
Stretta sul Superbonus, Ance: "Si affossano imprese". Fillea-Cgil: "Pronti allo sciopero"
Il governo, nelle scorse ore, ha varato un decreto che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti per i Comuni. La mossa non piace all’Associazione nazionale costruttori, che aveva già lanciato l’allarme: “È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico e sociale di una decisione del genere”

Sul Superbonus si cambia e, il giorno dopo l’intervento del governo, la tensione rimane alta. L’esecutivo, nelle scorse ore, ha infatti varato un decreto che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti per i Comuni. Una mossa che non piace ai lavoratori del settore, con le aziende che hanno lanciato l’allarme: il governo così affossa famiglie e imprese, ha detto l’Ance. Fillea-Cgil: "Pronti allo sciopero"
Stop alla cessione dei crediti, non solo Superbonus. Quali sono i lavori a rischio
Dopo la stretta del governo, per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre, si chiude l'esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. L'obiettivo, ha spiegato il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti, è duplice: "Risolvere il nodo dei crediti", arrivati ormai a 110 miliardi, e "mettere in sicurezza i conti pubblici"
Superbonus, stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Insorgono le imprese
Come detto, però, questa mossa è mal vista dall’Associazione nazionale costruttori: già prima della stretta del governo, l’Ance aveva lanciato l’allarme sulle conseguenze. A inizio febbraio, attraverso il Sole 24 Ore, aveva diffuso delle stime chiedendo all’esecutivo un intervento sulle cessioni bloccate. L’associazione aveva spiegato che un miliardo di crediti incagliati causa il blocco di circa 6mila cantieri, tra unifamiliari e condomini, con il rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9mila occupati
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Partendo da questi numeri, l’Ance era andata oltre con le stime. Ipotizzando, per rimanere bassi, 15 miliardi di crediti fiscali attualmente bloccati, aveva parlato di effetti devastanti: “25mila imprese a rischio fallimento, 130mila disoccupati in più nel settore delle costruzioni (senza contare le aziende della filiera) e problemi per circa 90mila cantieri”
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Anche ieri, prima dell’ufficialità della mossa del governo, era intervenuta. "Se, come sembra in queste ore, il governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato", aveva scritto su Facebook la presidente dell'Ance Federica Brancaccio
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Sempre in giornata, la presidente Brancaccio aveva dichiarato: "Se il governo blocca l'acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un'emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie". Aveva sottolineato che, secondo l'Ance, senza una soluzione immediata sarà "tracollo"

"Spero che si tratti di un errore – aveva detto sempre la presidente dell’Ance ieri mattina –. Non posso credere che il governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo. È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere"

"Senza un segnale immediato da parte del governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un'efficace via d'uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c'è più tempo", aveva concluso Brancaccio. In serata, poi, è arrivata l’ufficialità della stretta dell’esecutivo

"Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell'edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno", afferma inoltre il segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil, Alessandro Genovesi, secondo cui "questo è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà"

"Se non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto, metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni", avvertono dalla Fillea
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