Via libera del Cdm al ddl sulle missioni internazionali, ecco le nuove regole
Con le nuove norme, ha spiegato il ministero della Difesa, ci sarà più flessibilità per le missioni all'estero. “Il testo ha la finalità di rendere il procedimento di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali italiane più snello e più rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geo-politico internazionale”, dice il comunicato di Palazzo Chigi. Ecco cosa cambia
- Il 25 gennaio il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl che modifica la legge sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali. Con le nuove regole, ha spiegato il ministero della Difesa, ci sarà più flessibilità per le missioni all'estero. “Il testo ha la finalità di rendere il procedimento di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali italiane più snello e più rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geo-politico internazionale”, dice il comunicato di Palazzo Chigi
- Una nota del ministero della Difesa ha sottolineato che il provvedimento “agevolerà l'impiego a livello operativo delle unità e dei mezzi impiegati nella stessa area e consentirà di individuare e approntare le forze ad alta e altissima prontezza, da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o in situazioni di emergenza. La loro attivazione sarà disposta con delibera del Consiglio dei ministri, da inviare alle Camere per l'autorizzazione, con una tempistica più rapida”
- Il via libera del Cdm al disegno di legge che modifica alcuni passaggi della normativa sulle missioni internazionali, quindi, vuole aprire una nuova fase della strategia militare italiana: potrebbe, di fatto, accelerare la partecipazione alle missioni in quelle aree dove sono già impegnati uomini e mezzi italiani. L’obiettivo, infatti, è di agevolare la possibilità di riposizionare uomini e mezzi nelle stesse aree di intervento internazionale e individuare forze ad "altissima prontezza operativa" da impiegare in contesti di emergenza
- Il comunicato diffuso dopo il Cdm, in particolare, elenca le nuove norme: “La possibilità di prevedere in anticipo le possibili ‘interoperabilità’ tra missioni nella stessa area; l'individuazione di forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza, prevedendo una procedura accelerata con decisione delle Camere entro cinque giorni dalla deliberazione del Consiglio dei ministri”
- Ancora: “La semplificazione della procedura mediante l'eliminazione della previsione dell'adozione di uno o più decreti del presidente del Consiglio per la ripartizione delle risorse tra le varie missioni all'estero; l'aggiornamento delle tempistiche annuali (dal 31 dicembre al 31 gennaio) per la presentazione da parte del governo alle Camere della relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione”
- Infine: “L'implementazione dell'elenco degli acquisti e lavori che, in caso di necessità e di urgenza, possono essere eseguiti in economia da parte dei Dicasteri introducendo ulteriori materiali e servizi”. "Abbiamo lo strumento per rispondere rapidamente alle crisi derivanti dalla crescente instabilità geopolitica. Questa modifica conferirà maggiore flessibilità nell'impiego delle forze operanti nella stessa area geografica, consentendo una risposta tempestiva", ha commentato il ministro della Difesa Guido Crosetto
- Il disegno di legge, quindi, prevede la modifica dell'articolo 2 della legge sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali, la 145 del 2016. Una norma che i vertici militari ritenevano fin troppo rigida, in quanto non consente un riposizionamento in breve tempo su eventuali operazioni nella medesima area su cui si sta operando. Questa opzione, quindi, viene aggiunta nel provvedimento prevedendo la possibilità di impiegare mezzi e personale di una missione anche in "altre missioni nella medesima area geografica"
- Uno degli scenari su cui le modifiche possono incidere è il Mar Rosso: l'Italia è già presente con una fregata e, prossimamente, dovrebbe prendere il via la nuova missione europea che nascerà per contrastare gli attacchi degli Houthi. La missione europea Aspides, infatti, si posizionerà nel Mar Rosso, nella stessa area dove oggi opera la missione Atalanta che, dall'8 febbraio, passerà anche sotto il comando italiano
- Il testo del disegno di legge prevede anche l'aggiunta di un nuovo comma, il 2.1, con il quale si dà potere al governo di “individuare forze ad alta e altissima prontezza operativa da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza”. Vale a dire: personale militare da inviare in missione nel minor tempo possibile. Si tratta di modifiche che sono state definite dal governo “semplificazioni procedurali, nel pieno rispetto del Parlamento”
- "La modifica rivisita la procedura di autorizzazione delle missioni all'estero con lo scopo di assicurare maggiore flessibilità d'impiego allo strumento militare, in piena coerenza con la rapida evoluzione degli scenari di crisi", si legge in una nota di via XX settembre. A far discutere, però, è la tempistica con cui l'esecutivo potrà trasmettere alle Camere la delibera sull'impiego dei militari in missione
- La nota della Difesa, infatti, definisce la tempistica “più rapida”. Nel testo del nuovo comma si parla di "cinque giorni" e non più del termine "tempestivamente". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, comunque, nei giorni scorsi riguardo al Mar Rosso ha spiegato che l'eventuale nuova missione non ha bisogno del voto parlamentare. "Atalanta ha già regole che permettono di respingere qualsiasi attacco militare utilizzando le armi e la nuova missione ha regole di ingaggio molto simili", ha detto