
Settembre caldo per governo e Parlamento, tutti i dossier sul tavolo
Diversi i nodi da sciogliere. Dalla legge elettorale alle norme contro l’omofobia, Montecitorio e Palazzo Madama dovranno affrontare questioni complesse rinviate sia per l’emergenza coronavirus, sia per evitare spaccature all’interno della maggioranza. L’esecutivo atteso su Mes e Recovery Fund
Sarà un settembre caldo per maggioranza e governo. La ripresa dei lavori del Parlamento dopo la pausa estiva si preannuncia complicata, con tanti dossier rinviati e diversi nodi ancora da sciogliere. Al di là dei provvedimenti di più stretta competenza governativa, toccherà soprattutto al Parlamento affrontare questioni non poco spinose, rinviate appunto a settembre per evitare spaccature e incidenti di percorso per la maggioranza

Si va dalla legge elettorale alle nuove norme contro l'omofobia, dal conflitto di interessi alle modifiche dei decreti Sicurezza, passando per le proposte di legge sulla cittadinanza, la riforma dello sport e la separazione delle carriere dei magistrati
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A settembre, poi, il governo e il Parlamento saranno chiamati a sbrogliare la matassa del Mes, con le divisioni interne a M5s e Pd rimaste intatte. E, soprattutto, entrerà nel vivo la partita sui soldi del Recovery Fund
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Per non parlare dei decreti varati durante l’emergenza coronavirus ancora da convertire, a partire dal dl Agosto, il cui testo non è ancora definitivo e che sarà incardinato al Senato il prossimo 18 agosto (l'Aula è già convocata)
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Il decreto semplificazioni (che scade il 14 settembre), riprenderà l’iter in commissione il 24 agosto, con l'avvio del voto sugli emendamenti dal 25. Sul decreto 'pesano' oltre duemila emendamenti, di cui la metà presentati dalle forze di maggioranza L’1 settembre approderà nell'Aula di palazzo Madama, già convocata alle 16:30

La Camera, invece, da lunedì 31 agosto sarà impegnata con la conversione del decreto che proroga lo stato di emergenza legato al Covid-19 al 15 ottobre. La discussione generale inizierà alle 14

Tra i temi delicati che attendono al varco la maggioranza c'è la legge elettorale, dove si registra lo stallo: il testo elaborato dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, frutto dell'accordo siglato dalla maggioranza lo scorso gennaio sul proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, sarebbe dovuto approdare in Aula a fine luglio

Ma lo stop imposto da Italia viva (nella foto il leader Matteo Renzi), che ha disconosciuto l'accordo, le richieste di modifica alla soglia avanzate da Leu e la netta contrarietà del centrodestra hanno bloccato la riforma, nonostante i dem abbiano provato a forzare la mano. Se ne riparlerà a settembre, quando il Pd tornerà a chiederne la calendarizzazione in Aula, per incassare il via libera di Montecitorio prima del referendum sul taglio degli eletti. Una tempistica che, al momento, appare di difficile realizzazione

Rinviato a settembre anche il testo sul conflitto di interessi. A fine luglio sarebbe dovuto approdare in Aula, era già pronto il testo base. Ma le diversità di vedute sia interne alla maggioranza che con le opposizioni hanno frenato la riforma, che slitta in autunno

Stessa sorte toccata alle norme contro l'omofobia, slittate a settembre: il testo unificato è approdato in Aula a inizio agosto, dopo aver subito alcuni rinvii. Una mediazione interna alla maggioranza sulle modifiche da apportare ha sciolto diversi nodi, ma resta la netta contrarietà delle opposizioni, pronte a dare battaglia con una valanga di emendamenti

Approdata in Aula a luglio, la riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati - provvedimento in quota opposizioni - è stata rinviata in commissione su richiesta della maggioranza. Potrebbe tornare in Aula in autunno, anche se le chance di approvazione del testo così com’è sono bassissime

Se ne riparlerà a settembre anche delle modifiche ai decreti sicurezza: la maggioranza i primi di agosto ha trovato la quadra sulle modifiche, i testi predisposti dalla ministra Luciana Lamorgese sono praticamente pronti ma prima il Cdm e poi le Camere li affronteranno solo dopo la pausa estiva

Per quel che riguarda il Mes, al momento Conte non sembra aver cambiato idea: domenica scorsa, spiegando che parte delle risorse del Recovery Fund saranno destinate alla sanità, a domanda precisa se sarà utilizzato il Fondo salva-stati, ha detto: "No, intanto abbiamo chiesto l'attivazione del sure"

E sul recovery plan italiano, parlando alle Camere, il premier ha ribadito la tempistica prevista: "Il governo vuol farsi trovare pronto" all'utilizzo delle risorse europee: "Ho avviato un'ampia consultazione per elaborare un piano di rilancio da cui potrà essere preparato un più specifico recovery plan che l'Italia presenterà a settembre"