Luce e gas, giù i costi delle rinnovabili ma le bollette non scendono. Le ragioni
EconomiaIntroduzione
La guerra in Ucraina e le altre tensioni geopolitiche non hanno modificato la provenienza delle fonti energetiche italiane: ad oggi le fonti rinnovabili autoctone restano ancora poco sfruttate, in confronto soprattutto all'estero, e i prezzi delle bollette restano alti. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Le parole di Stefano Besseghini (Arera)
- Come ha dichiarato il presidente di Arera Stefano Besseghini in un’intervista a Repubblica, “la crescita delle fonti a bassa emissione carbonica rimane la strada principale per ridurre i costi dell’energia. Anche se deve essere chiaro che la loro introduzione spingerà i costi della realizzazione degli impianti e delle infrastrutture necessari per gestirle. Una ridistribuzione che però avrà l’innegabile vantaggio di ridurre la dipendenza e quindi la volatilità dei prezzi”
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Come saranno i prossimi tre mesi
- Secondo Besseghini, per i prossimi tre mesi ci attende un "andamento rialzista" per il gas, oltre il picco di 50 euro a megawattora, ma "rimarremo comunque lontani dai 130, 150 euro del 2022, quando tutta l'Europa venne presa in contropiede dall'effetto strumentale delle iniziative adottate dalla Russia per finanziare l'imminente campagna bellica in Ucraina"
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La produzione italiana
- Nel frattempo, come ha fatto notare lo stesso presidente di Arera, il gas naturale rappresenta ancora il 65% della produzione di elettricità in Italia. La spinta sul gas è ancora più evidente se si guarda alla capacità energetica del nostro Paese: se l’energia prodotta da fonti rinnovabili è aumentata del 25% tra il 2021 e il 2023, quella prodotta dal gas naturale liquefatto (gnl) è cresciuta del 40% nello stesso periodo "e si prevede che continuerà ad aumentare", segnala l’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa)
La produzione in Regno Unito
- Storia diversa, invece, all’estero. Nel Regno Unito il 58% dell’elettricità è stata prodotta da fonti a basse emissioni di carbonio nel 2024 e, se si va a vedere più nel dettaglio, il 45% è stata generata da eolico, fotovoltaico e biomasse, mentre il 13% dalle centrali nucleari britanniche. Soltanto il 28% del fabbisogno è stato coperto dai combustibili fossili
La produzione in Germania
- Nella vicina Germania (che ha rinunciato al nucleare ma tiene in vita il carbone) la transizione energetica viaggia a tutt'altra velocità: lo scorso primo gennaio gli impianti tedeschi di energie rinnovabili hanno fornito più elettricità rispetto ai reali consumi (arrivando anche al 125% della domanda in alcuni momenti della giornata). Secondo i dati del Fraunhofer-Instituts für Solare Energiesysteme (Ise), il più grande istituto di ricerca europeo sull’energia solare, la produzione di elettricità in Germania ha raggiunto una quota record di energie rinnovabili del 62,7% lo scorso anno
Fuori dall’Europa
- Non mancano i casi virtuosi anche al di fuori del Continente europeo. La Cina si è confermata leader delle energie rinnovabili con il 40% dell’intera capacità solare del pianeta e con il sorpasso di eolico e fotovoltaico sul carbone. In Sudamerica, invece, si distingue il caso virtuoso del Cile, che nel 2024 ha segnato un nuovo record con il 68% dell'elettricità da fonti rinnovabili
Le previsioni future
- L'Iea (Agenzia Internazionale dell'Energia) prevede che a livello globale entro i prossimi due anni solare e fotovoltaico, presi singolarmente, supereranno il nucleare come produzione di elettricità ed entro il 2030 anche l’idroelettrico. Nei primi anni del prossimo decennio sarà la volta del gas naturale e, dopo il 2035, in tutto il mondo, saranno di gran lunga le due tecnologie che produrranno la maggior quantità di elettricità
Crescono posti di lavoro e investimenti
- I dati del settore sono molto positivi: Irena, l’agenzia internazionale che monitora il settore, evidenzia come già nel 2023 gli investimenti globali in nuovi impianti di produzione elettrica si siano concentrati per l'86% sulle fonti rinnovabili (con quasi il 70% di questi fondi che proviene dal Continente asiatico) Buoni anche i dati a livello occupazionale: il 2023 ha visto il più alto incremento di sempre nei posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili, dove è cresciuto del 18% passando da 13,7 milioni nel 2022 a 16,2 milioni
Se aumentano le rinnovabili perché le bollette non si abbassano?
- L’elettricità da rinnovabili costa meno di quella da combustibili fossili e per questo sarebbe lecito immaginare che, man mano che le rinnovabili aumentano, il costo dell’elettricità diminuisca. Questo però non succede: il prezzo dell'energia elettrica è determinato dalla fonte di energia più costosa utilizzata per soddisfare la domanda in un dato momento. Si parla in questo caso di trappola del “prezzo marginale”, quando il prezzo di una fonte più economica viene inesorabilmente legato a quello della fonte più cara
Come si esce
- Ma come si esce dalla trappola del “prezzo marginale”? Come ha più volte ricordato Elettricità Futura, l’associazione confindustriale del settore elettrico, una soluzione possono essere i Power Purchase Agreements (PPA). Sono contratti stipulati tra produttori di energia da fonti rinnovabili e acquirenti, che includono un prezzo fisso o una tariffa fissa per l’energia per un periodo prolungato, dando così stabilità all'intero settore
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in questa scheda
- Le parole di Stefano Besseghini (Arera)
- Come saranno i prossimi tre mesi
- La produzione italiana
- La produzione in Regno Unito
- La produzione in Germania
- Fuori dall’Europa
- Le previsioni future
- Crescono posti di lavoro e investimenti
- Se aumentano le rinnovabili perché le bollette non si abbassano?
- Come si esce
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