Guerra Israele Medio Oriente, Guterres: Gaza campo di sterminio. Hamas: serve tregua

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Il segretario generale dell’Onu ha accusato Israele di aver trasformato Gaza in un “campo di sterminio”, definendo l’attuale situazione “intollerabile”. Hamas ha ribadito la necessità di una tregua, spiegando che i contatti con i mediatori proseguono, ma senza novità concrete. Intanto, sul fronte nucleare, Donald Trump ha annunciato l’inizio di negoziati con Teheran. L’Iran conferma colloqui indiretti in Oman. Israele continua a considerare l’opzione militare

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Il segretario generale Onu Antonio Guterres ha accusato Israele per aver trasformato Gaza in un "campo di sterminio". "L'attuale percorso è un vicolo cieco, totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia, e il rischio che la Cisgiordania occupata si trasformi in un'altra Gaza lo rende ancora peggiore", ha aggiunto. “Questa guerra non può continuare indefinitamente, ed è quindi necessario raggiungere un cessate il fuoco", ha detto all'Afp Hossam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, aggiungendo che "la comunicazione con i mediatori è ancora in corso" ma che "finora non ci sono nuove proposte".

Hamas condanna l'attacco israeliano al quartiere di Shuja'iya, nella Striscia di Gaza settentrionale, in cui sono rimaste uccise 29 persone. Hamas non distingue tra vittime civili e miliziani. L'Idf ha dichiarato che l'aeronautica israeliana ha attaccato oltre 45 obiettivi nella Striscia di Gaza nell'ultima giornata. Tra i siti colpiti un impianto per la produzione di armi, una postazione di lancio  con razzi pronti all'uso, strutture militari, depositi di armamenti e cellule di Hamas.

Benyamin Netanyahu è comparso stamattina davanti al tribunale distrettuale di Tel Aviv per proseguire la sua testimonianza nel processo a suo carico. Durante la sua testimonianza ha attaccato duramente la polizia: "Inquinano l'indagine, lanciano accuse false. Mi sento come una preda".

Intanto, qualcosa inizia a muoversi sul dossier nucleare iraniano. Donald Trump ha fatto la prima mossa annunciando a sorpresa l'avvio di "negoziati diretti ad alto livello" con Teheran a partire da sabato. Il regime degli ayatollah ha confermato ci saranno dei contatti in Oman, ma soltanto indiretti, auspicando allo stesso tempo che la partita si chiuda positivamente, arrivando alla fine delle sanzioni. "Con Usa chiariremo che programma nucleare è pacifico",  ha dichiarato il ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Israele mantiene sul tavolo "l'opzione militare" contro il nemico giurato della regione. 

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Trump: azione militare contro l'Iran possibile senza accordo

Donald Trump ritiene "possibile" un'azione militare contro l'Iran se non si troverà l'accordo sul nucleare. "Assolutamente possibile", ha risposto ad una domanda sull'argomento alla Casa Bianca. 

Trump: "Non c'è molto tempo per fare l'accordo con l'Iran"

"Non c'è molto tempo per fare l'accordo con l'Iran. Non possiamo permettere che abbiamo l'arma nucleare". Lo ha detto Donqald Trump a due giorni dall'inizio dei colloqui con Teheran in Oman sabato. 

Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini

Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno firmato un "trattato di partenariato strategico globale" con cui è stata potenziata la cooperazione militare e d'intelligence. Un accordo definito "una vera svolta" che amplierà la proiezione russa nel settore dell'energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO

Abu Mazen compie 90 anni: la carriera politica del presidente della Palestina

Nato il 26 marzo 1935 a Safed, è presidente della Palestina dal 2005. Esponente dell'ala moderata di al-Fatàh, del quale fu fra i fondatori nel 1957, entrò nell'OLP nel 1981 ed ebbe una parte di primo piano negli accordi di Oslo del 1993. Nel 2004 prese il posto di Arafat. LA STORIA

Gaza: un lungo tavolo tra le macerie per la cena di Ramadan. FOTO

Immagini diffuse sui social da Gaza mostrano la popolazione che prepara un Iftar collettivo, il pasto serale che interrompe il digiuno durante il Ramadan, a Rafah, nel sud della Striscia, tra le rovine rimaste dopo i combattimenti. LE IMMAGINI

Netanyahu incontra nuovo capo Cia a Gerusalemme

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato il capo della Cia, John Ratcliffe, a Gerusalemme. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio del premier. "Il primo ministro ha incontrato mercoledì sera il capo della Central Intelligence Agency americana John Ratcliffe, insieme al capo del Mossad, David Barnea", si legge nel comunicato, a pochi giorni dalla data prevista per i colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran e nel contesto dei continui tentativi di ripristinare un cessate il fuoco a Gaza. 

