Il parlamento di Tirana ha dato il via libera all'accordo siglato il 6 novembre scorso tra Giorgia Meloni e Edi Rama. Prevista la costruzione di due centri di accoglienza dall'altra parte dell’Adriatico in cui potranno essere sbarcate persone salvate da navi italiane nel Mediterraneo. Di questo si è parlato a "Numeri" su Sky TG24, nella puntata del 22 febbraio
- Il trasferimento di migranti in Albania ora diventa possibile. A conclusione di un iter tormentato, il parlamento di Tirana ha dato il via libera all'accordo siglato il 6 novembre scorso tra Giorgia Meloni e Edi Rama che prevede lo sbarco di persone salvate da navi italiane nel Mediterraneo in centri di accoglienza dall'altra parte dell’Adriatico. Di questo si è parlato a "Numeri" su Sky TG24, nella puntata del 22 febbraio
- L'accordo con l'Albania prevede la costruzione di due centri: uno di identificazione dei migranti nell'entroterra, a Gjader, che potrà accogliere "fino a un massimo di 3 mila" persone (esclusi i 'fragili' come donne, minori, disabili) più un centro di minori dimensioni di primo approdo nel porto di Shengjin, dove far attraccare le navi italiane con i profughi
- I centri serviranno solo per persone che devono essere salvate in acque territoriali italiane. Il trasporto dal Centro di approdo al Cpr sarà effettuato dall'Italia, che provvederà anche alla sicurezza interna ai due Centri, mentre all'Albania è affidata la sicurezza esterna
- Lo scorso anno, secondo il Ministero degli Interni, il 28% degli sbarchi è avvenuto direttamente sulle coste italiane mentre il 68% sono persone salvate dalla Guardia costiera, da Frontex, ecc. Solo il 4% risulta soccorso da navi delle Ong
- L’accordo riguarda solo migranti che arrivano da Paesi considerati sicuri dallo Stato italiano. Tra questi ci sono Costa d'Avorio e Tunisia, ma non ad esempio Guinea, Egitto, Bangladesh e Burkina Faso
- La maggior parte dei migranti in arrivo provengono da Paesi "non sicuri". Bisogna poi escludere anche minori, donne incinte, persone fragili, oltre a coloro non salvati da navi di soccorso "italiane". Dal totale, prendendo come esempio il 2023, resterebbero circa 15mila persone che sarebbero trasferibili in Albania
- Tra l'altro i rimpatri sono anche pochissimi: nel 2023 sono stati circa 4mila a fronte di 180mila arrivi in Italia (via terra e via mare)
- L'Albania, per bocca del primo ministro Edi Rama, ha già avvisato che l'Italia dovrebbe riprendersi sul suo territorio i migranti che non riuscisse a rimpatriare
- Dopo i ricorsi contro il decreto Cutro, nel cpr di Pozzallo, preso ad esempio come almeno uno di quelli albanesi, non c'è nessuno perché è tutto sospeso in attesa della corte Ue
- Nel giro di quattro/cinque anni (da qui al 2028) l'accordo per i centri in Albania dovrebbe costare circa 600 milioni di euro