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Meloni: "Mes? Non alimentare polemiche. Sul Pnrr nessun ritardo"

Politica
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La premier ha tenuto in Aula alla Camera le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì, poi la replica in Senato. “Aspettiamo segnali ambiziosi”, spiega. L’attenzione, anticipa, verrà puntata sulle migrazioni. Il Mes? "Prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale". Sul Pnrr: "Mi fa specie che i partiti che hanno steso il Piano su cui oggi si lavora siano anche quelli che se la prendono con il governo"

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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto in Aula alla Camera le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì. "Aspettiamo segnali ambiziosi", spiega la premier. L’attenzione, anticipa, verrà puntata sulle migrazioni, con "l’impegno a stroncare il disumato traffico di esseri umani". Nel pomeriggio Meloni ha poi replicato dopo il dibattito svoltosi al Senato e ha parlato del Pnrr: "La scadenza per la presentazione del piano è il 31 agosto ed è bene" essendo uno dei più ampi "che questo si faccia seriamente" per cui "non ci sono ritardi" anche perchè "quando c'è a che fare con l'interesse nazionale ci diamo da fare". "Non corrisponde alla verità - ha aggiunto - che a Bruxelles non hanno visto un pezzo di carta, sono molti e copiosi i documenti prodotti alla commissione per i tempi di attuazione di un piano che non avevamo scelto. Stiamo producendo molte carte cercando di dare continuità su un piano del quale non avevamo responsabilità".

Il piano per gestire le migrazioni

"La sfida europea, richiede risposte europee", ha sottolineato la premier. E ha ricordato che "la migrazione di massa non ha nulla di umano". L’attenzione va quindi puntata sull’Africa, per cui il governo italiano rilancia il piano Mattei, con un "modello di sviluppo paritario e non predatorio". Poi un passaggio anche sulla Tunisia: "Nelle missioni del 6 e dell'11 giugno mi sono impegnata perché l'Europa mantenesse alta l'attenzione sulla stabilità della Tunisia. Il lavoro continua in queste ore per giungere a un pacchetto europeo a sostegno di Tunisi". Dopo il passaggio sul tema dei migranti, un lungo applauso si è levato dalle fila della maggioranza quando la presidente del Consiglio ha detto di non aver accettato di essere "pagata per trasformare l'Italia nel più grande campo profughi d'Europa".

"Non è vero che la Tunisia ci ha sbattuto le porte in faccia"

Al Senato, poi, Meloni ha aggiunto: "Certo che siamo d'accordo sui corridoi umanitari ma questi riguardano chi ha diritto alla protezione e non sono certo quello che fanno i trafficanti. L'immigrazione regolare è più difficilmente compatibile con la politica delle porte aperte. In passato i decreti flussi sono stati azzerati infatti". Ed è tornata anche sulla Tunisia: "Non è vero che la Tunisia ci ha sbattuto le porte in faccia. È vero che c'è una trattativa in corso, si sta lavorando per arrivare a un'iniziativa più sostanziosa. Non voglio dare tempi ma mi pare che si facciano passi in avanti significativi. Non abbiamo chiesto al presidente Saied di fare il gendarme ai migranti. Non è questo l'approccio, ma quello su cui stiamo lavorando con la Commissione è aiutare i tunisini. Credo che se la presidente Von Der Leyen e il primo ministro Rutte sono venuti con me in Tunisia è perché tutti si rendano conto di un tema strategico. Lo dico con garbo e sottovoce, ma credo che su questo il governo italiano ha avuto un ruolo non secondario".

"Piano Mattei è pioneristico, peccato le polemiche"

A Palazzo Madama la premier è tornata anche sul Piano Mattei: "Sono d'accordo che il tema degli investimenti in Africa debba essere strutturale e con risorse adeguate, è il lavoro che stiamo facendo". Poi ha spiegato che "in autunno saranno presentati una serie di progetti". "Mi spiace si riesca a fare polemica anche su un progetto di visione come il Piano Mattei messo in campo nell'interesse dell'Italia e dell'Ue anche. La cooperazione seria - ha detto - si fa da pari a pari, quando le nazioni si legano con progetti strutturali: quello che vogliamo con il Piano Mattei è un progetto pioneristico su cui cerchiamo di coinvolegere l'Ue. L'Africa è un produttore di energia e energia pulita e l'Europa ha bisogno di approvvigionarsi. Possiamo aiutare l'Africa a vivere di risorse di cui dispone, di cui spesso è stata depredat, salvo poi fare lezioni di paternalismo, mentre noi possiamo approvvigionarci e l'Italia puo' essere particolarmente interessata perché è la porta".

"Sicurezza non prescinde da partenariato Nato-Ue"

Poi sulla Nato, Meloni ha precisato: "Non è mutata la fase che l’Europa, l'Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell'avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg".

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"Sosteniamo ingresso Ucraina nell'Ue"

Nel suo discorso, Meloni ha toccato anche la questione dell'Ucraina: "Lo strumento proposto dalla Commissione, il New Ukraine Facility, dimostra che la comunità internazionale guarda tutta nella stessa direzione, a un'Ucraina ricostruita. E l'Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista. Scommettiamo su un futuro di pace e prosperità per l'Ucraina, e sull'integrazione europea di questa nazione: sosterremo con forza il diritto degli ucraini di essere parte della famiglia europea", ha detto.