Macron: "Riconosceremo stato palestinese a giugno"

La Francia potrebbe riconoscere lo Stato palestinese a giugno. Lo ha annunciato il presidente Emmanuel Macron che aveva già detto che un passo simile non era da considerare "un tabù". Gli stati europei che già riconoscono lo Stato palestinese sono: Svezia, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Norvegia, Irlanda e Spagna. 

Katz: "Idf sta incorporando vaste aree di Gaza in zone cuscinetto"

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che l'esercito sta conquistando vaste aree a Gaza e le sta incorporando in zone cuscinetto liberate dai loro abitanti nel tentativo di costringere Hamas a rilasciare gli ostaggi. "Vaste aree vengono prese dall'Idf e aggiunte alle zone di sicurezza di Israele, lasciando Gaza più piccola e isolata", ha affermato Katz durante una visita al corridoio Morag, che divide Gaza tra le città meridionali di Rafah e Khan Yunis. Katz ha aggiunto che l'offensiva ha già portato a "grandi risultati", tra cui l'uccisione di oltre 40 comandanti di Hamas e la scoperta di nuovi tunnel. "Il trasferimento della popolazione, la conquista del territorio e il blocco umanitario rafforzano la pressione su Hamas per la liberazione degli ostaggi, un accordo è più probabile di prima", ha dichiarato.

Hamas: no a controllo Israele su distribuzione aiuti Gaza

Hamas ha fatto sapere di respingere i tentativi di Israele di controllare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza, sia da parte dei soldati dell'Idf che da parte di aziende private controllate da Tel Aviv. Per il gruppo militante palestinese, la proposta dello Stato ebraico viola il diritto internazionale, opponendosi ai "principi fondamentali dell'aiuto umanitario: neutralità, imparzialità, indipendenza e umanità". Controllare l'ingresso degli aiuti nell'enclave "perpetua una realtà di controllo politico e ricatto", ha aggiunto Hamas, facendo appello "al mondo intero affinché garantisca che gli aiuti umanitari raggiungano il popolo palestinese in modo sicuro e rispettoso". 

Missile Houthi lanciato su Israele cade in Arabia Saudita

Un missile balistico lanciato dagli Houthi dallo Yemen e diretto verso Israele è caduto poco fa in Arabia Saudita. L'esercito israeliano ha identificato il lancio, ma le sirene non sono state attivate perché il missile ha preso un'altra direzione. Dallo scorso 18 marzo, quando l'Idf ha ripreso l'offensiva contro Hamas a Gaza, gli Houthi sostenuti dall'Iran hanno lanciato oltre 18 missili balistici e due droni verso Israele. Solo dieci hanno provocato l'attivazione degli allarmi poiché gli altri sono caduti prima di raggiungere il territorio. Gli Houthi sostengono di aver lanciato anche oggi un drone verso Israele, ma non si sono udite sirene. 

Iran: nuove sanzioni Usa, nucleare resta grave minaccia

A pochi giorni dalla ripresa dei colloqui tra Stati Uniti e Iran, che si terranno in Oman, l'amministrazione americana ha imposto nuove sanzioni contro Teheran. In una nota, il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha detto: "La ricerca sconsiderata di armi nucleari da parte del regime iraniano resta una grave minaccia agli Stati Uniti ed una minaccia alla stabilità regionale ed alla sicurezza globale". Per questo, "il Tesoro continuerà a usare i nostri strumenti e le nostre autorità per interrompere qualsiasi tentativo dell'Iran di portare avanti il suo  programma nucleare e la sua più ampia agenda destabilizzante”. L'ultima tornata di sanzioni riguarda cinque entità ed un individuo in Iran accusati di sostenere il programma nucleare.

