
Crisi di governo, cosa potrebbe succedere adesso: le prossime tappe
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, che si presenterà mercoledì 20 luglio in Parlamento. A quel punto sono diversi gli scenari che potrebbero verificarsi, da un esecutivo ancora guidato dall’attuale premier alle elezioni anticipate

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha accettato le dimissioni presentante dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo lo strappo con il M5S al Senato sul dl Aiuti. Il Capo dello Stato ha rinviato il premier alle Camere per "effettuare, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata"
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Mercoledì 20 luglio Draghi si presenterà in Parlamento per spiegare le ragioni che hanno portato a una scelta che molti partiti, ma non tutti, chiedono a gran voce di rivedere. Ma cosa potrebbe succedere?
Tutti gli aggiornamenti sulla crisi di governoIn Parlamento, si capirà se la volontà di dimettersi del premier sia irremovibile. In caso contrario, toccherà ai partiti decidere se rinnovargli o meno la fiducia
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Draghi potrebbe ottenere la fiducia con il M5S, scongiurando la crisi, oppure senza: in questo secondo caso, il governo proseguirebbe fino alla naturale scadenza della legislatura ma con una nuova maggioranza. Si tratta però di uno scenario che non è mai piaciuto al presidente del Consiglio
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Draghi però potrebbe anche comunicare che le sue dimissioni sono irrevocabili e salire di nuovo al Quirinale
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A quel punto, il Capo dello Stato dovrebbe valutare se conferire un nuovo incarico o se sciogliere direttamente le Camere e andare a elezioni anticipate
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Nel primo caso, Mattarella darebbe mandato ai presidenti di Camera e Senato - Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati - di sondare con i partiti la possibilità di formare un nuovo governo che porti la legislatura alla sua naturale scadenza prevista per marzo 2023

Se però questa strada dovesse rivelarsi impercorribile, il Capo dello Stato scioglierebbe le Camere e si andrebbe al voto anticipato

A quel punto sarebbe necessario indire nuove elezioni entro almeno 60 giorni dopo lo scioglimento delle Camere ma non più in là di settembre, così da consentire al nuovo Parlamento di votare entro fine anno la legge di Bilancio

Se si decidesse invece di convocare nuove elezioni a inizio 2023, Draghi potrebbe restare in carica per gli affari correnti oppure Mattarella potrebbe decidere di affidare l’incarico a una personalità di "alto profilo" che avrebbe il compito di approvare la legge di Bilancio e condurre l’Italia alle urne