Energie rinnovabili, Italia 18esima in Ue per il consumo. Al primo posto la Svezia

Economia
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Introduzione

L'Italia è nelle posizioni basse in Ue per il consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili: si attesta al 18mo posto nella classifica dei 27 Paesi con poco meno di un quarto dell'energia. In testa la Svezia che supera di gran lunga la metà dell'energia consumata. Sono i dati di Eurostat aggiornati al 2023, dai quali si evince una lieve tendenza al rialzo dei consumi che però appare decisamente lenta rispetto all'obiettivo fissato per il 2030

Quello che devi sapere

Il consumo in Italia è sotto la media europea

  • Soltanto il 19,5% dell'energia consumata dall'Italia nel 2023 proveniva da fonti rinnovabili, contro una media Ue del 24,5%. La Germania era al 21,5%, la Francia al 22,2%, la Spagna al 24,8%. La quota maggiore di rinnovabili sul totale dell'energia consumata l'anno scorso l'ha raggiunta la Svezia, prima con il 66,3%, seguita dalla Finlandia con il 50,7% e dalla Danimarca con il 44,9%. L'Italia con il 19,5% si è classificata al 18esimo posto. Fra le altre grandi economie, l'Olanda è arrivata al 17,1% e la Polonia al 16,4%. Le quote più basse di rinnovabili sui consumi energetici le hanno avute Lussemburgo (11,6%), Belgio (14,7%) e Malta (15,0%). Il dato europeo del 24,5% dei consumi di energia da rinnovabili nel 2023 rappresenta un progresso dell'1,4% rispetto al 23,1% del 2022. Il dato dell'anno scorso rimane però inferiore di 18 punti percentuali rispetto all'obiettivo Ue per il 2030: 42,5% dei consumi energetici da rinnovabili. Questo obiettivo richiederebbe un aumento medio annuo della quota di 2,6 punti percentuali dal 2024 al 2030

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Le migliori in Europa: Svezia, Finlandia, Danimarca

  • La Svezia, come detto, si è classificata al primo posto tra i paesi dell'Ue, con due terzi (66,4 %) del suo consumo finale lordo di energia proveniente da fonti rinnovabili nel 2023. Il Paese utilizza principalmente biocarburanti solidi, energia idroelettrica ed energia eolica. Segue la Finlandia con il 50,8%, che dipende anche dai biocarburanti solidi, dall'eolico e dall'idroelettrico. La Danimarca è al terzo posto con il 44,9%, con la maggior parte della sua energia rinnovabile proveniente da biocarburanti solidi ed eolici

Come sta andando la produzione

  • Per quanto riguarda invece la produzione di rinnovabili in Italia, nel primo semestre 2024 Terna segnala un significativo aumento (+27,3%) guidato dall'idroelettrico (+64,8%), dal fotovoltaico e dall'eolico (complessivamente +14,6%). Da gennaio a giugno 2024 risultava inoltre in crescita la capacità installata rinnovabile (+3.691 MW, +41% rispetto allo stesso periodo del 2023). Nei primi sei mesi del 2024 - spiegava ancora Terna - la richiesta di energia è stata coperta dalle fonti rinnovabili per il 43,8% (contro il 34,9% dei primi sei mesi del 2023). Si tratta del record storico su base semestrale. Nel periodo considerato, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 3.691 MW (di cui 3.341 MW di fotovoltaico). Tale valore è superiore di 1.074 MW (+41%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente

Gli aiuti dell’Unione europea

  • A dicembre, intanto, la Commissione europea ha approvato un regime di aiuti di Stato italiano dalla dotazione stimata di 9,7 miliardi di euro a sostegno della produzione di energia elettrica rinnovabile per promuovere la transizione energetica. Sosterranno la costruzione di nuovi impianti di eolico onshore, solare fotovoltaico, idroelettrico e gas residuati dei processi di depurazione, che secondo le previsioni immetteranno un totale di 17,65 GW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Gli impianti dovranno entrare in funzione entro 36 mesi dalla data di concessione dell'aiuto

Come verranno concessi gli aiuti

  • Gli aiuti saranno concessi con procedura di gara trasparente, in cui i beneficiari presenteranno un'offerta relativa alla tariffa incentivante necessaria per realizzare ogni singolo progetto. L'aiuto assumerà la forma di pagamento variabile nell'ambito di un contratto bidirezionale per differenza per ogni kWh di energia elettrica prodotta e immessa nella rete. La tariffa incentivante sarà versata su un periodo di 20 anni. Nei casi in cui gli impianti debbano ridurre la produzione in base a ordini di spedizione o in caso di prezzi dell'energia elettrica nulli o negativi sul mercato del giorno prima, la tariffa incentivante sarà concessa per la produzione potenziale di energia elettrica invece che per quella effettiva. Il contratto bidirezionale per differenza sosterrà solo il 95% dell'energia elettrica prodotta da ciascun beneficiario, lasciando il restante 5% esposto al rischio di mercato

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