Idf accusa Hezbollah, sta ricostruendo sito di armi a Beirut

L'Idf accusa Hezbollah di cercare di ricostruire un sito per la produzione di armi nei sobborghi sud di Beirut, cercando al contempo di eludere il monitoraggio del meccanismo di tregua guidato dagli Stati Uniti. Lo riferisce il portavoce in arabo dell'Idf in un post su X. Il sito si trova sotto edifici residenziali e accanto a una scuola, ed era stato bombardato da Israele nel novembre 2024. L'Idf avrebbe trasmesso informazioni al meccanismo di tregua già a inizio gennaio, e successivamente è stata effettuata un'ispezione a sorpresa. Tuttavia l'Idf afferma che "le immagini aeree mostrano che Hezbollah, informato in anticipo sulla data dell'ispezione, ha evacuato le attrezzature di ingegneria prima dell'arrivo degli ispettori, per poi riportarle sul posto dopo la loro partenza". Secondo il portavoce, l'attività di Hezbollah rappresenta "una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano nell'ambito del cessate il fuoco". 

Fonte: valichi tra Gaza e l'Egitto chiusi da 40 giorni

La chiusura dei valichi di Kerem Shalom e Al-Awja da parte di Israele, che impedisce l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, è entrata oggi nel 40/o giorno consecutivo. Il valico di Rafah, sul lato palestinese, è invece chiuso da 23 giorni consecutivi, impedendo il passaggio dei feriti e dei malati verso il lato egiziano. Lo ha ricordato una fonte della sicurezza egiziana contattata al telefono.    La fonte ha aggiunto che l'Egitto ha rafforzato l'allerta lungo il confine e nei pressi del valico a causa dei bombardamenti e delle distruzioni compiuti quotidianamente da Israele nella Striscia. Il trasferimento dei feriti da Gaza è stato sospeso dopo l'arrivo di 1.705 pazienti, distribuiti in 45 gruppi, accompagnati da 2.500 familiari, ha riferito la fonte. Attualmente feriti e malati sono ricoverati soprattutto negli ospedali del Sinai settentrionale.

Hamas condanna attacco dell'Idf nel nord di Gaza, 29 le vittime

In una dichiarazione ufficiale, Hamas condanna l'attacco israeliano al quartiere di Shuja'iya, nella Striscia di Gaza settentrionale, in cui sono rimaste uccise 29 persone. Hamas non distingue tra vittime civili e miliziani. 

Media: il 75% dei tunnel a Gaza è ancora intatto

Secondo fonti della sicurezza israeliana citate da Channel 12, l'Idf ha finora distrutto solo un quarto della rete di tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza, quindi il 75% è ancora intatto. Le stesse fonti riferiscono che anche un numero significativo di tunnel usati per i contrabbando di armi che attraversano il confine tra Egitto e Gaza risulta ancora intatto. Due settimane fa, l'unità Yahalom dell'Idf ha smantellato un tunnel lungo un chilometro, e attualmente, tre divisioni dell'Idf sono operative nell'area. Secondo l'Idf, un numero significativo di membri di Hamas ha abbandonato le zone di combattimento, nascondendosi tra la popolazione civile e all'interno dei tunnel per evitare scontri diretti. Le operazioni si stanno facendo più decentrate, con pochi combattimenti ravvicinati, ma l'Idf prevede che si tratti di una fase temporanea. "Le nostre forze stanno approfondendo l'operazione e continueranno con determinazione", ha dichiarato il capo di stato maggiore Eyal Zamir, aggiungendo che l'unico elemento che potrebbe rallentare l'avanzata è la liberazione degli ostaggi. 

Il capo dello Shin Bet escluso dalla riunione sulla sicurezza

Il gabinetto di sicurezza si riunirà questa sera senza la partecipazione dei vertici della sicurezza, inclusi il capo dello Shin Bet, nonostante la sentenza dell'Alta Corte abbia stabilito ieri che "non si possono limitare le sue competenze" né alterare le consuete modalità di lavoro tra lui, il governo e il primo ministro". Lo riferisce Ynet. Durante la riunione, verrà fornito un aggiornamento sugli incontri del primo ministro Benyamin Netanyahu a Washington, rientrato questa mattina dopo l'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel quale gli ha comunicato l'avvio di negoziati diretti con l'Iran. 

