Elezioni, Meloni a Sky TG24: “Scostamento non a cuor leggero, capire se avremo vantaggio”

Politica

La leader di Fratelli d’Italia è stata ospite di Casa Italia, il programma condotto da Fabio Vitale e dedicato al voto del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento. Tanti i temi. “Sulla scelta che ha fatto la Bce esprimo delle perplessità”, ha detto Meloni. Sull’aborto: “Non intendiamo modificare la legge 194, vogliamo applicarla integralmente”. Sul post voto: “Se vinceremo ci sarà un governo politico”

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Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è stata ospite di Casa Italia, il programma di Sky TG24 - che va in onda dal lunedì al venerdì alle 20.30 - condotto da Fabio Vitale e dedicato al voto del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento (VERSO IL VOTO: LO SPECIALE DI SKY TG24 - TUTTI I VIDEO - LE NEWS IN DIRETTA - IL TEST PER CAPIRE CHI VOTARE). Presenti anche Maria Latella e Alessandro Giuli. Tanti i temi trattati. “Sulla scelta che ha fatto la Bce esprimo delle perplessità”, ha detto Meloni. Sullo scostamento di bilancio: "Non è mai una scelta che si fa a cuor leggero perché sono soldi a debito. Il punto è se i soldi che tu prendi con quel debito sono soldi che ti producono un vantaggio oppure no". Sull’aborto: “Non intendiamo modificare la legge 194, vogliamo applicarla integralmente”. Sul post elezioni: “Se vinceremo ci sarà un governo politico”.

Meloni: “Sulla scelta che ha fatto la Bce esprimo delle perplessità”

Tra i temi affrontati da Meloni c’è quello della Bce, con la mossa di oggi della presidente Christine Lagarde che ha alzato i tassi d'interesse di 0,75 punti. "Sulla scelta che ha fatto oggi la Bce esprimo delle perplessità. Anche la Federal Reserve ha alzato i tassi per cercare di contenere l'inflazione, la Banca centrale Americana, solo che lì c'è oggettivamente un'inflazione dovuta a un'economia che corre, un'inflazione endogena si direbbe, mentre il caso dell'Europa è di un'inflazione esogena, un'inflazione che deriva dall'aumento del prezzo dell'energia, dall'aumento del prezzo delle materie prime e quindi in questo caso qui aumentare i tassi… temo che più che contenere l'inflazione possa comprimere ulteriormente un'economia che già sta stentando. È una scelta sulla quale mi interrogo e temo che non abbia il risultato che Christine Lagarde spera”, ha detto.

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La polemica con Letta sull’Europa

Meloni ha parlato anche di Enrico Letta. "Considero le sue parole gravissime e vergognose. Credo siano parole per le quali deve chiedere scusa, punto primo perché per me non esiste un'Europa di serie A e un'Europa di serie B. Questa è un'idea che la sinistra ha dell'Europa, di un club in cui ci sono quelli che contano di più e quelli che contano di meno, in cui ci sono quelli che decidono e quelli che subiscono. Questa è l'idea di Europa che ha la sinistra", ha detto riferendosi alle parole del segretario del Pd che ha affermato che “sarà peggio per l'Italia avere come interlocutori Ungheria e Polonia anziché Francia e Germania”. "La mia idea d'Europa - ha aggiunto Meloni - è quella di De Gaulle, che riteneva necessario un meccanismo d'integrazione europeo che favorisca l'ingresso dei Paesi dell'Est qualora si fossero liberati dal giogo comunista, o l'idea che ne aveva Giovanni Paolo II, che sosteneva l'Europa respirasse con un polmone dell'Ovest e uno dell'Est. L'Europa è un destino, è una civiltà, non è un club di amici della sinistra. E il fatto che da alcuni sia stata interpretata così è alla base dei grandi problemi che abbiamo. Enrico Letta deve chiedere scusa perché la Polonia, nello specifico, è forse la nazione più esposta nel conflitto russo-ucraino ed è quella che più di tutte sta rispondendo alla crisi umanitaria accogliendo il maggior numero di profughi ucraini senza ottenere un euro dall'Unione europea che Enrico Letta definisce di serie A. E la Nato ritiene inoltre che la Polonia stessa potrebbe presto rischiare di entrare in conflitto con la Russia. Quindi il messaggio che manda alla Russia è che se invadessero Polonia e Ungheria, noi non moriremo per loro, e io trovo che questo sia tragicamente irresponsabile. Non so se il problema che la sinistra ha con questi Paesi sia quello di essersi voluti liberare dal giogo comunista".

