Superbonus, stop alla cessione del credito. Da Conte a Calenda, le reazioni dei politici
Dopo la stretta del governo sullo sconto in fattura e la cessione dei crediti per i Comuni, insorgono il Pd e il M5S. “Colpo letale al settore dell’edilizia, si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie”, dice il leader pentastellato. Bonaccini: “Significa condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese, fermare almeno 100mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie”. Diversa la posizione del leader di Azione: “Scelta totalmente condivisibile”. Imbarazzo in Fi
Ieri, giovedì 16 febbraio, il governo ha varato una stretta sul Superbonus: il decreto blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti per i Comuni. La decisione - preceduta dall’allarme dell’Ance sulle imprese a rischio - ha provocato diverse reazioni politiche, con il Pd e il M5S che insorgono e Forza Italia in imbarazzo
Stretta sul Superbonus, allarme Ance: si affossano famiglie e imprese, 25mila a rischio
"Non tocchiamo il Superbonus, interveniamo sulla cessione dei crediti d'imposta che ammontano a 110 miliardi, questo è l'ordine di grandezza che deve essere gestito, l'obiettivo è dare la possibilità di gestirlo", ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. "Il problema – ha aggiunto – non è il Superbonus. Il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati. Chi ha disegnato quei meccanismi senza discrimine e senza discernimento, è lui, o lei o loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti"
Stop alla cessione dei crediti, non solo Superbonus. Quali sono i lavori a rischio
Nella conferenza stampa al termine del Cdm in cui è stata presa la decisione sul decreto per la cessione dei crediti del Superbonus, è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Siamo intervenuti perché c'era stata una lievitazione dei crediti... ahimè nei governi precedenti era mancata una pianificazione e si è lasciato lievitare il numero dei crediti che era fuori controllo", ha detto il vicepremier. Il riferimento era in particolare al governo Conte
Superbonus, stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Insorgono le imprese
Proprio il leader del M5S Giuseppe Conte è stato uno dei più duri a intervenire: “Non è tanto l'affossamento di una misura ideata dal M5S a preoccuparci, ma il colpo letale al settore dell'edilizia, che negli ultimi 2 anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil. Qui si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 25mila aziende dell'edilizia, 130mila posti di lavoro". Ancora: “Ci chiediamo come fa a restare al governo Fi, che ha promesso iniziative a tutela di Superbonus e cessione dei crediti"
Bonus edilizi, perché il governo ha bloccato la cessione del credito
Verso Fi, dal M5S ieri era partito anche un invito. "Faccio un appello a Cdm in corso ai ministri di Forza Italia: fermate il vostro governo. Così condannate a morte migliaia di imprese, volutamente, andando contro anche alle associazioni di categoria e ai lavoratori", aveva detto l'ex ministro e senatore M5S Stefano Patuanelli. Più tardi Mariolina Castellone, vicepresidente M5S del Senato, ha definito quella del governo come una “scelta folle, con la quale si è deciso di voltare le spalle al settore dell'edilizia e gettare le premesse per il suo affossamento”
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A proposito di Forza Italia, è il partito più critico sulla stretta all’interno della maggioranza. Dopo il Cdm non ci sono state reazioni, ma in mattinata aveva parlato il vicepresidente azzurro del Senato Maurizio Gasparri. “Mi unisco al grido d'allarme lanciato dall’Ance. Il governo valuti con attenzione questo provvedimento che rischia di creare una emergenza sia dal punto di vista lavorativo che economico con il tracollo di centinaia di aziende. Fi ha sempre avuto una posizione chiara e crediamo che vada immediatamente aperto un confronto”, aveva detto
D’accordo con la scelta del governo è invece Carlo Calenda. “La scelta del governo di chiudere il bonus 110% è totalmente condivisibile. È un provvedimento che ha generato uno spreco di risorse mai visto nella recente storia repubblicana. Un provvedimento iniquo e che ha drogato il mercato. Brava Giorgia Meloni", ha scritto su Twitter il leader di Azione
È intervenuta anche Mariastella Gelmini, vicesegretaria di Azione. “Sulla questione dell'acquisto dei crediti del Superbonus la maggioranza sta andando in tilt e il governo contraddice anche Regioni guidate dalle stesse forze politiche che lo sostengono. A rimanere schiacciate da questa morsa rischiano di essere famiglie e imprese. Si può legittimamente essere critici sulla natura di questa misura, ma non si può consentire che a pagare le conseguenze di scelte politiche incerte e contraddittorie sia un intero comparto produttivo e migliaia di onesti committenti”
A proposito di Regioni, il governatore della Liguria Giovanni Toti ha detto: "Quello dei crediti fiscali relativi al Superbonus è un tema di grande importanza, riguarda decine di imprese in Italia e rischia di incidere negativamente sul percorso di riqualificazione energetica degli edifici. Confidiamo che, se verranno confermati i divieti di intervento da parte delle Regioni, nel caso le norme non consentissero questo tipo di operazione il governo individui una soluzione alternativa. Siamo ovviamente pronti al confronto"
Critico con la scelta del governo il Partito democratico. "Significa condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese, fermare almeno 100mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie e far perdere il lavoro a 150mila persone occupate nel settore edile e nell'indotto. Ai cittadini e al Paese servono soluzioni ai problemi, ma così la destra al governo ne crea soltanto di nuovi. Sulla pelle dei cittadini, di chi lavora e delle imprese", ha detto Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd e presidente dell'Emilia Romagna
"Il governo Meloni in pieno delirio di onnipotenza ha approvato un decreto per far fallire migliaia di imprese. Quello che è sconvolgente è che fino a oggi esponenti della maggioranza, governatori, consiglieri delle Regioni guidate dalla destra avevano promesso acquisti da parte degli enti locali. Per mesi Fdi è sceso in piazza cavalcando le richieste delle imprese del settore. Adesso tutto tace: la premier decide di affossare aziende e lavoratori di un settore fondamentale per il Pil del Paese”, ha detto Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente Camera
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