riuscire in una transizione pacifica verso la democrazia”. Guaidó ha aggiunto che “l’Italia con la presidente Meloni e Tajani può essere chiave, il riconoscimento (di González Urrutia) come fatto dal Congresso in Spagna potrebbe essere importante. Non possiamo sottostimare la cattiveria della dittatura e la possibilità che hanno i Paesi europei di aiutare a riscattare la democrazia”.

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Le elezioni e la crisi in Venezuela

Il 28 luglio si sono tenute le elezioni presidenziali in Venezuela. L’esito del voto annunciato dalle autorità è stato in favore di Nicolàs Maduro, ma i risultati non sono stati accettati né dell’opposizione né da parte della comunità internazionale. Nel Paese sono esplose diverse proteste contro il regime di Maduro, e il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia - dopo esser stato colpito da una richiesta d’arresto per “reati di usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti pubblici, istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato, cospirazione, sabotaggio per danneggiare i sistemi ed associazione terroristica” - ha lasciato il Paese in direzione Spagna dopo aver chiesto asilo. La leader dell'opposizione, María Corina Machado, ha affermato che l'ex candidato alla presidenza del Venezuela è dovuto fuggire perché "la sua vita era in pericolo".

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