Israele: stasera riunione gabinetto senza vertici sicurezza

I vertici dell'apparato di sicurezza non sono stati invitati alla riunione di gabinetto politico e di sicurezza israeliano che si terrà stasera. Lo riferiscono i media locali. Il premier Benjamin Netanyahu fornirà un aggiornamento sui colloqui con il presidente Usa Donald Trump a Washington e sulla visita in Ungheria dal premier Viktor Orban. Tra i vertici che saranno assenti, il capo dello Shin Bet Ronen Bar, sul cui destino il governo ha scatenato un braccio di ferro con la magistratura. L'Alta Corte di Giustizia ieri ha confermato la sospensione del suo licenziamento, ribadendone i poteri. Lo staff del premier ha sottolineato che l'incontro era già previsto per lunedì, prima della decisione dell'Alta Corte. 

Fonti: Idf ingloba Rafah nella zona cuscinetto al confine

Finora, l'esercito si era sempre astenuto dall'incorporare grandi città come Rafah nella zona cuscinetto. Secondo i funzionari della difesa, la decisione è arrivata dopo che il governo ha ripreso la guerra, il 18 marzo, con il primo ministro Benyamin Netanyahu convinto a "conquistare vaste aree di Gaza". Le fonti hanno spiegato che la mossa mira anche a creare nuove leve di pressione su Hamas. L'Idf ritiene che sia improbabile che Israele riceva il sostegno internazionale, incluso quello di Washington, per una campagna prolungata a Gaza. Allo stesso tempo, non si prevede che le minacce dei ministri di ultradestra del governo israeliano di bloccare gli aiuti umanitari a Gaza si traducano in politiche concrete. Nell'ambito delle operazioni, l'esercito sta già lavorando per ampliare la rotta Morag, demolendo le strutture lungo il percorso. In alcuni tratti, l'asse diventerà largo diverse centinaia di metri e in alcune zone potrebbe superare il chilometro. Le fonti riferiscono che non è ancora stato deciso se l'intera area verrà semplicemente designata come zona cuscinetto interdetta ai civili, come è stato fatto in altre parti della zona di confine, oppure se la zona verrà completamente bonificata e tutti gli edifici demoliti, di fatto cancellando la città di Rafah. 

Media: “Idf si prepara a inglobare Rafah nella zona cuscinetto al confine”

L'esercito israeliano si sta preparando a incorporare la città di Rafah e i quartieri circostanti nel sud di Gaza nella zona cuscinetto che sta creando lungo il confine con l'Egitto. Lo rivela Haaretz che cita funzionari della Difesa. Si tratta di circa 75 chilometri quadrati, un quinto della Striscia: "Separare Rafah dal resto del territorio trasformerebbe Gaza in un'enclave all'interno della zona controllata da Israele, isolandola dal confine egiziano", dice Haaretz. L'area, tra l'asse Filadelfia e il Morag, ospitava circa 200.000 palestinesi prima della guerra. Nelle ultime settimane è rimasta quasi completamente deserta.

Mosca: "Riguardo all'Iran concentrarsi sul dialogo"

l Cremlino ha dichiarato che "la cosa principale" per quanto riguarda la situazione in Iran sia "probabilmente" quella di "concentrarsi sulle notizie che indicano la possibilità di contatti". Lo riporta l'agenzia Interfax. Ieri il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che Mosca accoglie con favore l'annuncio di negoziati in Oman tra gli Usa e l'Iran sul nucleare.     "Crediamo che la cosa principale in queste circostanze sia probabilmente concentrarsi sulle notizie che indicano la possibilità di contatti. Non importa se diretti o indiretti. I contatti e il dialogo sono sempre meglio dello scontro, il cui unico risultato è l'escalation delle tensioni", ha affermato Peskov secondo Interfax.

Idf amplia l'operazione antiterrorismo a Nablus, in Cisgiordania

Tre ulteriori battaglioni di due unità speciali dell'Idf sono entrati nel campo profughi di Balata, a Nablus, nell'ambito dell'operazione 'Muro di ferro' per contrastare il terrorismo in Cisgiordania. L'Idf sta rafforzando le misure di sicurezza in vista della Pasqua ebraica e amplia così l'operazione in corso da quasi tre mesi.

