L’esecutivo Meloni punta a far slittare la discussione parlamentare a settembre, dopo la pausa estiva. Mercoledì 28 giugno è attesa la conferenza dei capigruppo che dovrebbe prendere una decisione, altrimenti si profila la possibilità di arrivare in Aula il 30, sempre con il piano di prendere tempo. Intanto Bruxelles monitora con cautela e sembra aprire all’ipotesi di un rinvio di qualche mese
L’esecutivo di Giorgia Meloni sta lavorando in queste ore per rinviare la ratifica del Mes a settembre, dopo la pausa estiva del Parlamento. L’obiettivo è cercare di trovare nel mentre un’unità di intenti tra i partiti di maggioranza, dato che al momento Lega e una parte di Forza Italia sono determinati a proseguire con l’idea di un voto contrario. La premier Meloni cerca di guadagnare tempo e per questo è in corso un’interlocuzione con Bruxelles. Dalla Ue stanno arrivando segnali, con un portavoce della Commissione che affronta il tema con toni concilianti limitandosi a ricordare che "la ratifica del trattato Mes modificato aggiungerebbe un ulteriore livello di protezione per i cittadini dell'area dell'euro e migliorerebbe la resilienza complessiva dell'Europa" ma che, comunque, "è chiaro che la decisione finale sulla questione spetta al Parlamento italiano".
Cosa sta succedendo
Sul fronte interno, è partita dal giorno della diffusione della lettera del Mef alla Camera, favorevole al meccanismo Salva-Stati, l'interlocuzione italiana per rendere possibile uno slittamento della discussione parlamentare a settembre. Nella giornata di mercoledì 28 giugno è attesa una conferenza dei capigruppo che dovrebbe prendere una decisione e sarà determinante un accordo perché proprio nelle stesse ore la Commissione esteri di Montecitorio voterà il progetto di legge di ratifica, pronto ad essere discusso in Aula il 30 giugno. Giorgia Meloni ha già detto con chiarezza che sarebbe "opportuno" un rinvio anche perché in quelle ore la premier sarà in Aula per le comunicazioni che precedono il Consiglio europeo. L'obiettivo dunque è scavalcare l'estate. Una pausa che sembra essere stata accettata anche in Europa. E che darà tempo al governo di portare avanti gli altrettanto complessi negoziati sulla riforma del Patto di stabilità.
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Gli scenari
Diventa determinate l'accordo nella conferenza dei capigruppo, altrimenti si profila la possibilità di arrivare in Aula dove la maggioranza potrebbe chiedere, proprio in quella sede, un voto per decidere sulla inversione dei lavori che darebbe la precedenza ad altri provvedimenti considerati urgenti, rimandando così a dopo l’estate la ratifica del Salva-Stati. Tra le opposizioni, Pd, Italia Viva e Azione sono battaglieri, mentre il M5s è contrario alla ratifica. Bruxelles segue la vicenda con cautela: non si vuole interferire nel dibattito il cui esito tocca solo al Parlamento nazionale. E si cerca di facilitare, per quanto possibile, il compito di Meloni e Giorgetti per arrivare a una ratifica entro l'autunno. A Bruxelles non si vogliono fare barricare su un eventuale slittamento del voto dal 30 giugno a settembre. L'obiettivo principale era e resta quello di avere la ratifica in tempo utile affinché dal primo gennaio del 2024 il Mes possa assolvere la funzione di backstop per la garanzia sui depositi bancari dei risparmiatori, così come era stato previsto nel 2021, quando venne varata la riforma. A rappresentare un'incognita è piuttosto la reazione dei mercati che notoriamente non gradiscono il prolungarsi di un clima di incertezza.