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Mar Rosso, Borrell: "La missione navale Ue contro gli attacchi Houthi sarà avviata"

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©Ansa

Al Consiglio Affari Esteri dell’Ue si è discusso del piano per una missione militare "forte", allargata e il più possibile partecipata. Sarà incaricata di difendere (anche con l’uso della forza) le navi mercantili sotto attacco per i raid degli Houthi, che stanno impattando sul commercio internazionale. Potrebbe partecipare anche una nave della Marina militare italiana. Tajani: “C'è stato consenso da parte di tanti Stati membri"

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Il Consiglio Affari Esteri dell’Ue si è riunito oggi con due obiettivi: proseguire con la spinta verso la soluzione dei due Stati per la crisi in Medio Oriente (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI) e portare avanti il varo della nuova missione militare Aspides, che sarà incaricata di difendere (anche con l’uso della forza), le navi mercantili nel Mar Rosso, sotto attacco dai raid degli Houthi, che stanno impattando sull’intero commercio internazionale. Nessuna decisione formale è stata presa sul tema: l'obiettivo di Bruxelles è approvare in via definitiva la missione nella riunione dei ministri degli Esteri del 19 febbraio. "Abbiamo concordato in linea di principio l'avvio della missione Ue nel Mar Rosso, ora dobbiamo lavorare per l'unanimità sul quando", ha detto l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell. "C'è stato consenso" sulla missione "da parte di tanti Stati membri - ha confermato il ministro degli esteri Antonio Tajani ai cronisti a Bruxelles - Sarà una missione difensiva, ma seriamente difensiva. Quindi mi sembra si vada nella giusta direzione. Siamo soddisfatti". La missione navale Ue nel Mar Rosso "è prevalentemente di politica di difesa. Da lì transita il 15% del commercio mondiale, non possiamo accettare la minaccia degli Houthi nel Mar Rosso - ha spiegato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Quarta Repubblica - Per questa missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento, ma quella di iniziativa statunitense avrebbe significato un passaggio parlamentare. L'Italia c'è, si assume le responsabilità". Anche una nave della Marina Militare italiana potrebbe partecipare alla missione Ue, mentre la 'Martinengo', la fregata attualmente impegnata nell'area a protezione dei mercantili nazionali dagli attacchi Houthi, dall'8 febbraio sarà la nave-comando di un'altra operazione europea, Atalanta, contro la pirateria, che opera in acque vicine. I dettagli sul contributo dei singoli Paesi devono ancora essere definiti, se ne parlerà probabilmente il 30 e 31 gennaio a Bruxelles, dove è in programma una riunione dei ministri della Difesa Ue.

La missione militare nel Mar Rosso

I ministri dei Ventisette hanno discusso oggi al Consiglio Affari esteri il piano di una missione militare "forte", allargata e il più possibile partecipata nel Mar Rosso tempestato dagli attacchi degli Houthi. L'Unione europea si avvia a lanciare una delle più importanti operazioni congiunte della sua storia. Italia, Francia e Germania, in un documento che hanno presentato al Consiglio Affari Esteri, scrivono: "Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geostrategici, è importante che l'Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo. La missione sarà in linea con la Convenzione Onu sul diritti del mare e sarà difensiva", si legge nel testo, che sottolinea "l'importanza di usare le strutture e le capacità già esistenti" della missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz. Come spiega il Corriere della Sera, si ipotizza un’operazione in base all’articolo 44 del Trattato, che prevede che il Consiglio possa affidare la realizzazione di una missione “a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione”, in coordinamento con l’Alto rappresentante Ue. Sarebbe emersa l’idea che il quartiere generale della missione possa essere l’Italia.

Tajani: missione nel Mar Rosso passo verso vera difesa Ue

La missione militare europea nel Mar Rosso che Roma sta promuovendo con Parigi e Berlino rappresenta "un passo considerevole verso una vera difesa europea. L'Italia è pronta a fare la sua parte”, ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Quello nel mar Rosso "è un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane, c'è un crollo nel traffico mercantile, noi siamo un Paese esportatore e abbiamo il dovere di difendere le nostre navi. Non facciamo la guerra a nessuno ma difendere le nostre navi è un dovere della Repubblica e del governo”, aggiunge rispondendo a chi gli chiedevanse non temesse che la missione navale non sia vista come un intervento militare nell'area. "Noi stiamo proponendo assieme a Francia e Germania una missione che possa garantire la sicurezza del traffico marittimo. Io mi auguro che si possa già approvare definitivamente la missione nel prossimo Consiglio Affari Esteri dopo un sostanziale via libera nella riunione di oggi”, conclude, dicendo che per l'Italia la missione nel Mar Rosso "può comprendere" anche la missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz. Sulla tema "informeremo il Parlamento".

