Per arginare l'impatto dell’inflazione su famiglie e imprese il governo vuole varare altri sussidi. Senza fare nuovo debito e sfruttando le maggiori entrate fiscali. Tra gli interventi, previste agevolazioni per le bollette alle famiglie più bisognose e sconti per le imprese
Altri 12-13 miliardi di soldi pubblici per arginare lo straordinario aumento dei prezzi che rischia di mettere in ginocchio famiglie e imprese. E’ questo l’obiettivo del governo. Il consiglio dei ministri ha certificato che gli ultimi dati indicano che lo Stato ha incassato 6,2 miliardi in più con le tasse, di cui una buona parte grazie all’Iva, che ha portato maggiori denari proprio a causa dell’inflazione.
No a nuovo debito
Una dote da cui partire e che Palazzo Chigi vuole raddoppiare, trovando altri fondi nelle pieghe di bilancio e, quindi, senza fare nuovo debito, nonostante il pressing di alcuni partiti. La nuova tornata di sostegni si aggiungerebbe così ai 52 miliardi stanziati nei mesi scorsi, sempre per alleggerire il caro vita, ma prima serve un passaggio in Parlamento, che dovrà dare il via libera all’utilizzo delle maggiori entrate per i nuovi sussidi, mentre la maggioranza non trova un accordo sulle modifiche, cioè la conversione in legge, degli aiuti varati un mese fa.
Gli aiuti alle famiglie
Come, dunque, verranno distribuiti i nuovi finanziamenti, su cui pendono le incognite della tassa sugli extraprofitti delle società energetiche, che finora ha fornito molta meno linfa di quella preventivata, non è ancora stato deciso. Nel menu di quello che è stato battezzato decreto Aiuti-ter, ci dovrebbero essere misure per le bollette, come il rafforzamento del bonus per le famiglie a basso reddito.
I sostegni alle imprese
Uno spazio consistente dovrebbe prendere il prolungamento sino a fine anno dei crediti d’imposta (sconti, in pratica) alle imprese (4-5 miliardi) per comprare gas ed elettricità. Sostegni anche alle piccole e medie aziende con scarsa liquidità, ai settori più colpiti dalla crisi, mentre è in bilico la cassa integrazione a carico dell’Erario per scongiurare licenziamenti. Le industrie che hanno bisogno di più energia, infine, dovrebbero poter usufruire di prezzi calmierati, comprando quella acquistata direttamente dallo Stato nelle scorse settimane.