Presidente dell'Iran: "Ci opporremo con forza alle aggressioni"

Ci opporremo con forza a qualsiasi aggressione contro l'Iran. Più minacceranno e colpiranno, più forti saremo". Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. "L'Iran ha bisogno di energia nucleare, ma non è interessato a costruire bombe atomiche. Alcuni Paesi accusano l'Iran di voler costruire bombe ma la massima autorità iraniana, il leader Ali Khamenei, che definisce le politiche del Paese, ha ufficialmente annunciato che non è interessato a costruire bombe atomiche", ha aggiunto il presidente iraniano, come riferisce Irna, durante la sua partecipazione a una mostra riguardo ai successi dell'Iran nel settore nucleare, organizzata oggi in occasione della Giornata Nazionale della Tecnologia Nucleare. "Accogliamo con favore il dialogo, che si basa sul rispetto e sull'onore, ma non scenderemo mai a compromessi sui nostri successi nucleari e non faremo accordi (su questo)", ha aggiunto Pezeshkian.

Iran: "Incontro a Mosca sul nucleare con Russia e Cina positivo"

L'incontro trilaterale tra Iran, Cina e Russia sul programma nucleare iraniano, tenutosi a Mosca il 7 e 8 aprile, è stato produttivo e costruttivo. Lo ha affermato il Vice Ministro degli Esteri per gli Affari Legali e Internazionali iraniano, Kazem Gharibabadi. Durante l'incontro a livello di esperti di Mosca, con rappresentanti dei due Paesi partecipanti all'accordo nucleare del 2015, sono state discusse questioni chiave, tra cui il programma nucleare iraniano, l'allentamento delle sanzioni e la risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha aggiunto Gharibabadi, secondo quanto riferisce Irna, sottolineando "il costante impegno dell'Iran con tutte le parti interessate e l'impegno del Paese nei confronti della diplomazia".

Iran: "Dura risposta a minacce contro nostra industria nucleare"

"L'Iran ha il diritto di sviluppare un'industria nucleare pacifica e qualsiasi aggressione o minaccia da parte dei nemici contro l'industria riceverà una risposta seria, decisa e devastante". Lo ha dichiarato la Commissione per la Sicurezza Nazionale e la Politica Estera del Parlamento iraniano. "Invece di usare il linguaggio della forza e delle minacce contro l'Iran, i Paesi arroganti dovrebbero onorare il loro impegno e costruire reattori atomici per la produzione di energia in Iran, a compensazione del loro debito nei confronti del Paese", si legge nella dichiarazione, citata da Tasnim, che invita l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) a "adempiere ai propri doveri tecnici e a smettere di rilasciare dichiarazioni politiche e imparziali sulle attività nucleari dell'Iran".

Fonti palestinesi: "Sale a 9 morti bilancio del raid Idf nel nord di Gaza"

Fonti palestinesi di Gaza riferiscono che il bilancio dell'attacco aereo dell'Idf a Shuja'iyya, nel nord della Striscia, è salito a nove vittime. In precedenza, era stato segnalato che decine di persone erano rimaste ferite nell'operazione dell'esercito israeliano.    Secondo altre fonti palestinesi, citate dall'Afp, le vittime sarebbero 20.

Media: "Hezbollah sono pronti a trattare il loro disarmo"

Gli Hezbollah libanesi si sono detti disponibili a trattare il loro disarmo - così come chiesto da Israele e Stati Uniti - con il capo di Stato libanese Joseph Aoun ,a patto che Israele si ritiri dal sud del Libano.    Lo hanno detto fonti del Partito di Dio libanese alleato dell'Iran citate oggi dai media di Beirut. Per il momento l'ufficio stampa di Hezbollah non ha smentito né confermato, così come nessun commento ufficiale è stato rilasciato dalla presidenza libanese.    Nei prossimi giorni è atteso in Oman l'atteso avvio dei negoziati tra Stati Uniti e Iran.

Netanyahu attacca la polizia in aula: "Mi sento come una preda"

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha attaccato duramente la polizia durante la sua testimonianza al tribunale distrettuale di Tel Aviv, affermando: "Vogliono far cadere un primo ministro, quindi danno la caccia a una persona. Inquinano l'indagine, lanciano accuse false. Mi sento come se vivessi a Teheran o nella Germania dell'Est. È una caccia politica mirata". Netanyahu ha battuto il pugno sul tavolo e ha aggiunto, alternando ebraico e inglese: "Non può essere! Give me a break, mi sento come una preda". Netanyahu è imputato di corruzione e frode. Le sue affermazioni di questa mattina fanno riferimento all'indagine della polizia e dello Shin Bet su due suoi stretti collaboratori arrestati nell'ambito dell'inchiesta Qatargate.