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"Mes, polemica non utile all'Italia"

Poi un passaggio anche sul Mes. "Non reputo utile all'Italia alimentare una polemica interna. L'interesse dell'Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale", ha detto Meloni.

"Puntiamo a fondo europeo per la sovranità"

"La Commissione europea ha presentato il 20 giugno una piattaforma, Step, per semplificare le procedure" sullo stanziamento dei fondi che "concede flessibilità per i settori strategici: era una richiesta che l'Italia aveva avanzato", ha aggiunto Meloni. "La proposta - ha evidenziato - è un importante punto di partenza per il negoziato al quale l'Italia intende contribuire, questo strumento" può essere un "primo passo per arrivare a un fondo europeo per la sovranità". 

"Ue sia autosufficiente"

"Il Consiglio Ue si occuperò anche di sicurezza economica", della necessità di un "maggiore controllo e difesa delle catene produttive e della propria autosufficienza che qualcuno avrebbe bollato come un approccio autarchico ma in realtà è un approccio realistico di chi crede che la Ue debba proteggere le proprie catene e non essere esposta a dipendenze che rischiano di essere pericolose", ha inoltre sottolineato la premier italiana.

"Aumento tassi può fare più danni che inflazione"

Mentre sul versante dell'inflazione, Meloni ha chiarito che si tratta di "un'odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L'aumento dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente ma di  fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia". 

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"Non governo guardando ai sondaggi"

Poi, in sede di replica, la premier ha sottolineato: "Sono d'accordo su quanto suggeriva Helmut Kohl: non governare guardando ai sondaggi. È esattamente quello che cerchiamo di fare ma è un privilegio che hanno solo i governi che si possono permettere un orizzonte lungo, che sanno che possono essere giudicati alla fine dei 5 anni. È quello che stiamo facendo, cercando soluzioni che hanno bisogno di tempo, strutturali".

"Fa specie che Gentiloni inviti a correre sul Pnrr"

Durante la replica al Senato, invece, Meloni ha parlato del Pnrr: "Mi fa specie che i partiti che hanno steso il Piano su cui oggi si lavora e che in alcuni casi richiede delle modifiche da parte della Commissione europea siano anche quelli che se la prendono con il governo. Mi fa specie che lo faccia anche il commissario Gentiloni che immagino che quel piano lo avesse letto prima e oggi chiama in causa il governo italiano dicendo che bisogna correre e fare di più. Ma, insomma, se si fosse vigilato di più in passato forse si farebbe più velocemente".

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"Investire in difesa per autonomia strategica"

"Investire sulla difesa non vuol dire comprare le armi per muovere guerra a qualcuno - ha detto poi Meloni al Senato - Comprare armi significa puntare a difendersi da soli. L'investimento in difesa è un investimento in autonomia strategica. O si chiede ad altri di provvedere alla sicurezza o si sceglie di provvedere alla sicurezza". Poi si è rivolta al M5S: "Nella mozione M5s c'è scritto che non si deve più mandare armi" all'Ucraina, ma "voi pensate che se questo accadesse si aprirebbe un tavolo negoziale o piuttosto che avremmo una invasione? E allora le cose vanno chiamate con il loro nome: sarebbe un mondo di chi è militarmente più forte". Meloni ha poi citato le parole del sociologo De Masi "meglio vivere sotto una dittatura che morire" e ha chiesto a M5s di dire in dichiarazione di voto se sono d'accordo: "È l'esegesi della vigliaccheria, dovete dirci se siete d'accordo: se lo pensate mi aspetto che lo diciate, le cose vanno chiamate con il loro nome, si possono dire ma basta che ci mettiate la faccia".

"Sulla Via della Seta coinvolgere il Parlamento"

Sulla nuova Via della Seta "credo si ricordi la mia posizione" quando è stata sottoscritta: "come ho affermato e ribadisco si possano avere ottime relazioni con la Cina senza far parte di un piano strategico", ha detto Meloni in replica al Senato. "Dopo di che - ha aggiunto - le valutazioni sono in corso, c'è tempo per modificare, la questione va maneggiata con delicatezza, cura e rispetto e anche coinvolgendo il Parlamento: su questioni così delicate meglio non premere per accelerare ma per trovare soluzioni le più valide possibili nella difesa del nostro interesse".

"Fate opposizione e non incitate Ue contro l'Italia"

"Il tema dello stato di diritto lo sento tornare spesso, da sinistra e opinionisti. Suona come un incitamento alla Commissione europea - ha detto Meloni al Senato durante la replica - È come se una parte della sinistra cercasse di accendere riflettori su un problema che sa che non esiste. Vi rendete conto di quanto questo sarebbe grave? Sarebbe grave chiedere un intervento esterno perché non si è in grado di battere un governo facendo opposizione. Su queste cose si supera un limite. Ci possiamo dividere quanto vogliamo, ci divideremo sempre, sapete che rispondo sempre a tono, non mi vedrete mai paludata e penso mi dovrò preoccupare quando non dovessi mettere la stessa passione di sempre. Cosa diversa è chiedere il sostegno esterno contro l'Italia: questo è un limite sul quale confido saremo tutti d'accordo. Prima viene l'interesse dell'Italia e poi gli interessi di partito".

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