Bonus edilizi, perché il governo ha bloccato la cessione del credito
Economia ©IPA/FotogrammaIl vicedirettore di Sky TG24 analizza le motivazioni dietro al blocco della cessione dei crediti decisa dal governo, ecco i perchè del decreto che ha riportato tutti a tre anni fa
I bonus fiscali resteranno, lo Stato continuerà a pagare un pezzo delle ristrutturazioni da compiere, ma con una dilazione spalmata negli anni. Lo ha deciso il governo, sancendo così la fine allo sconto in fattura e alla cessione del credito.
Truffe e rincari
Come spiegato dal vicedirettore di Sky TG24 Alessandro Marenzi (guarda il video in alto), sono diverse le motivazioni di questo dietrofront del governo: "Innanzitutto ci sono stati diversi rincari, ma soprattutto truffe, ci sono state moltissime frodi, come dichiarato dall'ex Ministro dell'Economia Daniele Franco, si stima che siano state intorno ai 6 miliardi di euro". Non solo: "Il meccanismo dei crediti si è bloccato, con alcune persone che se lo sono visto negare dallo Stato anche non avendo responsabilità, essendo magari i decimi che lo hanno richiesto, mettendo così a rischio migliaia di imprese. Tanti cantieri non sono neanche cominciati o sono stati lasciati a metà".
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Una spesa da 110 miliardi per lo Stato
"Poi c’è il costo per lo Stato - spiega ancora Marenzi - i crediti di imposta sono stati chiesti da molte persone, lo Stato inizialmente intendeva spendere 72 miliardi, al momento invece sono stati spesi 110 miliardi, ovvero 9 miliardi all’anno, mezzo punto di Pil per stare dietro a questi sconti fiscali. Quasi 60 miliardi di euro erano proprio per la cessione dei crediti, sconti fiscali che lo Stato non ha dato anno per anno come per le detrazioni normali, ma che sono stati concessi subito, nel momento in cui sono stati compiuti i lavori". Da qui l'idea di tornare a tre anni fa: "Un ultimo problema, forse non quello dirimente, ma presente, è che questi bonus edilizi con i loro crediti di imposta hanno anche dei problemi contabili tra debito e deficit. Sommato tutto quanto si è arrivati alla decisione di interrompere tutto e tornare a prima di tre anni fa, quando i bonus c’erano ma erano spalmati negli anni".