Sondaggio, 58% italiani critico su Israele. Per il 62% Hamas dovrebbe accettare la tregua
Per il 44% Israele dovrebbe cessare i bombardamenti e accogliere le richieste dell'organizzazione. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24. Il 37% ritiene che l'Italia debba convincere gli Houthi a negoziare prima di un'escalation. Il 51% esprime una visione positiva nei confronti della scelta strategica di rendere il nostro Paese indipendente dalla Russia dal punto di vista energetico coinvolgendo Paesi asiatici e africani
- La maggioranza degli italiani ritiene che Hamas dovrebbe accettare la proposta di tregua di due mesi in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani e di alcuni detenuti palestinesi. È quanto emerso dall'ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, che tocca anche i temi degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, del Piano Mattei, del ruolo delle elezioni americane nel conflitto in Medio Oriente e del prossimo voto europeo
- Gli italiani rimangono molto critici sulle azioni di Israele nella Striscia di Gaza: il 58% non è d'accordo nel sostenere che Israele stia esercitando il suo diritto a difendersi e che possa continuare a bombardare fino a quando lo riterrà necessario. In questo contesto, gli elettori di centrodestra si dividono. Solo il 20% degli elettori del M5S e il 16% del PD supportano le azioni di Israele
- Gli italiani sono divisi in due sull'eventuale efficacia per la pacificazione del Medio Oriente della vittoria di uno dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, e la maggioranza relativa (37%) non sa chi potrebbe essere più efficace. Si osserva una chiara divisione sulla base del voto politico in questa percezione: il 66% degli elettori del PD ritiene che la vittoria di Biden sarebbe più efficace. Al contrario, gli elettori della maggioranza di governo credono che una vittoria di Trump possa portare più facilmente alla pacificazione
- Il 37% degli italiani ritiene che l'Italia dovrebbe convincere gli Houthi a negoziare prima di un'escalation militare, mentre il 27% preferirebbe che l'Italia partecipasse a una missione difensiva europea per proteggere le navi mercantili senza essere direttamente coinvolta in azioni contro gli Houthi
- Solo il 9% sarebbe favorevole alla partecipazione diretta all'intervento militare degli Stati Uniti e del Regno Unito, mentre il 16% opterebbe per non prendere nessun tipo di iniziativa
- Il 51% degli intervistati esprime una visione positiva nei confronti della scelta strategica di rendere l'Italia indipendente dalla Russia dal punto di vista energetico, coinvolgendo paesi asiatici e africani. Solo il 27% giudica negativamente questa decisione, mentre il 22 dichiara di non sapere
- Secondo gli italiani, il Piano Mattei potrebbe avere impatti positivi in altri settori oltre all'approvvigionamento energetico nei rapporti tra i Paesi africani e L'Italia. Il 54% ritiene che possa influenzare positivamente la gestione dei flussi migratori. Lo sfruttamento delle materie prime (47%) e le rotte commerciali (45%) sono a loro volta considerati settori in cui il piano potrebbe avere un impatto positivo
- Anche l’influenza politica potrebbe essere un ambito interessato dai benefici
- Passando alle intenzioni di voto, Fratelli d’Italia rimane il primo partito, in lieve calo ma comunque sopra il 28%. Rispetto a dicembre in calo Lega (9,3% con -0,7) e in crescita Forza Italia (6,5% con +0,6). La coalizione di centrodestra è al 45,6%. In calo il Partito Democratico, che perde 0,4 punti rispetto al 18 dicembre, e in lieve crescita il Movimento 5 Stelle, al 13,6%
- Rispetto al 18 dicembre è stabile il giudizio sul governo, che rimane negativo per la maggioranza degli italiani (54%)
- Cresce la fiducia in Giuseppe Conte (+2), oggi primo leader di partito per fiducia degli italiani (39%). Cala invece Meloni (-2), che rimane comunque al 35%
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 25 e il 26 gennaio 2024 su un campione di 803 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%