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"Non intendiamo modificare la legge 194”

Meloni ha parlato anche dell’aborto. "Non intendiamo modificare la legge 194. Non intendiamo abolire la legge 194. Quello che abbiamo sempre detto di voler fare sulla legge sull'aborto è applicarla integralmente, perché era una legge fatta in maniera compiuta, che aveva anche tutta una prima parte dedicata alla prevenzione della pratica abortiva, che non è mai stata applicata per l'approccio ideologico che c'è stato in questi anni", ha detto. "Che cosa vuol dire applicare la prevenzione? Significa garantire una possibilità a quelle madri che dovessero ritrovarsi ad abortire perché ritengono di non avere alternative. Perché se io posso aiutare quelle mamme le aiuterò. Ci sono donne che in Italia abortiscono perché pensano di non avere i soldi per portare a termine la gravidanza, ci sono donne che abortiscono perché pensano di non avere le risorse per crescere quel figlio, ci sono donne che abortiscono perché si trovano da sole e si ritrovano istituzioni che le spingono a fare la cosa più facile”, ha spiegato la leader di Fdi.

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“Scostamento non si fa a cuor leggero”

Un passaggio anche sullo scostamento di bilancio. “Queste materie – ha detto Meloni – non sono mai ideologiche. Sono materie che si devono affrontare con pragmatismo. Io ho votato diversi scostamenti di bilancio nella mia vita e negli ultimi anni ne abbiamo fatti per centinaia di miliardi. Chiaramente non è mai una scelta che si fa a cuor leggero perché sono soldi a debito, quindi sono soldi che intanto stai scaricando sui tuoi figli e sui quali poi paghi gli interessi. Il punto non è fare debito in sé, il punto è se i soldi che tu prendi con quel debito sono soldi che ti producono un vantaggio oppure no, cioè sono soldi che puoi recuperare oppure no. Ci sono soldi che prendi a debito e ti ritornano in più rispetto a quanto avevi preso perché generano  una ricchezza nell’economia”.

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Il tema delle bollette

Altro tema è stato quello delle bollette. “Qual è il tema delle bollette? Se noi stiamo parlando di aiutare gli italiani nelle bollette che sono appena arrivate, io ritengo che se già lo Stato tagliasse gli oneri, le accise sull’extragettito e se lo Stato utilizzasse risorse che volendo trova, per le quali secondo me non è necessario uno scostamento - per esempio i fondi della nuova programmazione europea secondo me si potrebbero chiedere per questa emergenza, furono usati quelli passati per il Covid, che era un’altra emergenza, probabilmente sono risorse che non dobbiamo prendere a debito e che possiamo usare per impattare immediatamente sulle bollette. Non mi convince il ragionamento a lungo termine, perché se noi dicessimo ‘la priorità non è il tetto, la priorità è che noi mettiamo i soldi sulle bollette’ segnalo che non bastano 30 miliardi. Ci servono 30 miliardi, poi forse il prossimo mese 50, poi forse 100. E sono miliardi che stiamo dando alla speculazione. Allora francamente prima di fare altro debito che scarico sui miei figli per regalare soldi ai grandi player della speculazione sul gas, ci penso”, ha detto.

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Su Putin: “Le forme più serie di convincimento sono la deterrenza”

 Meloni ha parlato anche delle sanzioni alla Russia. “Le notizie che ho io circa gli effetti che le sanzioni stanno avendo non sono le stesse che ho sentito” da Salvini, ha detto commentando l’opinione del leader della Lega, espressa sempre a Casa Italia qualche sera fa, secondo cui le sanzioni non stanno avendo effetto sull’economia russa. “La Russia era stimata per una crescita del 6% quest’anno e sta festeggiando per una decrescita del 3,5%. Stando a quanto dice la Russia la contrazione del prodotto interno lordo russo sarebbe quasi il 10%. Bloomberg sostiene di avere un documento riservato, che cito, nel quale il governo russo dice che per tornare alla condizione precedente all’inizio della guerra in Ucraina, in termini di crescita economica, ci vorranno dieci anni”, ha spiegato la leader di Fdi. Poi ha aggiunto: “Io non ho bisogno di dire niente a Putin perché secondo me le forme più serie di convincimento sono la deterrenza. Quello che devo dire io lo devo dire all’Occidente. Sono convinta che l’Occidente debba fare quello che può per ‘costringere’ tutte le parti in causa. Se Putin ritiene che la sua invasione dell’Ucraina possa andare a buon fine, non si vede perché debba sedersi a un tavolo. Se la situazione si complica magari potrebbe essere più interessato a cercare una soluzione”.