Media: "Almeno sei morti nei raid israeliani all'alba a Gaza"

Almeno sei persone sono state uccise questa mattina durante i bombardamenti israeliani in diverse aree della Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Secondo fonti mediche, due civili, tra cui una donna, sono morti nel bombardamento di due tende che ospitavano sfollati a ovest di Khan Yunis, nel sud della Striscia. Altri due, tra cui un bambino, sono stati uccisi in un attacco contro un appartamento nel campo profughi di Nuseirat, nella zona centrale dell'enclave. Un altro civile è stato ucciso e vari sono rimasti feriti in seguito al fuoco dei droni israeliani nel quartiere di Shuja'iyya, a est della città di Gaza.

Indonesia: "Pronti a accogliere palestinesi di Gaza"

L'Indonesia è pronta a dare rifugio temporaneo ai palestinesi colpiti dalla guerra a Gaza: lo ha dichiarato il presidente Prabowo Subianto, stimando che nella prima ondata potrebbero esserci 1.000 persone. Il presidente indonesiano, che in questi giorni si recherà in Medio Oriente e Turchia, ha dichiarato di aver dato istruzioni al suo ministro degli Esteri di discutere con la parte palestinese e le altre parti: "Siamo pronti a evacuare i feriti, i traumatizzati, gli orfani", ha detto. L'Indonesia è un Paese a maggioranza musulmana ed è il primo a dichiarare pubblicamente la disponibilità a accogliere i gazawi. "L'Indonesia vuole rafforzare il suo ruolo nella ricerca di una risoluzione del conflitto", ha affermato il presidente indonesiano, aggiungendo che questo piano non è facile. "L'impegno dell'Indonesia nel sostenere la sicurezza dei palestinesi e la loro indipendenza ha spinto il nostro governo ad agire in modo più attivo", ha affermato Prabowo. Poiché Israele e Indonesia, il Paese musulmano più grande del mondo, non hanno relazioni diplomatiche ufficiali, è stato aperto un canale di comunicazione speciale tra Gerusalemme e Giacarta per sviluppare il programma sul trasferimento dei cittadini di Gaza che, secondo fonti indonesiane, potrebbero essere impiegate nel settore edile. Sebbene il piano non sia ancora stato definito, da indiscrezioni diplomatiche sembra che Giacarta si sia detta disponibile ad accogliere un numero maggiore di rifugiati palestinesi provenienti da Gaza. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ieri ha dichiarato di aver discusso con il presidente Usa Donald Trump della visione dell'amministrazione americana su Gaza: "Siamo attualmente in contatto con Paesi che vedono la possibilità di accogliere molti abitanti di Gaza. È importante, perché alla fine è quello che deve accadere", ha detto.     Il mese scorso i media arabi hanno riferito che il presidente egiziano Sisi ha informato gli altri leader arabi della sua disponibilità a trasferire temporaneamente mezzo milione di residenti da Gaza nel Sinai settentrionale, in una città designata, nell'ambito della ricostruzione della Striscia di Gaza. Il Cairo ufficialmente ha smentito.

Israele, centinaia di riservisti chiedono stop al servizio

Centinaia di riservisti e veterani dell'aeronautica israeliana hanno firmato una lettera che intendono rendere pubblica in cui chiedono di interrompere il servizio. La lettera è stata scritta dopo la ripresa dei combattimenti a Gaza. Lo riferisce Channel 12. Nella missiva spiegano che secondo loro la decisione di continuare la guerra è motivata da ragioni politiche: dall'avanzamento della riforma giudiziaria del governo, il licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e il tentativo di rimuovere il procuratore generale Gali Baharav-Miara. Il capo dell'aeronautica Tomer Bar, ha incontrato riservisti e veterani e ancora la lettera non è stata pubblicata, l'Idf non ha ancora commentato. Durante la prima iniziativa del governo per la revisione giudiziaria, sospesa il 7 ottobre 2023, centinaia di riservisti, tra cui decine di piloti, si rifiutarono di prestare servizio per protesta, affermando che la riforma del sistema giudiziario minava la democrazia in Israele e gettava ombre sulla legittimità degli ordini impartiti all'esercito.

