
Superbonus, stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Insorgono le imprese
Dall'entrata in vigore del decreto, per i vari interventi edilizi "non è consentito l'utilizzo" delle due opzioni. Fanno eccezione gli interventi per cui sia già stata presentata la Cila. L’Ance lancia l’allarme: “Vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato”. Critiche le opposizioni

Per i bonus d'ora in avanti non potrà più essere utilizzata l'opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito al posto della detrazione: a prevederlo è il dl sulla cessione dei crediti d'imposta relativi agli incentivi fiscali, approvato in serata dal Consiglio dei ministri. A seguire il presidente della Repubblica Mattarella ha emanato il DL e il relativo ddl di conversione
Bonus edilizi, perché il governo ha bloccato la cessione del credito
Dall'entrata in vigore del decreto, per i vari interventi edilizi (dalle ristrutturazioni all'efficienza energetica, dalle facciate alle colonnine) "non è consentito l'utilizzo" delle due opzioni previste al posto delle detrazioni fiscali, cioè cessione e sconto. Fanno eccezione gli interventi per cui sia già stata presentata la Cila
Milleproroghe, via libera dal Senato: dai diritti tv ai balneari, cosa prevede
Nel caso di interventi effettuati dai condomini, oltre alla Cila, deve risultare adottata la delibera assembleare che ha approvato l'esecuzione dei lavori. Infine per gli interventi comportanti demolizione e ricostruzione degli edifici deve essere stata presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abitativo
Inps, nei primi 11 mesi del 2022 assunzioni aumentate del 13% rispetto al 2021
Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari, che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per "eliminare le incertezze" che hanno frenato tanti intermediari dall'assorbire questi crediti, ha spiegato il ministro Giorgetti, sottolineando come tutto l'intervento si sia reso necessario "per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata" che è finita per costare a 2mila euro a ciascun italiano
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
Inoltre viene fermata sul nascere l'esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. Uno stop che ferma di fatto un fenomeno che aveva preso piede da poco, ma che aveva avuto un certo seguito. Ma proprio questi acquisti, come ha evidenziato Eurostat, "avrebbero impatto diretto sul debito pubblico", ha spiegato Giorgetti

“C’è stata una lievitazione dei crediti, ahimè è mancata una pianificazione nei governi precedenti a quello Draghi”, ha detto in conferenza stampa il vicepremier Tajani, presente in luogo di Giorgia Meloni. Il riferimento era in particolare al governo Conte. “È stato necessario intervenire perché la situazione era quasi fuori controllo. Per evitare ulteriori danni al debito pubblico e le imprese e le banche, è un’azione di tutela”

"Vorrei puntualizzare che non tocchiamo il Superbonus, interveniamo sulla cessione dei crediti d'imposta che ammontano direi a 110 miliardi, questo è l'ordine di grandezza che deve essere gestito, l'obiettivo è dare la possibilità di gestirlo”, ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

Ora l'urgenza è "riattivare la possibilità per gli intermediari nell'acquisto di questi crediti" rimasti incagliati, ha sottolineato Giorgetti, spiegando che nel mirino non c'è il Superbonus, ma la cessione dei crediti d'imposta: una montagna da "110 miliardi", che deve essere gestita. Di qui l'appello alle banche per un'azione di sistema per coprire questo "bucone"

Sul superbonus "il governo intende aprire un'interlocuzione con le associazioni di categoria, che saranno invitate nel tardo pomeriggio di lunedì a Palazzo Chigi per ricevere i loro contributi propositivi rispetto a un intervento di necessità ed estrema urgenza”, ha annunciato il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano

La decisione del governo Meloni non sembra però trovare il sostegno delle associazioni di categoria, che hanno criticato la novità e indicato i possibili rischi della stretta

"Se, come sembra in queste ore, il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato”, ha scritto la presidente dell'Ance Federica Brancaccio in un post su Facebook

"La cessione del credito è nata nel 2016, ben prima dell'introduzione del Superbonus, per favorire l'utilizzo delle detrazioni fiscali da parte delle famiglie meno abbienti. Negli anni successivi, il meccanismo è stato modificato in vari modi, discutibili come ogni cosa. Lascia quantomeno perplessi" la "scelta del Governo di eliminare del tutto questo sistema. Attendiamo fiduciosi le notizie e le spiegazioni che saranno fornite, ma buttare il bambino con l'acqua sporca non sarebbe la scelta più saggia”, ha detto il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa

Secondo Confartigianato così sono "a rischio occupazione e investimenti nelle costruzioni": la confederazione di artigiani e piccoli imprenditori rileva che "il blocco previsto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere”

La possibile decisione del governo ha incontrato la contrarietà anche delle opposizioni: “Faccio un appello a Cdm in corso ai ministri di Forza Italia: fermate il vostro Governo. Così condannate a morte migliaia di imprese, volutamente, andando contro anche alle associazioni di categoria e ai lavoratori”, aveva scritto sui social l’ex ministro del M5s Stefano Patuanelli (in foto)

"Da quello che apprendiamo il Governo in questi minuti sta approvando in Consiglio dei Ministri un decreto legge che cancella lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d'imposta legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi. Non è tanto l'affossamento di una misura ideata dal M5S a preoccuparci, ma il colpo letale al settore dell'edilizia, che negli ultimi due anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil", ha detto il leader M5s Giuseppe Conte

“Qui si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 25 mila aziende dell'edilizia, 130 mila posti di lavoro”, ha aggiunto ancora l’ex presidente del Consiglio

"Sulla questione dell'acquisto dei crediti del superbonus la maggioranza sta andando in tilt e il governo si prepara a contraddire anche regioni guidate dalle stesse forze politiche che lo sostengono. A rimanere schiacciate da questa morsa rischiano di essere famiglie e imprese”, ha detto Mariastella Gelmini, vicesegretaria di Azione

La capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, in giornata ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti: “Il Governo deve intervenire subito a tutela dei proprietari di immobili e gli operatori del comparto edile e non deve impedire che altri soggetti si facciano carico dell'emergenza. La situazione è grave”
Rottamazione cartelle esattoriali, è online il servizio per avere l'elenco e gli importi