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 “Se vinceremo ci sarà un governo politico”

Sulle prossime elezioni, Meloni ha dichiarato: “Il governo che uscirà dopo il 25 Settembre - e a maggior ragione, lo garantisco, se dovesse vincere il centrodestra e Fratelli d’Italia fosse il primo partito - sarà un governo politico. I governi sono politici quando hanno una visione, sono politici quando mantengono gli impegni presi, sono politici quando non tradiscono quello che hanno promesso in campagna elettorale perché per quello sono stati mandati al governo dai cittadini. Senza il rispetto della parola data la democrazia, banalmente, non esiste”. Un passaggio anche sul presidenzialismo: “Sono francamente un po’ basita da come Enrico Letta sta conducendo la campagna elettorale. Non so quanto gli italiani possano seriamente credere a questo continuo allarmismo che Letta sprizza da tutti i pori. Noi abbiamo da sempre la proposta di una riforma del nostro sistema istituzionale in senso presidenzialista. Dopodiché, quando io ho portato questa proposta in Aula, ho portato il semipresidenzialismo alla francese, tra le varie proposte che si possono fare, perché se ne possono fare diverse e ne potremmo anche inventare una nostra, se fosse per questo. Perché ho portato la proposta di un semipresidenzialismo alla francese? Perché era il modello più vicino a noi, perché mi pare che la Francia sia uno Stato molto stimato dalla sinistra italiana. Non mi pare si possa dire che quel sistema è un sistema autoritario, anzi abbiamo appena fatto il trattato del Quirinale con la Francia, immagino abbiamo rispetto del suo sistema istituzionale e perché, soprattutto, ricordo che quando ci fu la Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema la proposta che uscì fu quella di un semipresidenzialismo alla francese. Ho anche detto alla sinistra: ‘Guardate, se non è questa che va bene, parliamo di quello che volete, ma entriamo nel merito’. Perché l’attuale sistema parlamentare italiano dei limiti purtroppo li ha evidenziati e sono sotto gli occhi di tutti”. Meloni ha detto ancora: “Noi abbiamo di fatto avuto con Draghi un sistema semipresidenzialista. Cioè un sistema in cui, senza contrappesi, perché si è lavorato solo per decreto, i provvedimenti venivano presentati in Parlamento fuori tempo massimo e non sono stati discussi. Abbiamo votato 150 miliardi, gli altri, non noi che ci siamo astenuti per questa ragione, 250 miliardi di investimento sul Pnrr senza che il Parlamento avesse letto che cosa si facesse con quei soldi e, oltretutto Mario Draghi non era stato votato direttamente dai cittadini”.

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Il “blocco navale”

Infine, il tema migranti. “La proposta di Fratelli d’Italia storicamente viene definita - e noi la definiamo – ‘blocco navale’. Con questo blocco navale intendiamo non un atto di guerra come dicono i nostri detrattori, ma intendiamo, banalmente, una missione europea con la quale trattare insieme alle autorità libiche per fermare insieme le partenze sulle coste africane, aprire in Africa gli hotspot gestiti dalla comunità internazionale, valutare in Africa chi ha diritto a essere rifugiato, distribuirlo equamente nei 27 Paesi dell’Unione europea e rimandare indietro chi non ha diritto a essere rifugiato. L’immigrazione non si fa facendosi fare la selezione d’ingresso dagli scafisti, ma per dare a quelle persone una vita dignitosa. Mentre noi abbiamo fatto sbarcare in Italia centinaia di migliaia di immigrati che poi abbiamo lasciato a spacciare droga o a prostituirsi in troppi casi”, ha spiegato Meloni.

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