Idf: "Colpiti 45 obiettivi di Hamas nelle ultime 24 ore a Gaza"

L'Idf ha riferito che l'aeronautica israeliana ha attaccato oltre 45 obiettivi nella Striscia di Gaza nell'ultima giornata. Tra i siti colpiti un impianto per la produzione di armi, una postazione di lancio con razzi pronti all'uso, strutture militari, depositi di armamenti e cellule di Hamas. Secondo l'esercito, le truppe attive a Rafah, nel sud della Striscia, hanno localizzato ingressi di tunnel e distrutto edifici e infrastrutture sotterranee utilizzate per attività terroristiche.

Netanyahu in tribunale poche ore dopo rientro in Israele

Benyamin Netanyahu è comparso stamattina davanti al tribunale distrettuale di Tel Aviv per proseguire la sua testimonianza nel processo a suo carico, poche ore dopo essere atterrato in Israele al termine della visita ufficiale a Washington.     All'esterno del tribunale si sono radunati i manifestanti, che hanno organizzato scenografie di protesta contro il premier.  All'apertura dell'udienza, il suo avvocato Amit Hadad ha dichiarato ai giudici: "Il primo ministro è molto stanco, non ha dormito tutta la notte". La presidente del collegio giudicante, Rivka Friedman-Feldman, ha risposto: "Cominceremo e vedremo come procedere".

Iran: "Impegno per non proliferazione e cooperazione con Aiea"

"L'Iran resta impegnato nel Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) e collabora in modo costruttivo con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) per garantire trasparenza e rispetto delle Salvaguardie", ha dichiarato l'ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Saeed Iravani.    "Se le pressioni politiche esterne sull'Aiea venissero rimosse e l'agenzia adottasse un approccio indipendente, tecnico, imparziale e professionale, si potrebbe giungere alla risoluzione delle poche divergenze ancora esistenti tra le due parti", ha aggiunto Iravani, citato dall'agenzia iraniana Irna.    Ha inoltre sottolineato che "le nuove tecnologie non devono diventare un monopolio di pochi Paesi. Inoltre, le possibili implicazioni di tali tecnologie nel contesto della sicurezza internazionale non devono essere utilizzate come pretesto per imporre regimi paralleli di controllo delle esportazioni o misure coercitive unilaterali."

Teheran: "Con Usa chiariremo che programma nucleare è pacifico"

"Le uniche questioni che l'Iran dovrà discutere, durante i negoziati indiretti con gli Stati Uniti in Oman sabato, saranno la costruzione della fiducia e il chiarimento della natura pacifica del programma nucleare iraniano, in cambio della revoca delle sanzioni": lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, escludendo qualsiasi possibilità di colloqui sulla cessazione delle attività nucleari e missilistiche dell'Iran o sulla fine del coinvolgimento del Paese negli sviluppi regionali.    "I colloqui di Muscat saranno una nuova opportunità per la diplomazia e un test per valutare la serietà degli Stati Uniti, che hanno una lunga storia di intransigenza e unilateralismo", ha aggiunto, parlando nel corso di una visita in Algeria, secondo quanto riporta l'agenzia Tasnim. "Se la loro richiesta è che l'Iran non sviluppi armi nucleari, tale richiesta può essere esaminata", ha poi detto Araghchi, in riferimento ai colloqui in programma sabato in Oman con gli Stati Uniti riguardo al dossier nucleare iraniano. "L'affermazione che l'Iran voglia dotarsi di armi nucleari è un'accusa infondata".    "Siamo certi della natura pacifica del nostro programma nucleare e siamo pronti ad affrontare qualsiasi preoccupazione o timore attraverso la diplomazia", ha aggiunto il capo della Diplomazia di Teheran, come riferisce Mehr. "Dubitiamo delle intenzioni degli Stati Uniti e non siamo certi che abbiano la volontà di condurre negoziati seri ed equi, ma li metteremo alla prova", ha detto Araghchi, sottolineando che "i negoziati devono svolgersi in una posizione di uguaglianza, correttezza e dignità, non sotto 'massima pressione' e minacce militari".

