Albania, pronti i centri per i migranti: cosa sono e come funzionano

Mondo
©Ansa

Introduzione

I centri sono due, uno a Shengjin e l'altro a Gjader e avrebbero dovuto aprire già lo scorso 20 maggio. La loro costruzione rappresenta uno dei punti fondamentali dell'accordo tra Roma e Tirana che punta a contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere solo chi ha diritto alla protezione internazionale. Con il protocollo di intesa, i migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane potranno essere trasferiti nelle strutture albanesi. 

 

Il sito di Gjader è stato consegnato il 9 ottobre per i collaudi: c'è un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) e un penitenziario (20 posti). Il centro di prima accoglienza al porto di Schengjin, che era già pronto da mesi, è invece il luogo dove verranno effettuate le procedure di ingresso

Quello che devi sapere

Pronti i centri per migranti in Albania

  • Si sono conclusi i lavori per i centri migranti in Albania sotto la giurisdizione italiana. Ma come funzioneranno queste strutture? Quanti posti avranno? E a chi spetterà la loro gestione? Ecco tutti i dettagli

Per approfondire:

Come funzionano i centri

Pronti i centri per migranti in Albania

L'accordo tra Italia e Albania

  • Prima di tutto bisogna ricordare che i centri sono due: uno a Shengjin e l'altro a Gjader. La loro costruzione rappresenta uno dei punti fondamentali dell'accordo tra Roma e Tirana, siglato il 6 novembre 2023, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama. L’accordo punta a "rafforzare il partenariato strategico tra Italia e Albania" e, come fatto sapere la presidente del Consiglio nei mesi scorsi, si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere solo chi ha diritto alla protezione internazionale. Con il protocollo di intesa tra Roma e Tirana, i migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane - come quelle di Marina e Guardia di finanza, ma non delle Ong - potranno essere trasferiti in Albania. Il trattato ha una valenza di 5 anni, con possibilità di proroga per altri 5  

Il sito di Gjader

  • Il sito di Gjader è stato consegnato il 9 ottobre per i collaudi: c'è un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) e un penitenziario (20 posti). Secondo quanto si apprende, nel giro di una settimana - al termine dei collaudi -, le strutture apriranno e potranno accogliere le prime persone da sottoporre alle procedure accelerate di frontiera. Come emerso nei mesi scorsi, i militari italiani hanno costruito strade, fognature, serbatoi ed edifici, con costi preventivati di 20 milioni di euro per il 2024, più 8 milioni per gli allacci delle varie reti

Il sito di Gjader

Muri di cinta e telecamere

  • L'area di Gjader era un ex sito dell'Aeronautica albanese fortemente degradato. I militari del Genio italiano sono stati impegnati nei faticosi lavori di ripristino e di allestimento durati mesi. Ci sono muri di cinta, telecamere lungo il perimetro, un dispositivo di sicurezza all'interno, dove vige la giurisdizione italiana e le forze di Polizia italiane garantiranno l'ordine. Ci sarà anche personale dell'Unhcr per monitorare il rispetto dei diritti dei rifugiati. Le domande di asilo verranno processate nel giro di quattro settimane. Previsti collegamenti in videoconferenza con il tribunale di Roma per le udienze di convalida del trattenimento

Il centro di Schengjin

  • Il centro di prima accoglienza al porto di Schengjin, invece, è già pronto da mesi. Qui verranno effettuate le procedure di ingresso (identificazione e registrazione) delle persone ricollocate in Albania, per non sovraffollare i centri di accoglienza italiani. L'impianto - a gestione italiana - potrà ospitare circa 200 persone, che saranno identificate e soggette alla verifica dei presupposti per l'accoglienza o il rimpatrio. Questa struttura è costata 3 milioni di euro per la realizzazione. Sono invece 200mila gli euro (per il 2024) spesi per gli allacci

 

Il centro di Schengjin

I costi per l'Italia

  • L'Italia si farà carico di sostenere ogni costo necessario all'alloggio e al trattamento delle persone accolte nelle strutture in Albania, compreso il vitto, le cure mediche e qualsiasi servizio ritenuto necessario, "impegnandosi affinché tale trattamento rispetti i diritti e le libertà fondamentali dell'uomo, conformemente al diritto internazionale". Si stima che, da qui al 2028, nell'arco di 4 o 5 anni, l'accordo per i centri in Albania dovrebbe costare circa 600 milioni di euro

Le tempistiche e i ritardi

  • I centri avrebbero dovuto aprire il 20 maggio scorso, ma questa data è stata posticipata per via di molti ritardi e problemi con la costruzione delle strutture. A giugno, durante una visita in Albania, Meloni aveva annunciato che i centri avrebbero aperto il 1° agosto, ma ci sono poi stati ulteriori rallentamenti che hanno portato fino ad oggi

Piantedosi: "Attenzione dal G7 sui centri"

  • Si attende dunque che il progetto parta, per valutarne gli esiti. A inizio ottobre, il ministro degli Interni Piantedosi ha fatto sapere che il piano è "guardato da tutti con grande interesse" al G7 e si valuterà la "sua trasponibilità" in altre realtà. "Già in Europa 15 Paesi - ha riferito il ministro - hanno chiesto alla Commissione di guardare con attenzione al modello italiano come possibilità di estensione sotto l'egida dell'Unione Europea. Sarà ora seriamente valutata dalla prossima Commissione europea". I centri, ha ricordato, "saranno realizzati sotto la giurisdizione italiana. Lì noi immaginiamo di realizzare la procedura accelerata di frontiera che diventerà legge europea dall'1 gennaio 2026"

Per approfondire:

Centri migranti in Albania, Piantedosi: "Costano 160 milioni all'anno"