
Elezioni, da Di Maio a Paragone e Pillon: cosa farà adesso chi non è entrato in Parlamento
I risultati del voto di domenica 25 settembre chiudono le porte a diversi politici di spicco, anche di lungo corso. Lucia Azzolina potrebbe adesso lavorare come dirigente scolastico a Siracusa, Teresa Bellanova dice che "lo spazio per la buona politica è ovunque". Gianluigi Paragone farà "ordine" dentro Italexit

Luigi Di Maio, Teresa Bellanova e Gianluigi Paragone. Emma Bonino, Lucia Azzolina, Simone Pillon. I risultati usciti dallo spoglio dei voti di domenica non hanno riconfermato alcuni nomi molto conosciuti della politica italiana, tra habitué decennali di Montecitorio e Palazzo Madama e protagonisti degli ultimi governi. Per loro adesso si aprono diverse strade, tra chi continuerà a lavorare come politico in attesa delle prossime sfide elettorali e chi invece sta già pensando di rientrare nei panni civili indossati prima di sbarcare in Parlamento
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LUIGI DI MAIO – Grande sconfitto dal voto è Luigi Di Maio. Dopo l’exploit con il MoVimento Cinque Stelle che lo ha portato a essere tre volte ministro – e nel governo Conte I anche vicepremier insieme a Matteo Salvini – la sua discesa in campo con Impegno Civico non lo ha premiato. Il partito non ha superato la soglia di sbarramento del 3% e il nome di Di Maio nel collegio uninominale di Napoli-Fuorigrotta è stato meno votato di quello dell’ex collega pentastellato Sergio Costa. Per l’attuale capo della Farnesina il futuro è ancora incerto
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C’è chi dice che forse entrerà nel mondo del lavoro privato e chi pensa che continuerà in politica. Di sicuro al momento c’è solo l’insoddisfazione per il risultato elettorale e la presa di coscienza della disfatta: “Abbiamo perso, non ci sono scuse”, ha detto Di Maio all’indomani del voto. Lo scrittore e giornalista Paolo Piccone, autore dei libri “Di Maio chi?” e “Di Maio il giovane”, è convinto che il ministro – “visto il suo spessore e la sua onestà anche intellettuale”, saprà “certamente come rialzarsi e riavviare un discorso per ora solo interrotto"
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GLI EX CINQUE STELLE – La sconfitta di Impegno Civico chiude le porte del Parlamento anche agli ex pentastellati che hanno deciso di seguire Di Maio. Tra questi c’è anche l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che probabilmente continuerà a lavorare in ambito scolastico, anche se fuori dalle istituzioni. Anni fa ha infatti vinto un concorso come dirigente scolastico a Siracusa. La stessa sorte tocca a Davide Crippa, che potrebbe tornare al suo vecchio mestiere, l’ingegnere
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Anche Laura Castelli ha lasciato il MoVimento Cinque Stelle per entrare in Impegno Civico e non è stata così rieletta. Prima di entrare in politica, aveva lavorato in un centro di assistenza fiscale al termine del percorso universitario in economia aziendale. Se decidesse di lasciare la politica, potrebbe adesso tornare nel mondo del lavoro privato, forte del bagaglio acquisito tra i banchi del Ministero dell'Economia e delle Finanze
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GIANLUIGI PARAGONE – Un altro ex Cinque Stelle che ha deciso di staccarsi dal MoVimento è Gianluigi Paragone. Come per Di Maio, anche la sua creatura politica – Italexit – non è stata premiata dagli elettori. Lui stesso ha però già detto che non abbandonerà la strada intrapresa e si metterà adesso a “fare ordine” nel partito
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TERESA BELLANOVA – Niente seggio nemmeno per Teresa Bellanova, ex ministra delle Politiche Agricole nel Conte II, adesso in casa Italia Viva. Sindacalista di lungo corso, si dice consapevole che “lo spazio per la buona politica è dovunque”

EMMA BONINO – Dopo 26 anni di attività parlamentare, nella prossima legislatura non ci sarà nemmeno Emma Bonino: +Europa non ha raggiunto il 3% e nel collegio uninominale di Roma dove era candidata il nome più votato è stato quello di Lavinia Mennuni di Fratelli d’Italia. Al suo partito mancava però pochissimo per superare la soglia di sbarramento e Bonino ha annunciato che chiederà il riconteggio dei voti “collegio per collegio”

ANDREA ROMANO – Tra i parlamentari dem che non ce l’hanno fatta c’è anche Andrea Romano, non eletto nel collegio uninominale di Livorno e simbolo sia della virata a destra della città storicamente di sinistra che del cambio di guardia che attende il Pd. Romano è stato giornalista e professore di Storia all’Università di Roma Tor Vergata. È a queste professioni che potrebbe tornare

MONICA CIRINNÀ – Esclusa dal Parlamento per i pochi voti raccolti nell’uninominale a Roma anche Monica Cirinnà che, intervistata da Repubblica, ha detto che nel futuro a breve termine vede la sua fattoria a Capalbio, dove “si raccoglieranno le olive”. Non è però un addio alla carriera politica. Cirinnà ha intenzione di mettersi “alla guida della rinascita del Pd”, perché “il governo durerà poco e va contrastato”. Il partito, ha detto, dovrà ripartire mettendo al centro “donne” e “giovani”

LUIGI DE MAGISTRIS – Tra chi non mollerà la politica c’è anche Luigi De Magistris, uscito malconcio dal voto con Unione Popolare, che ha ottenuto poco più dell’1% di voti. “Tutti ci chiedono di non mollare”, ha detto De Magistris, che sarà ora impegnato a “diffondere il nuovo soggetto politico e coinvolgere la gente, radicarci sul territorio, consolidare i nostri forti legami internazionali, organizzare l'azione politica”

SIMONE PILLON – Conosciuto per le sue battaglie contro la cosiddetta ‘ideologia gender’ e contro l’aborto, per Simone Pillon il numero di voti ottenuto dalla Lega, più basso di quanto si aspettassero in via Bellerio, non ha fatto scattare il seggio. L’ormai ex senatore non è però intenzionato a mollare. “Non significa affatto che io mi arrenda o che torni a vita privata”, ha detto. Pillon resta “a disposizione” di Salvini e del centrodestra per “difendere la natalità e la vita umana” e per “combattere la protervia del gender” e “l’orrore delle droghe”
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