Tajani: "Noi mai permissivi sulle azioni di Israele a Gaza"

"La situazione a Gaza è quella che vediamo, l'Italia sta facendo il possibile per portare aiuti umanitari e lavorare anche in quel teatro di guerra per la pace" e "non abbiamo posizioni permissive" sulle azioni di Israele a Gaza, ma non possiamo decidere noi", "purtroppo, non dipende da noi". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Cartabianca, ricordando l'impegno italiano a favore della popolazione palestinese, in particolare i minori. "Noi abbiamo fatto tutte le pressioni necessarie. Domani ho appuntamento telefonico col premier palestinese Muhammad Mustafa per fare un punto della situazione. Noi siamo amici dei palestinesi come degli israeliani e lavoriamo per la pace", ha affermato Tajani ricordando "la responsabilità di Hamas" per quanto sta accadendo nella Striscia.

Aerei israeliani colpiscono edificio residenziale in Libano

Aerei da combattimento dell'Aeronautica Militare israeliana hanno sferrato un attacco aereo sulla città di Baalbek, nel Libano orientale, colpendo un edificio che ospitava rifugiati siriani. Lo scrive - riporta la Tass - il portale di notizie Naharnet.    Pochi minuti prima del raid aereo, l'esercito israeliano ha avvertito i residenti dell'imminente attacco e ha intimato loro di abbandonare l'edificio. Testimoni oculari hanno riferito che potenti esplosioni hanno seguito il raid aereo. Ambulanze e veicoli di soccorso sono stati avvistati nella zona. Le autorità libanesi non hanno ancora commentato le conseguenze.    Nel frattempo, l'ufficio stampa delle Forze di Difesa Israeliane ha dichiarato di aver colpito un deposito di armi appartenente all'Unità di Difesa Aerea di Hezbollah. "La presenza di armi nella zona rappresenta una minaccia per lo Stato di Israele e costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha affermato l'IDF in una nota

Gaza: attacchi israeliani su Nuseirat e Khan Younis, due morti

Prima dell'alba le forze israeliane hanno effettuato nuovi bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Sono stati colpiti, riporta Al Jazeera, il campo profughi di Nuseirat e Khan Younis, dove si registrano almeno due morti.

Hamas: "È necessario raggiungere un cessate il fuoco a Gaza"

Un funzionario di Hamas ha detto all'Afp che è "necessario raggiungere un cessate il fuoco" nella Striscia di Gaza, tre settimane dopo che Israele ha ripreso i bombardamenti sul territorio palestinese.    "Questa guerra non può continuare indefinitamente, ed è quindi necessario raggiungere un cessate il fuoco", ha detto all'Afp Hossam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, aggiungendo che "la comunicazione con i mediatori è ancora in corso" ma che "finora non ci sono nuove proposte"

Guterres: "Israele ha trasformato Gaza in campo di sterminio"

Il segretario generale Onu Antonio Guterres ha accusato Israele per aver trasformato Gazain un "campo di sterminio". "L'attuale percorso è un vicolo cieco, totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia, e il rischio che la Cisgiordania occupata si trasformi in un'altra Gaza lo rende ancora peggiore. È tempo di porre fine alla disumanizzazione, proteggere i civili, liberare gli ostaggi, garantire aiuti salvavita e rinnovare il cessate il fuoco", ha aggiunto.  "È trascorso più di un mese senza che un solo aiuto sia arrivato a Gaza. In quanto potenza occupante, Israele ha obblighi inequivocabili ai sensi del diritto internazionale umanitario, ma niente di tutto ciò sta accadendo, nessuna fornitura umanitaria può entrare nella Striscia", ha sottolineato. "Le agenzie delle Nazioni Unite e i nostri partner sono pronti e determinati a consegnare gli aiuti - ha proseguito - ma le autorità israeliane hanno recentemente proposto meccanismi di autorizzazione che rischiano di limitare in modo spietato gli aiuti fino all'ultima caloria e all'ultimo granello di farina. Voglio essere chiaro: non parteciperemo ad alcun accordo che non rispetti pienamente i principi umanitari, ossia umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità".    Guterres ha poi sottolineato che "deve essere garantito un accesso umanitario senza ostacoli e al personale umanitario deve essere fornita la protezione che gli è accordata dal diritto internazionale".

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