Sondaggio, intenzioni di voto: FdI rimane il primo partito, crescono Pd e M5S
È quanto emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, che segnala un calo di Forza Italia - Noi Moderati e Lega e un recupero di Stati Uniti d’Europa e AVS. In vista delle elezioni europee, solo il 4% degli intervistati sa indicare correttamente uno o più nomi di candidati nella lista che intende votare. Guardando al conflitto in Medio Oriente, per il 59% la reazione di Israele agli attacchi del 7 ottobre è stata del tutto/abbastanza eccessiva
- Nelle intenzioni di voto degli italiani Fratelli d’Italia rimane il primo partito con il 27,8% (+0,1% sull’ultima rilevazione dell’8 aprile), mentre le due principali formazioni di opposizione Pd e M5S recuperano almeno mezzo punto ciascuno (rispettivamente i dem al 20,5%, +0,7%, e i pentastellati 16,5%, +0,5%). È quanto emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24
- Dalla rilevazione emerge anche che Forza Italia non beneficia ancora dell’accordo elettorale con Noi Moderati e si ferma al 7,6%, in calo dello 0,3% come la Lega, ferma al 7,2% (era dal 2015 che il partito di Matteo Salvini non aveva un dato così basso nei sondaggi). Recupera Stati Uniti d’Europa, che arriva al 5% (+0,4%), e anche AVS torna sopra il 4% (4,4%, +0,5% da due settimane fa). Ancora sotto lo sbarramento Azione di Calenda (al 3,3%, +0,2%)
- Lieve flessione generalizzata delle fiducie nei leader rispetto alla rilevazione dell’8 aprile, con il calo maggiore che tocca Giuseppe Conte e Antonio Tajani (-3%), rispettivamente al 32% e al 27%. Giorgia Meloni è al 36% (-1%), preceduta come sempre dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che continua a riscuotere il consenso dell’ampia maggioranza degli italiani (stabile al 62%)
- Seguono Elly Schlein, stabile al 27%, Matteo Salvini al 21% (-2%), Carlo Calenda stabile al 15% e Matteo Renzi all’11%
- Crescono i giudizi positivi sul Governo che si attestano al 39% (+2%). Quelli negativi sono al 55% (+1%)
- Parlando nello specifico delle elezioni europee, a domanda aperta su quali candidati conoscono della lista che intendono votare, solo il 4% degli intervistati sa indicare correttamente uno o più nomi la cui candidatura è già stata annunciata. La conoscenza è più diffusa fra gli elettori del Pd (12%), ma la stragrande maggioranza dei rispondenti non è ancora informata sul tema
- Tuttavia, il 41% degli aventi diritto (pari a circa il 66% dei votanti) afferma che, a prescindere dalla sua conoscenza dei candidati presenti, intende esprimere una preferenza sulla scheda
- Parlando poi dei fattori che conteranno di più nella scelta di voto, il 21% degli intervistati ha indicato “le proposte della lista sulla politica europea”. Seguono “le proposte della lista sulla politica italiana” (17%), “il leader nazionale della lista” (13%) e “il fatto che sia la lista che vota sempre” (9%)
- Seguono “i candidati presenti nella lista” (8%) e “i consigli di una persona di cui si fida” (5%). Il 17% non sa rispondere e il 10% non voterà in nessun caso
- Il sondaggio ha analizzato anche il pensiero degli italiani sul conflitto in Medio Oriente. Per il 59% la reazione di Israele agli attacchi del 7 ottobre è stata del tutto/abbastanza eccessiva, mentre per il 28% è almeno parzialmente giustificabile
- Se sul tema esiste un gap generazionale significativo (solo il 21% dei giovani under 35 giustifica Israele), la distanza più significativa è quella politica: gli elettori dei partiti di opposizione sono molto più propensi a considerare eccessiva la reazione di Israele (82% Pd, 73% M5S) rispetto a quelli di centrodestra (36% FdI, 40% gli altri partiti della coalizione)
- In generale, comunque, gli italiani vorrebbero la fine o almeno l’attenuarsi del conflitto: l’attacco attribuito a Israele alla sede del consolato iraniano in Siria è giustificabile per meno di un italiano su 5 (19%), mentre i due terzi (67%) si esprimono in senso opposto
- Se ingiustificabile è l’attacco di Israele, però, la maggioranza dei rispondenti (54%) non giustifica nemmeno la rappresaglia iraniana con droni e missili, mentre solo un terzo (34%) la ritiene giustificata
- I giudizi su Israele sono comunque più duri anche perché gli italiani vedono in prevalenza, nell’eventualità di un’escalation militare, una responsabilità israeliana (50%): meno della metà (il 20%) invece considererebbe responsabile l’Iran
- Percentuali che si riflettono anche nei dati raccolti fra gli elettori dei partiti di governo, i quali vedono in generale le posizioni di Israele con più favore: anche la maggioranza attribuirebbe a Israele la responsabilità di un’escalation
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 17 e il 19 Aprile 2024 su un campione di 801 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagate per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%