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In cosa consisterà la missione

"Serve una missione larga, sarà difensiva ma sarà una difesa armata", ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo il quale "non possiamo costringere i mercantili a fare il periplo". A Berlino, la coalizione al governo si è mostrata subito compatta sul lancio di una missione europea. Sulla stessa linea anche la Francia, che tra l'altro è stata promotrice della coalizione di volontari che, attraverso la missione Emasoh Agenor, pattuglia dl 2020 lo stretto di Hormuz, che separa la Penisola arabica dall'Iran. L'intreccio tra la futura missione nel Mar Rosso - che si chiamerà Aspis - e l'operazione Agenor è uno dei punti chiave per determinare il perimetro allargato della missione navale per difendersi dagli Houthi, che potrebbe quindi comprendere la sorveglianza di un ampio tratto di mare che va dal Mar Rosso, passa per il golfo di Aden, e arriva proprio allo stretto di Hormuz. Sarà, hanno puntualizzato più fonti europee e lo stesso Tajani, una missione di natura difensiva, a differenza dell'operazione Prosperity Guardian lanciata contro gli Houthi da Usa e Regno Unito, con la quale però l'Ue avrà una qualche forma di coordinamento. Il numero di Paesi che invierà navi da guerra non è ancora chiaro, e resta da vedere se alcuni di loro sceglieranno di usare per la nuova missione le imbarcazioni inviate per l'operazione Agenor, che vede tra i partecipanti anche l'Italia. Sulla necessità della missione c'è invece un generale consenso.

Le conseguenze commerciali

La crisi nel Mar Rosso non pare attenuarsi e il contraccolpo sul commercio è tangibile: secondo Unimpresa, la minaccia Houthi sul canale di Suez, da dove passa il 20% delle merci del mondo, ha fatto crollare del 90% il traffico marittimo. Sono a rischio 5,5 miliardi di export agroalimentare italiano verso l'Asia, è stato l'allarme di Coldiretti. La Casa Bianca, nel frattempo, ha sottolineato come l'azione militare degli Usa per fermare gli Houthi "richiederà tempo", mentre Politico ha spiegato che, secondo le informazioni dell'intelligence statunitense, i miliziani yemeniti stanno cercando più armi dall'Iran e potrebbero attaccare direttamente le forze occidentali nella regione.

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La questione Israele

Sempre oggi l'Ue ha esposto al Consiglio Affari Esteri - che ha visto la partecipazione dei ministri israeliano e palestinese - "le conseguenze" che prevede di adottare nel caso in cui Israele rifiutasse definitivamente il piano di pace con la soluzione dei 2 Stati. Improbabile che basti a dare una scossa a Netanyahu ma si tratta di un modo per fare pressione su Israele. Il piano dell’Alto rappresentante Ue Borrell mira a rilanciare il processo di pace in più step sulla base della soluzione dei due Stati, con il coinvolgimento dei partner della regione e l’organizzazione di una conferenza di pace. "Quasi la totalità dei Paesi Ue, 26, ha espresso il favore alla soluzione dei due popoli e due stati", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo il Consiglio Ue a proposito della sessione con l'omologo israeliano Israel Katz. L'Ungheria - a quanto si apprende - invece non ha preso posizione. "La posizione dell'Italia è sempre stata questa: due popoli, due Stati. Bisogna lavorare: è difficile, difficilissimo ma guai a rinunciare ai propri sogni, guai a rinunciare a idee giuste", ha aggiunto Tajani, che sulla possibilità di sanzioni ai coloni israeliani ha detto: "Ne parleremo. Prima devono essere fatte le sanzioni ad Hamas, poi ai coloni. Hamas ha fatto delle cose inaccettabili che neanche i nazisti hanno fatto, è ben diverso da quello che hanno fatto i coloni, per quanto condannabile sia il loro comportamento".

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