Da calendario, il 30 giugno alla Camera è previsto l’approdo del ddl per la ratifica, ma questa data dovrà essere confermata dalla conferenza dei capigruppo di mercoledì. Sono tante le ipotesi: dalla bocciatura con il voto all’approvazione con i soli voti dell’opposizione e il centrodestra che potrebbe disertare Montecitorio come già avvenuto in commissione. Ma ci potrebbe anche essere uno slittamento della discussione a settembre
La partita sul Mes agita il governo Meloni. Da calendario, il 30 giugno alla Camera è previsto l’approdo in Aula del ddl per la ratifica, sempre se questa data venisse confermata dalla conferenza dei capigruppo di mercoledì pomeriggio. Sono quindi tanti gli scenari possibili
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Giovedì scorso in Commissione, si è verificato un “Aventino al contrario” della maggioranza e del governo, che ha disertato la votazione. E ora, oltre alle possibilità di approvazione e bocciatura del ddl, si sono aggiunte altre strade, a partire da un rinvio del voto con escamotage regolamentari
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Ad ogni scenario corrispondono numeri diversi, sottostanti a scelte diverse dei partiti. Sulla carta i partiti dichiaratamente europeisti che sostengono la ratifica non possono mettere in campo grandi numeri: sui 400 deputati, il Pd ne ha 69, Azione-Iv ne ha 21, +Europa 3, le minoranze linguistiche 4, per un totale di 94 sì
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Finora Fi e Noi moderati hanno messo da parte il loro europeismo, non presentandosi in Commissione, per tutelare la compattezza del centrodestra: ma anche se i loro voti, 44 Fi e 10 Nm, si aggiungessero ai sì, si raggiungerebbe quota 148. Insufficienti, visto che i partiti contrari, Fdi e Lega, contano rispettivamente su 118 e su 65 voti (il presidente Fontana non vota), per complessivi 183 No
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In Commissione si sono astenuti M5s, che ha in Aula 52 deputati, e Avs che ne ha 11. Ancora ignota la posizione di Francesco Gallo (Sud chiama Nord) e dell'ex Avs Soumahoro. Se in Aula ciascun partito votasse tenendo fede a quanto finora sostenuto, la ratifica verrebbe bocciata, indipendentemente dalle scelte di Fi e Nm
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Ma da alcuni giorni si parla di un bis in Aula "dell'Aventino al contrario" verificatosi in Commissione, con il centrodestra che potrebbe disertare l'Aula e lasciare approvare il ddl con i soli voti di Pd, Azione-Iv, +Europa e Minoranze linguistiche
La presenza degli astenuti (M5s e Avs) consentirebbe di raggiungere il numero legale solo con un trucco parlamentare della stessa maggioranza: molti deputati del centrodestra dovrebbero porsi in "missione" (cioè con un impegno ufficiale valido), così che la metà più uno dei presenti non sia calcolata sul plenum di 400, ma su - per esempio - 320 o 350 seggi. In alternativa qualche parlamentare della maggioranza dovrebbe rimanere in Aula per far superare il numero legale
Ma un’ipotesi che circola da giorni è quella che la maggioranza proponga all'inizio della seduta una sospensiva prevista dall'articolo 40 del Regolamento: una richiesta cioè di rinviare l'esame del ddl "fino al verificarsi di scadenze determinate". Scenario su cui il centrodestra ha i numeri. "Il 30 giugno è data indicativa per iniziare la discussione generale", ha infatti detto il capogruppo di Fdi Tommaso Foti (in foto)
L’idea sarebbe insomma quella di posticipare la discussione sul Mes in Parlamento a settembre. Nella maggioranza potrebbe essere questa la linea che si cercherà di seguire, forse già a partire dalla conferenza dei capigruppo, quando il centrodestra potrebbe proporre lo slittamento al prossimo mese, sottolineando che la vigilia coinciderebbe con la trasferta di Giorgia Meloni a Bruxelles, e si rischierebbe di mettere in difficoltà il lavoro della premier
A luglio, poi, il calendario sarà ingolfato di decreti, ad agosto non si discutono materie non urgenti, e quindi ecco come si potrebbe arrivare a dopo l'estate, rinviando uno degli scogli che più ha creato problemi alla tenuta del governo
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