Il governo Draghi ha annunciato che invierà alla Commissione Europea entro il 30 aprile il Piano nazionale di ripresa e resilienza, chiamato anche Recovery Plan. Il documento è un dettagliato resoconto delle riforme che l’Italia intende avviare, da qui al 2026, per risollevare l’economia interna dalla crisi provocata dalla pandemia da coronavirus. Ecco cosa prevede il testo e da dove vengono i fondi stanziati dal governo italiano
Il premier Mario Draghi ha annunciato che invierà alla Commissione Europea, entro il 30 aprile, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Il testo, 337 pagine, è il dettagliato resoconto del programma di investimenti che l'Italia intende avviare, da qui al 2026, per risollevare l’economia interna dalla crisi provocata dalla pandemia da coronavirus. Suddiviso in 6 missioni e 16 componenti, il documento finale dovrà essere approvato da Bruxelles. Gran parte dei 248 miliardi complessivi di cui ha parlato il presidente del Consiglio dei Ministri alla Camera dei Deputati provengono infatti dal Recovery Fund europeo. Il Piano italiano ha già ricevuto un primo ok dalla Commissione Europea negli scorsi giorni.
Il Recovery Fund-Next Generation EU
Il PNRR si inserisce nell’ambito del Recovery Fund, definito il “Piano Marshall” europeo per risollevare l’economia dei Paesi dell’Unione. L’Italia e gli altri Stati membri hanno dovuto mettere a punto un documento programmatico da inviare alla Commissione Europea, in cui indicano nel dettaglio come intendono investire i fondi garantiti a livello comunitario. Lo stanziamento complessivo è di 750 miliardi di euro, da dividere tra i diversi Stati, anche sulla base dell’incidenza che la pandemia ha avuto su ciascuna economia interna.
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248 miliardi per far ripartire l’Italia
Il premier Mario Draghi, alla Camera dei Deputati, ha parlato di 248 miliardi di euro con l’obiettivo primario di “riparare i danni creati dalla pandemia”. La gran parte dei fondi disponibili, i 191,5 miliardi del PNRR, viene dai fondi europei: 122,6 miliardi di prestiti e 68,9 miliardi a fondo perduto. A questi si aggiungono 30 miliardi del Fondo complementare per dare vita ai progetti inseriti nello stesso PNRR. Stanziati, inoltre, ulteriori 26 miliardi di euro da destinare alla realizzazione di opere specifiche. L’Italia potrà disporre delle risorse fino al 2026, data entro cui l’impatto del PNRR sul Pil nazionale è stimato intorno ai 16 punti percentuali (24 al Sud Italia).
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Sei missioni
Il PNRR, 337 pagine di testo, è stato definito da Palazzo Chigi “un intervento epocale". Le riforme da attuare e i relativi investimenti sono organizzati in 6 missioni, suddivise per aree tematiche, e 16 componenti.
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Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
La prima missione comprende digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Le risorse destinate a questa missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano (VIDEO).
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Rivoluzione verde e transizione ecologica
Sono 68,6 i miliardi stanziati per la seconda missione, Rivoluzione e Transizione ecologica, di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo. Tra i target, il riciclo dei rifiuti plastici e il recupero dei materiali impiegati nel settore tessile.
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Infrastrutture per mobilità sostenibile e interconnessa
La terza missione – Infrastrutture per una mobilità sostenibile e interconnessa - ha in dotazione 31,4 miliardi - di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo. Obiettivi primari il potenziamento dell'alta velocità e delle reti ferroviarie regionali.
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Istruzione e ricerca
Per Istruzione e ricerca, quarta missione del PNRR, sono previste riforme per un totale di 31,9 miliardi di euro - di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo. L'obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
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Politiche attive del lavoro e della formazione, inclusione sociale e coesione territoriale
La quinta missione del PNRR, "Inclusione e Coesione", stanzia complessivamente 22,4 miliardi - di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo. Tra le riforme previste, grande attenzione all’occupazione femminile, da potenziare con lo sviluppo dei centri per l'impiego e nell'imprenditorialità femminile e con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna.
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Salute
Per garantire a tutti i cittadini l’accesso alle cure mediche e potenziare la rete di strutture e servizi sanitari - come previsto dalla sesta missione - sono 18,5 i miliardi stanziati, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo.