Sin dal tiepido abbraccio in mattinata davanti all'ingresso di Borgo Egnazia si è capito che il summit tra i sette grandi sarebbe stato teatro di un duello fra i due leader. Non certo il primo, e con ogni probabilità non l'ultimo. La premier italiana e il presidente francese stanno giocando la partita della nuova governance Ue da due prospettive diverse e con obiettivi decisamente divergenti
Il G7 in Puglia sta facendo da sfondo a uno scontro sottotraccia tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. In primo luogo, la premier italiana e il presidente francese stanno affrontando la questione della nuova governance dell'Unione Europea da prospettive molto diverse e con obiettivi nettamente contrastanti. La leader di Fratelli d'Italia, alla luce della crescita delle forze di destra, mira a ostacolare le mosse dei popolari, socialisti e liberali per una rapida riconferma di Ursula von der Leyen e il mantenimento delle alleanze nel segno dello status quo. Ma a chi gli chiedeva se Meloni ora è più forte, Macron ha risposto secco che"gli equilibri politici" nel Vecchio Continente "sono cambiati relativamente poco" (G7 IN PUGLIA, SECONDO GIORNO DI LAVORI: SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).
L'incontro tra Marcon e von der Leyen alla vigilia del vertice
Del resto, tra i due leader le tensioni erano palpabili non solo nel primo giorno del summit in Puglia, ma anche alla vigilia del G7. Un disaccordo di fondo che non riguardava solo il paragrafo sull'aborto nella dichiarazione finale dei leader. Il giorno prima del vertice nel resort di Borgo Egnazia, infatti, Macron ha incontrato Ursula von der Leyen, figura chiave nel complicato gioco di potere per il vertice della Commissione europea. Proprio dopo quel faccia a faccia, da Parigi è arrivato l'annuncio dell'accordo sull'uso dei beni russi congelati per fornire nuovi aiuti all'Ucraina. Proprio uno dei "risultati concreti" che Meloni, come presidente di turno del gruppo dei Sette grandi, si prefiggeva di ottenere e che ha potuto annunciare solo nella dichiarazione finale al termine della prima giornata, pur sottolineando che era un obiettivo "non scontato" che la rende "particolarmente fiera".
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Meloni incassa "l'ampia" condivisione sul Piano Mattei
Nonostante questo cortocircuito Roma-Parigi, il bilancio del vertice finora è positivo per la presidente del Consiglio. "Sono contenta, certo", ha detto Meloni a giornalisti e fotografi, prima di assistere alla cerimonia delle bandiere. In attesa della giornata di oggi, a suo modo "storica" visto che per la prima volta, un Papa sarà ospite del G7 come invitato speciale per discutere dei limiti etici dell'intelligenza artificiale, la leader di Fratelli d'Italia ha voluto sottolinere "l'ampia condivisione" da parte dei leader sul Piano Mattei proposto dal governo italiano per affrontare l'emergenza migranti. Tema su cui può già annunciare di aver ottenuto il consenso di tutti sulla dichiarazione finale.
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L'incidente diplomatico sul tema dell'aborto
Resta però evidente l'incidente diplomatico riguardo alla tutela dell'aborto. In questo, secondo ricostruzioni riportate da altre delegazioni internazionali, la premier si è trovata isolata nel tentativo di evitare un esplicito riferimento all'interruzione di gravidanza, una posizione anticipata alla vigilia anche da fonti francesi. L'irritazione di Palazzo Chigi è stata evidente nei toni con cui fonti italiane hanno descritto l'episodio come un caso di "strumentalizzazione post elettorale". Anche Meloni sottolinea: "Non c'è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d'accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7". Le accuse non erano esplicite, ma è facile immaginare che fossero rivolte alla Francia.
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La partita di scacchi in vista delle nomine di Commissione e Consiglio Ue
Quella di Macron, quindi, appare come un'azione di disturbo a Meloni, che puntava sul successo del G7 per rafforzare la sua posizione nei prossimi negoziati tra i 27 Paesi membri per i ruoli chiave della Commissione e del Consiglio Ue. Il primo incontro informale sarà lunedì a Bruxelles. Il saluto freddo della premier con von der Leyen a Borgo Egnazia conferma che l'entusiasmo per un suo secondo mandato è molto basso. Dal punto di vista italiano, ogni trattativa dovrà includere una posizione di commissario importante e una vicepresidenza della Commissione. Ma Meloni non sembra aver fretta, preferendo con ogni probabilità aspettare le elezioni legislative in Francia del 30 giugno. La premier confida che l'ultradestra di Marine Le Pen, dopo il successo alle Europee, vada al governo, rafforzando il cambiamento rivendicato dalle forze conservatrici dopo le elezioni del Parlamento europeo. Per Macron, invece, che ha convocato il voto anticipato proprio per non farsi logorare dalle forze di opposizione e far emergere le contraddizioni in seno alla destra francese, l'obiettivo è fare diventare il trionfo europeo del Rassemblement National in una leggera brezza che non cambierà nulla.
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Il baciamano prima della cena con Mattarella
Nella tarda serata di ieri, il presidente francese ha voluto comunque stemperare il braccio di ferro. Prima della cena al Castello Svevo di Brindisi, offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per i leader del G7, Macron, ultimo fra gli ospiti ad arrivare, è rimasto qualche minuto in auto, impegnato in una telefonata che ha concluso poco dopo essere sceso. Camminando sul tappeto rosso ha accennato un sorriso, e ha salutato Mattarella con una calorosa stretta di mano. Poi si è proteso verso Laura Mattarella, la figlia del capo di Stato, per il baciamano, gesto che ha replicato con Meloni, dopo le tensioni fra i due nel corso della prima giornata del summit.